Cavriglia: Da miniera di lignite utilizzata per produrre energia a “miniera di opportunità” per generare sviluppo per il territorio: è questo il futuro dell’area mineraria di Santa Barbara

Da miniera di lignite utilizzata per produrre energia a “miniera di opportunità” per generare sviluppo per il territorio: è questo il futuro dell’area mineraria di Santa Barbara – circa 1600 ettari tra Cavriglia (AR) e Figline e Incisa Valdarno (FI) – con particolare riferimento alla vocazione turistica, sportiva e naturalistica. In coerenza con queste linee guida, portate avanti finora da Enel in collaborazione con Regione Toscana, Comuni e tessuto sociale del territorio, nei giorni scorsi l’ideatore nonché geniale ed instancabile promotore dell’“Eroica” Giancarlo Brocci ed il preparatore atletico, trainer e grande esperto di sport e benessere Daniele Tognaccini, già responsabile di Milan Lab per quasi venti anni e collaboratore di Sarri nell’ultimo scudetto della Juventus, hanno visitato l’area mineraria Enel.Accolti con tutte le misure di sicurezza anticovid  i due  ospiti hanno potuto perlustrare la miniera e confrontarsi sulle molte opportunità di sviluppo sostenibile e di economia circolare, a partire da progetti di cicloturismo e di altri sport all’aperto che potranno integrarsi anche con il progetto “Parco dello Sport” che sorgerà a fianco dell’area mineraria.Il percorso di confronto avviato da Enel per l’elaborazione di idee progettuali si inserisce nel piano di recupero e riqualificazione dell’area già in atto, uno dei progetti di riassetto ambientale più importanti d’Italia grazie alla collaborazione tra Regione Toscana, Comuni ed azienda. Per quanto riguarda il cicloturismo, Enel sta lavorando alla creazione del “Santa Barbara Cycle Hub & Park”: già oggi, grazie alla collaborazione con le istituzioni regionali e locali e con gli organizzatori della ciclostorica “La Marzocchina” e dei percorsi turistici “Valdarno Bike Road”, l’area mineraria ha oltre 60 km di strade bianche che in occasione di manifestazioni sportive possono essere percorsi in mezzo alla natura, in un contesto paesaggistico più unico che raro.La visita di Brocci e Tognaccini si inserisce in questo percorso: grazie all’esperienza e alle competenze dei due personaggi sportivi, potranno nascere nuove idee per la pratica di sport all’aperto ed il benessere psicofisico delle persone, utili ad arricchire il progetto in fase di elaborazione. Tutti i partecipanti hanno espresso soddisfazione per questo primo momento di confronto, al momento meramente esplicativo ed informale, e procederanno nel dialogo per valutare ogni possibile collaborazione.

 

LA STORIA E IL PRESENTE DI SANTA BARBARA

 

Dopo aver rifornito per circa mezzo secolo l’omonima centrale, che oggi è un moderno impianto a ciclo combinato, la miniera di Santa Barbara non è più utilizzata dal 1994: la lignite è stata estratta industrialmente dal XIX secolo fino alla prima metà del ‘900 con numerose miniere in galleria. L’attività mineraria è stata alla base dello sviluppo industriale siderurgico del Valdarno; negli anni ’30 fu realizzata una centrale termoelettrica alimentata a lignite, distrutta al passaggio del fronte nella Seconda Guerra Mondiale. Intorno alla metà degli anni ’50 fu quindi ricostruita la centrale termoelettrica di Santa Barbara: per alimentarla è stata avviata la coltivazione “a cielo aperto” con moderne macchine di scavo, attraverso movimenti di terra per spostare gli strati di copertura del banco lignitifero. Nell’intero periodo di coltivazione sono state estratti 44 milioni di tonnellate di lignite. Dopo il 1994, quando l’attività con la lignite è cessata, le due unità termoelettriche della Centrale Santa Barbara hanno proseguito l’esercizio alimentate ad olio combustibile fino all’entrata in servizio, nel 2006, di una nuova unità a ciclo combinato, tuttora in funzione, costruita secondo i migliori standard ambientali e alimentata a gas naturale, per una potenza complessiva di 392 MW. Contemporaneamente all’attività estrattiva sono iniziati i lavori di messa in sicurezza dell’area, con il riempimento parziale della cavità di estrazione profonde fino a 100 metri: in queste aree sono stati realizzati i bacini di Castelnuovo, Allori e San Donato e si è proceduto alla rinaturalizzazione dei luoghi favorendo lo sviluppo spontaneo di vegetazione ripariale e il ripopolamento ittico e faunistico. Sulle aree di colmata sono stati inoltre realizzati 241 ettari di nuovi impianti forestali. A seguito di questa grande attività di rinaturalizzazione, alcune porzioni dell’area mineraria sono state scorporate dal titolo minerario e cedute ad enti locali o soggetti privati per una estensione complessiva pari a circa 1300 ettari; oggi, in linea con il progetto definitivo approvato, sono stati completati i progetti esecutivi per le altre aree residue e già nei prossimi mesi prenderanno il via i lavori in uno dei lotti interessati.