Arcidosso- Castel del Piano: sanità; i sindaci propongono” azioni concrete per superare la crisi dell’Amiata e delle Colline Metallifere.Utilizziamo i medici specializzandi con criterio e rivediamo le regole della distribuzione geografica dei medici rendendole più logiche e funzionali”
di Jacopo Marini, sindaco di Arcidosso, e di Cinzia Pieraccini, sindaco di Castel del Piano
“I sindaci, nella loro funzione primaria, devono trovare soluzioni ai problemi concreti delle persone oltreché attuare progetti di sviluppo. La necessità del presidio sanitario diffuso è oggi il nodo centrale che abbiamo di fronte anche a causa delle “buone abitudini” di assistenza a cui siamo avvezzi nella nostra regione. Una necessità acuita da vari fattori, non ultimo l’aumento dell’età media della popolazione. I sindaci, sulla sanità, non hanno direttamente poteri programmatori e organizzativi che sono demandati alla Regione e attuati dalla ASL, ma non possono essere inermi e assistere senza intervenire limitandosi a subire. L’emergenza, soprattutto di aree interne come l’Amiata e le Colline Metallifere è determinata dalla mancanza di medici di base e di servizi diffusi nel territorio. Poiché si tratta di una deficienza strutturale, causata, almeno per il momento, dalla carenza generalizzata di medici, è necessario individuare soluzioni mirate che ne tamponino gli effetti. Chiediamo, per esempio, alla Regione e alla ASL che si faccia in modo di utilizzare i medici che stanno specializzandosi facendoli iniziare ad esercitare nei nostri comprensori con incarichi limitati, consentendo loro di andare presso gli ambulatori per due giorni alla settimana (e non 4 come attualmente prevede la normativa) e seguendo un massimo di 500 assistiti (non 1000 come attualmente previsto) consentendogli così di portare avanti contestualmente il loro percorso formativo di specializzazione. Chiediamo inoltre che le regole sulla distribuzione geografica dei medici siano più logiche e funzionali, in modo che i medici possano avere assistiti di paesi vicini ma anche di comuni di ambiti territoriali diversi. L’obiettivo è tamponare rapidamente con gli specializzandi le situazioni a rischio e utilizzare questo metodo per risistemare la rete di medicina diffusa continuando anche la costruzione dei sistemi di telemedicina di supporto. Il rilancio delle nostre zone non può non passare dal presidio di servizi essenziali che devono essere garantiti sia per la qualità che per la quantità delle prestazioni erogate e quello socio sanitario è indubbiamente il più importante.”