Arezzo: il Consorzio di Bonifica Alto Valdarno presenta in regione il  bilancio di fine mandato

Oltre 3.600 km di corsi d’acqua sottoposti allo sfalcio della vegetazione, quasi 2.300 km al taglio selettivo per eliminare piante malate e deperite che rischiano di rallentare o impedire il deflusso delle acque, 100 km risagomati e liberati da barre e accumuli di sedimenti, oltre 450 mila euro spesi per eliminare situazioni di criticità e pericolo, poco meno di 760 mila euro per assicurare una vigilanza costante a tutto il comprensorio.  Sono i grandi numeri che può sfoderare  il Consorzio 2 Alto Valdarno, ente giovane, nato sull’onda della LR 79/2012,  che, in pochissimo tempo, ha saputo organizzarsi e strutturarsi per garantire la sicurezza al territorio ad esso affidato dalla Regione  per la manutenzione del reticolo idrografico, uno dei comprensori  più ampi e complessi della Toscana, con i suoi oltre  400 mila ettari di superficie articolati in 54 comuni e percorsi da oltre  6.300 km. In cinque anni, dal 2014 al 2019, l’ente, che ha ereditato tutte le competenze in materia di difesa del suolo, si è trasformato in una “macchina”  efficiente che ha saputo ridurre il rischio idraulico  e migliorare la sicurezza nelle aree di montagna e in quelle di pianura.  Un lavoro reso più complesso e impegnativo dalle profonde trasformazioni climatiche che, in questi ultimi cinque anni, hanno costretto Il Consorzio a fare i conti con eventi spesso di portata eccezionale. Sono ben 300 gli avvisi per rischio idraulico e idrogeologico che ha dovuto gestire, più di novanta solo negli ultimi dodici mesi, organizzandosi con il potenziamento della vigilanza e una pronta reazione per garantire l’esecuzione degli interventi di somma urgenza richiesti dalla Genio Civile della Regione Toscana. Il risultato è evidente: l’ente ha saputo investire in modo efficace le risorse ricavate dal contributo richiesto – per legge – ai proprietari degli immobili, utilizzato per migliorare la qualità e la sicurezza dell’ambiente. Nel 2018 poco meno di 8 milioni di euro che si sono trasformati in lavori e interventi, realizzati direttamente con mezzi e uomini propri o affidati a ditte del territorio, nel rispetto di quell’economia circolare che porta a reinvestire in un’area i soldi che da quell’area provengono. Grande inoltre è stato  l’impegno  a reperire risorse extra contributo, andando ad intercettare disponibilità europee, nazionali, regionali, per migliorare ancora lo stato di salute del reticolo con investimenti straordinari.   Il Consorzio 2 Alto Valdarno, negli ultimi cinque anni, ha anche potenziato le reti irrigue a sostegno dell’agricoltura della zona, che rappresenta uno dei fiori all’occhiello del Made in Tuscany. Oggi tutto il comprensorio può contare su quasi 156 km di condotte che servono 160 utenze e che, solo nel 2018, hanno distribuito circa 1.400.000 mc di acqua su un’area di oltre 570 ha. L’infrastruttura irrigua oggi è in grado di soddisfare le esigenze di un’area  di 3.550 ha, esattamente il doppio di quella che avrebbe potuto “dissetare” cinque anni prima. Nel frattempo sono stati progettati nuovi distretti irrigui  e altri sono in fase di progettazione o di studio, per fornire la risorsa ad un sistema territoriale con grandi e qualificanti prospettive di sviluppo del settore agroalimentare. È questa la storia racchiusa nel bilancio di fine mandato, consegnato all’assessore    regionale  Federica Fratoni nel corso dell’incontro con Anbi Toscana e i consorzi   per verificare l’esito della riforma, introdotta cinque anni or sono, e programmare il futuro della bonifica. Intanto da domani, prende il via la settimana elettorale: dal 2 al 6 aprile sarà possibile votare per il rinnovo della governance del Consorzio 2 Alto Valdarno.