Arezzo: la Confcommercio spiega ai candidati a sindaco la sua idea di città

Una città “smart”, dove pubblico e privato dialogano per costruire un modello di governance partecipata. Un contesto urbanistico e infrastrutturale favorevole allo sviluppo, sia nel centro come nelle periferie. Eventi di livello che, sul modello della triade rappresentata da Fiera Antiquaria, Giostra del Saracino e Città del Natale, attirino persone da fuori rafforzando l’identità del territorio.Un turismo ben gestito attraverso il sistema inaugurato dalla Fondazione Arezzo Intour, svincolato da retorica e snobismi culturali e, anzi, concentrato nel promuovere prodotti di livello per aumentare i flussi in arrivo e garantire fatturati e occupazione nel rispetto dei principi di sostenibilità. Infine, una città attenta alle tradizioni, al binomio inossidabile “commercio e socialità” garantito dalle botteghe di vicinato, a proposte culturali che, partendo dalla musica o dal patrimonio museale, garantiscano prima di tutto ai residenti occasioni di crescita e confronto.  È questa, in sintesi, l’Arezzo che vorrebbero gli imprenditori della Confcommercio. Un’immagine proiettata al 2025, che oggi (26 agosto 2020), l’associazione di categoria ha presentato ai candidati a Sindaco dei due principali schieramenti politici, Alessandro Ghinelli e Luciano Ralli. Entrambi hanno ricevuto il documento stilato dalla dirigenza di via XXV Aprile, dopo aver ascoltato il parere degli iscritti. 16 pagine che concentrano sette macro-proposte utili ad impostare le linee guida dello sviluppo territoriali nei prossimi cinque anni del mandato amministrativo. “A fare da premessa al nostro documento, purtroppo abbiamo dovuto inserire lo scenario drammatico quanto inaspettato della crisi economica innescata con l’arrivo della pandemia, che si è abbattuta come un fulmine a ciel sereno in un settore economico che negli ultimi anni era praticamente l’unico a garantire numeri positivi all’economia aretina in termini di imprese, occupati e ricchezza prodotta”, sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, che ha ricevuto i due candidati insieme alla presidente Anna Lapini, alla vicedirettrice della struttura aretina Catiuscia Fei e ad altri imprenditori del consigliodirettivo.  “Avevamo aperto il 2020 – ricorda Marinoni – presentando a febbraio, durante gli Stati Generali del Commercio convocati al teatro Petrarca, i dati dell’indagine condotta da Format Research, che mostravano come anche in provincia di Arezzo il terziario fosse la componente più forte dell’economia, sia per numero di imprese (circa 17mila, in pratica il 60% del sistema imprenditoriale extraagricolo), sia per numero di occupati (+5mila negli ultimi dieci anni contro il calo di 2 mila unità nell’industria) sia per ricchezza prodotta (il 66% del valore aggiunto della provincia di Arezzo, quasi 6 miliardi di euro). Poi è arrivata la botta del Covid-19 e del lockdown, che ha stravolto tutto: per il 2020 sono a rischio nel terziario provinciale duemila imprese, 5 mila posti di lavoro e il 15% del valore aggiunto complessivo che il comparto garantiva, ovvero circa 800 milioni di euro)”.“Le imprese del terziario sono un patrimonio di tutti, non solo di chi ci lavora, perché una città senza botteghe, ristoranti, strutture ricettive, uffici è una città morta. Ecco perché chiediamo a chi si candida a governare Arezzo per i prossimi cinque anni di fare quanto in suo potere per arginare questa situazione”, dice con forza la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini. “Se in certi settori che erano in forte ascesa, come il turismo, il Coronavirus si è abbattuto davvero come un fulmine a ciel sereno, in altri, come nel piccolo commercio, è arrivato ad appesantire un quadro già compromesso dalla stasi dei consumi di dieci anni a questa parte”, ricorda la presidente. “Certo, molti interventi vanno programmati a livello nazionale ed europeo, ma anche un Comune può fare molto per sostenere le imprese. Una viabilità efficiente, un sistema adeguato di parcheggi, la garanzia della sicurezza e del decoro urbano, insomma una città che funzioni è già un ottimo alleato per noi operatori. Poi ci sono altri strumenti, come l’alleggerimento delle tasse locali, l’attenzione al commercio di vicinato. Per esempio, ci auguriamo che in questo frangente l’Amministrazione voglia continuare a concedere gratuitamente il suolo pubblico per bar e ristoranti. È stata un’esperienza molto positiva: la città si è animata, i locali hanno potuto mantenere un buon livello di affari, residenti e turisti ne sono stati entusiasti”. I vertici di Confcommercio sono concordi su un fatto: se la città vuole recuperare in fretta il terreno perduto in questi ultimi mes idevastanti per l’economia mondiale, deve promuoversi come meta sicura, Covid-free, ospitale, a misura di famiglia. “Sostenibilità, identità, cultura dell’accoglienza sono i valori su cui puntare. Arezzo deve essere una città dove i residenti vivono bene e dove i turisti possono vivere un’esperienza unica. L’Amministrazione può davvero aiutare le imprese e l’economia se si concentra su questo”.