Castiglion Fiorentino : scambio d’arte nel segno di San Francesco con gli Uffizi che hanno inviato alla Pinacoteca Comunale il famoso dipinto cinquecentesco del Cigoli ‘San Francesco riceve le stimmate’; contemporaneamente, la città aretina ha prestato al museo la tavola con lo stesso soggetto realizzata da Bartolomeo della Gatta

Scambio di capolavori tra Uffizi e Castiglion Fiorentino. Il celebre museo e la citta dell’aretino hanno voluto celebrare nel segno dell’arte la Festa di San Francesco, Patrono d’Italia, che ricorre oggi il 4 ottobre. Per l’occasione è stata promossa fino al 6 gennaio una mostra ‘incrociata’ nell’ambito del progetto Terre degli Uffizi ideato e realizzato da Le Gallerie degli Uffizi e da Fondazione CR Firenze all’interno dei rispettivi progetti Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei. Si intitola “L’ultimo sigillo di San Francesco alla Verna” e prevede che da Palazzo Pitti viene inviato nella Pinacoteca Comunale di Castiglion Fiorentino il famoso dipinto di Ludovico Cardi detto il Cigoli il magnifico ‘San Francesco riceve le stimmate’, della fine del Cinquecento; contemporaneamente, la città presta agli Uffizi la celebre tavola dallo stesso soggetto realizzata da Bartolomeo della Gatta (Firenze, 1448-1502), uno dei grandi maestri del Rinascimento, chiamato a dipingere anche alla Cappella Sistina a Roma.Di questo artista Vasari aveva scritto la biografia usando l’appellativo “Della Gatta”, con il quale era poi rimasto conosciuto. Fiorentino, frequenta la bottega del Verrocchio e ha modo di conoscere i grandi dell’epoca: Botticelli, Leonardo, Ghirlandaio, solo per citare i piuÌ importanti. Alla fine dell’Ottocento, è proprio un documento dell’archivio dell’ospedale di Castiglion Fiorentino a rivelare l’identitaà anagrafica del pittore, il cui vero nome era Piero (o Pietro) Dei: è a lui che il 2 ottobre 1486 è  affidata l’esecuzione della tavola con le Stimmate di San Francesco per la locale chiesa di San Francesco, oggi nella Pinacoteca civica. Il documento rivela anche che il pittore era un religioso dell’ordine camaldolese, in quel momento priore di San Clemente ad Arezzo e prima monaco nel convento di Santa Maria degli Angeli a Firenze (esattamente come Lorenzo Monaco). Appartenente a una famiglia di orafi, fu artista di straordinaria versatilità, frequentò  i più  eccellenti maestri del capoluogo toscano e conobbe la pittura di Piero della Francesca ad Arezzo e Urbino. Nessuna opera di Bartolomeo della Gatta è inclusa nelle collezioni degli Uffizi: questa mostra costituisce un debutto per il pittore nelle Sale del Quattrocento della più prestigiosa Galleria fiorentina. La quale ha contraccambiato inviando in esposizione a Castiglion Fiorentino una tela di identico soggetto, di Ludovico Cardi detto Cigoli, risalente al 1596: si tratta di una raffigurazione di questo evento della vita del Santo influenzata dai dettami della Controriforma e caratterizzata da un intenso patetismo, che prelude alla teatralità barocca, unito a una forte attenzione alla veritaÌ naturale. Il dipinto di Cigoli, che subito divenne tanto celebre da costituire un modello piuÌ volte copiato, eÌ una delle prove piuÌ squisite dell’artista, caposcuola della pittura fiorentina tra Cinque e Seicento e attivo per i piuÌ prestigiosi committenti del tempo a Firenze e a Roma: i Medici e il papato.