Arezzo: inaugurata la struttura che consente la convivenza e l’indipendenza di alcuni disabili. Il “Dopo di noi” si concretizza grazie alla sinergia tra istituzioni
Inaugurata questa mattina la “Casa in Comune” di Via Pasqui ad Arezzo, un progetto di coabitazione e vita indipendente per 5 persone con disabilità grave di età tra i 18-65 anni. Al momento prende avvio con 4 persone, che già da metà dicembre convivono nell’appartamento. E’ prevista la presenza alternata di due assistenti familiari, qualificati e conviventi, che si occupano dell’organizzazione della casa e di seguire le persone disabili fornendo assistenza, cura e supporto relazionale nel rispetto dei singoli progetti personalizzati.Questa opportunità rientra nel progetto “Niente su di noi senza di noi” che vede come ente capofila il Distretto Arezzo-Casentino-Valtiberina insieme a partners istituzionali e del privato sociale. In questo caso la gestione è affidata alla cooperativa “Progetto 5”. Alla costruzione dell’intero progetto hanno contribuito anche soggetti sostenitori, rappresentati dalle associazioni di volontariato di famiglie con disabili.All’inaugurazione erano presenti il direttore generale della Sud Est Antonio D’Urso, l’assessore comunale Lucia Tanti, la presidente di “Progetto 5” Melania Faggionato, il direttore Alessio D’Aniello, il direttore dei Servizi Sociali per la Sud Est Lia Simonetti e il direttore della Zona Distretto Evaristo Giglio.“Il progetto, avviato in seguito alla Legge 112/2016, rappresenta un nuovo modo di realizzare un sostegno alla disabilità e va ad aggiungersi, ad Arezzo, alla significativa rete di servizi già esistente – ha dichiarato d’Urso – Il finanziamento nazionale, integrato con quello regionale, ha permesso di costruire un progetto così atteso dalla famiglie e dalla comunità, a beneficio di persone con disabilità grave e con una rete familiare assistenziale fragile. Entro il 2020 nasceranno nella stessa Zona Distretto altre due esperienze simili ma siamo soddisfatti di poter dire che in ogni Zona ci sono analoghe iniziative, alcune già attive e altre in fase di avvio. Vorrei ringraziare la Progetto 5, il Comune e il personale della Zona Distretto, Articolazione Aretina, in primis il direttore Evaristo Giglio, per l’impegno che è stato messo in questa progettualità, così complessa e delicata. Dobbiamo continuare in questa direzione. Con la sinergia tra istituzioni si possono raggiungere risultati importanti”.L’immobile che ospita “Casa in Comune” è stato messo a disposizione dal Comune di Arezzo e concesso in comodato d’uso gratuito. “Anche questa scelta va in direzione del progetto che abbiamo definito di ‘rigenerazione degli immobili’ – ha dichiarato l’assessore Tanti – Restituire un senso e una finalità a edifici di proprietà pubblica, quindi della città e degli aretini, grazie a progetti sociali inclusivi, in grado di permettere alle persone in difficoltà di vivere comunque in autonomia: solo così possiamo fare emergere le loro competenze e abilità. Un principio di natura etica, propedeutico e funzionale al perseguimento di autentiche pari opportunità. L’amministrazione, ancora una volta, fa un investimento a favore delle famiglie, che possono così pianificare insieme alle istituzioni un percorso di vita per i propri cari, sia ‘durante che dopo di noi’, coerentemente con i bisogni reali”.“Oggi, con l’inaugurazione di Casa In Comune accendiamo una luce nel mondo spesso chiaro scuro delle persone non autosufficienti – ha detto D’Aniello – Siamo orgogliosi che Progetto 5 sia una delle prime cooperative sociali a dare vita a percorsi di indipendenza delle persone con disabilità”.“Questa è un’azione che consente una importante sinergia con Asl, operatori sociali e famiglie – ha continuato Faggionato – C’è ancora molto lavoro da fare ma sicuramente questo è un primo passo nel processo di generazione di esperienze di Dopo di Noi”. I disabili coinvolti nel progetto, una sessantina, sono stati tutti valutati dall’èquipe U.V.M.D. (Unità di Valutazione Multidimensionale) della Zona Distretto e hanno un PAP (Progetto Assistenziale Personalizzato) che ha definito le attività da seguire.Gli ambiti di intervento sono: percorsi di accompagnamento per favorire lo svincolo dalla famiglia tramite laboratori per il raggiungimento e il consolidamento dell’autonomia personale; laboratori con esperienze graduali di autonomia abitativa al di fuori della famiglia di origine; azioni di supporto alla domiciliarità attraverso la sperimentazione di soluzioni alloggiative in coabitazione; attività di sensibilizzazione, informazione, accompagnamento e sostegno ai familiari di disabili, sempre orientate a favorire lo svincolo dai nuclei familiari.