Chiusi: il Lago fra le tre nuove zone vulnerabili ai nitrati. Scaramelli, capogruppo  regionale Italia Viva, “la proposta di delibera approvata  a maggioranza dal Consiglio regionale migliora il livello qualitativo delle acque e incentiva l’agricoltura ecosostenibile”

Salgono a otto, da cinque, le zone vulnerabili ai nitrati di origini agricola sul territorio regionale toscano. Lo stabilisce la proposta di delibera approvata  a maggioranza dal Consiglio regionale. “Apprezziamo il lavoro svolto per aumentare il numero delle zone sotto tutela in Toscana che vedono entrare la provincia di Siena, con il Lago di Chiusi – commenta Stefano Scaramelli, capogruppo Italia Viva – quella di Pisa con l’Invaso di Santa Luce e Grosseto con l’area delle Vulcaniti di Pitigliano. Una delibera importante che mira a migliorare – prosegue Scaramelli – il livello qualitativo delle acque e dimostra che la tutela dell’ambiente è una priorità. In particolare il lago di Chiusi, data la sua importanza come bacino di approvvigionamento idrico, è necessario che abbia i massimi livelli di tutela. In passato la situazione di vulnerabilità di queste tre aree non era stata tenuta sotto massimo controllo, più volte era stata sollecitata anche dai livelli locali. Non a caso anche con il richiamo dell’Unione europea. Oggi si completa un percorso iniziato nel tempo che punta a migliorare queste zone e a incentivare un’agricoltura ecosostenibile. Bene che nel Programma di sviluppo rurale della Regione Toscana siano oggi attive una serie di misure che direttamente e indirettamente contribuiscono alla tutela delle acque, dall’inquinamento di nitrati di origine agricola, grazie all’introduzione di misure che incentivano l’agricoltura biologica, pratiche di irrigazione sostenibili, realizzazione di investimenti ambientali. Strumenti a favore delle imprese agricole che operano sulle aree vulnerabili, dal bacino del lago di Chiusi all’Invaso di Santa Luce e l’area delle Vulcaniti di Pitigliano”.