Abbadia S. Salvatore: “Potere al popolo” esprime solidarietà a popolazione amiatina e ai comitati locali che si oppongono alla centrale geotermica in Val di Paglia
Dal coordinamento di “Potere al popolo” di Siena e provincia riceviamo e pubblichiamo
“Esprimiamo la nostra più totale solidarietà alla popolazione amiatina ed ai comitati locali che si oppongono alla #centrale in #valdipaglia per gli attacchi ricevuti dall’amministrazione comunale di #abbadiasansalvatore nelle ultime settimane. Conosciamo tutti le posizioni della giunta a favore della #Geotermia industriale e la retorica utilizzata per mettere in conflitto salute, ecologia e lavoro. È una retorica che noi rifiutiamo e combattiamo da anni. Per questo motivo non ci sorprende neanche la recente nota del circolo locale di Rifondazione Comunista (condivisa sulle pagine social dalla federazione senese) in cui nell’attaccare la sovrintendenza e difendere il proprio assessore, si parla di energia più pulita e compatibile con l’ambiente di quella prodotta dal nucleare o dal carbone (come se le uniche alternative fossero quelle). Si parla della creazione di un indotto che porterebbe tra i 70 e i 100 posti di lavoro, anche se nello Studio di Impatto Ambientale relativo all’impianto in questione, pag. 9 – 11, si parla di 3 addetti alla centrale ( 2026-2052), 5 addetti alla manutenzione (2026-2052) e 18 posti di lavoro nell’indotto (SE qualcuno investe in zona). Inoltre i 5mila euro spesi dall’amministrazione per un consulto legale sul parere della Soprintendenza, come se l’ente, pubblico e autonomo, fosse diventato improvvisamente un nemico, denotano una scelta di campo che prescinde i pareri tecnici scegliendo di considerarne solo alcuni. Quelli che guarda caso coincidono con gli interessi di #Sorgenia. Insomma una gestione della cosa pubblica in favore di privati, che riporta il territorio indietro negli anni e ne blocca ulteriormente un modello di sviluppo realmente ecosostenibile che passi anche dalla risorse geotermica (bassa entalpia). Purtroppo finché i partiti continueranno a speculare in modo autoreferenziale e supponente alle spalle delle comunità locali e finché non tratteranno i comitati locali come strumenti di autorganizzazione e politica dal basso, questo modello faticherà sempre ad essere costruito”.