Casole d’Elsa:  Luciano Tari, presidente Consiglio di frazione della Montagnola senese, rilancia la proposta per mettere a sistema , con un’ipotesi di convenzione, l’area  tra i  Comuni di Monteriggioni, Casole e Sovicille,

Da Luciano Tari, Presidente del Consiglio di frazione della Montagnola senese di Casole d’Elsa, riceviamo questa ‘lettera aperta’ alla stampa che pubblichiamo

“Il mese di marzo 2021 ha fatto accendere le luci su una proposta del Comune di Monteriggioni, in particolare del Sindaco Andrea Frosini e del suo Assessore alla Cultura Marco Valenti, indirizzata alle Amministrazioni omologhe di Casole Val d’Elsa e Sovicille e al variegato mondo dell’associazionismo del territorio, in merito a un progetto complessivo riguardante la messa a sistema dell’area della Montagnola Senese. Da allora si sono susseguite enunciazioni e dichiarazioni di intenti da parte di quasi tutti i soggetti interessati, in buona parte favorevoli.
Siamo tuttavia arrivati al mese di settembre senza che si siano registrati atti concreti per dare il via a un qualche percorso in questa direzione. Il Consiglio di Frazione della Montagnola del Comune di Casole, già nel febbraio 2020 aveva reso pubblico un suo documento, proprio su un progetto Montagnola, che risulta pubblicato il 9 marzo dello stesso anno sul profilo Facebook Consiglio di Frazione Montagnola Senese e che tutti possono ancora leggere.   Proprio in merito questo progetto avevamo invitato il Sindaco di Casole Andrea Pieragnoli a farsene carico e a sostenerlo in sinergia con i Comuni facenti parte del SIC IT5190003 Montagnola Senese, facendosene promotore. La nostra richiesta era stata purtroppo accolta con una certa titubanza ed era rimasta lettera morta fino alla proposta di Marco Valenti. Il quale nella sua idea ripercorre in buona parte tutti i punti su cui avevamo costruito il nostro documento, confortandoci sul fatto che la nostra visione iniziale era sostanzialmente condivisibile e non utopistica.  Si prende infatti in esame la vivibilità del territorio , la sua fruibilità per un turismo sostenibile, la salvaguardia del patrimonio boschivo e faunistico, il recupero delle numerose vestigia storiche e archeologiche, la valorizzazione delle attività antropiche della civiltà contadina, e certamente non ultima la memoria dei percorsi della Resistenza Partigiana. Pur sapendo che una definizione di Parco vero e proprio presuppone dei percorsi anche burocratici e amministrativi lunghi e difficoltosi, e infatti oggi non si parla più di Parco, pensare ad un progetto per la messa a sistema dei 15 Kmq della Montagnola è un fatto di assoluta rilevanza, destinato a riscuotere l’assenso di molti dei soggetti che hanno interesse alla piena tutela di quel territorio. Supponiamo, per voci raccolte, che sia stato sottoposto ai Comuni interessati un qualche protocollo vincolante per tutte e tre le Amministrazioni, ma di questo ad oggi non abbiamo notizie ufficiali e ci dispiacerebbe che un’idea così importante naufragasse all’origine a causa di qualche vincolo ideologico o peggio ancora economico, dato che la stesura di un progetto vero e proprio comporterà l’utilizzo di esperti della materia, meglio se istituzionali, a partire dalla Regione Toscana. E dovrà prevedere nel suo percorso il coinvolgimento di associazioni e organismi che hanno fatto della tutela dell’ambiente e del territorio il proprio scopo.
Quanto agli oneri economici che un simile progetto potrebbe comportare, dobbiamo ricordare che i proventi da Imposta di Soggiorno delle numerose strutture ricettive presenti in tutta la zona, determinano un gettito non indifferente, da finalizzare per legge proprio alla promozione del territorio, che esiste la possibilità di finanziamenti dal Recovery Fund, che i ritorni che potrebbero scaturire da una messa a sistema dell’Area ripagherebbero in ampia misura le risorse economiche impiegate inizialmente. Purtroppo la nostra sensazione, e qui lo diciamo come organismo elettivo del Comune di Casole, è che ci sia nel nostro Comune una visione sbilanciata più verso l’attrazione di capitali e investimenti nei settori produttivi, che verso il benessere dei cittadini. Se il primo dato è assolutamente vitale, il secondo non lo è da meno. Sulla Montagnola si registrano carenze che minano il piacere di vivere in un posto così affascinante a cui credo che nessuno dei residenti pensi di rinunciare. Tornare a vivere nelle campagne è stato per anni uno slogan su cui ha fatto leva buona parte della politica locale, ma ancora oggi la carenza dei servizi rimane pesante: la viabilità disastrata, i trasporti pubblici quasi assenti, la cablatura della rete che la Regione ha finanziato ma attiva solo per capoluogo e principali frazioni, il problema ricorrente della fornitura dell’acqua e la sua qualità, la scarsa efficienza della raccolta rifiuti sono problematiche che vanno di pari passo con lo scempio dei boschi e l’inquinamento da rifiuti di vario genere, alleggerito soltanto dalla buona volontà di gruppi di cittadini che occasionalmente si organizzano a proprie spese per ripulire l’ambiente. Auspichiamo perciò che una nuova idea di gestione del territorio non sia destinata a rimanere lettera morta e che nessuno dei Comuni di riferimento faccia passi indietro da questo percorso. “