Celle sul Rigo; uno spettacolo nello spettacolo la mostra di quadri di Laura Mowforth nella torre campanaria di Celle sul Rigo. Una mostra di pittura intitolata “The Three Towers” che fa da cornice a un suo libro fantasy giù pubblicato in inglese e prossimamente anche in italiano
Di Leonardo Mattioli
E’ veramente uno spettacolo nello spettacolo visitare la nuova mostra di quadri che Laura Mowfoth, un’artista sarteanese di origini anglo-olandesi, ha allestito nell’antica torre campanaria di Celle sul Rigo, piccola frazione di San Casciano dei Bagni. E’ infatti una location fuori dal comune, inusuale, fantastica come fantastici sono i suoi quadri dipinti su materiale antico e riciclabile , si tratti di vecchie persiane, di porte dismesse , di pezzi di legno che una volta avevano avuto un uso diverso. Insomma una mostra all’insegna della sostenibilità con un sapore molto astratto dove i colori si mischiano ma non a caso. C’è una logica che Laura accuratamente tira fuori dalla sua fantasia e li trasferisce con abili pennellate nei quadri dove, qua e là, si sbucano figure strane, quasi gotiche alcune, quasi angeliche altre. Insomma un trionfo del fantasy che ben si associa alla location scelta per questa sua mostra aperta fino a settembre quando poi dovrebbe trasferirsi nell’ampia sala medievale dell’ingresso del comune di San Casciano dei Bagni, come già deciso con il vicesindaco Agnese Carletti, cellese doc. . Laura da anni infatti predilige i luoghi antichi, che emanano odori medievali, rinascimentali e, in qualche caso, anche etruschi. Non a caso negli anni passati ha esposto nella Rocca di Radicofani e in quella di Sarteano. Quadri che fanno da cornice a un suo libro giù pubblicato in inglese e di prossima traduzione in italiano. Libro che narra la storia di tre personaggi di una nobiltà territoriale che hanno da dire e da discutere parecchio sui loro rapporti. E sono i ‘conti’ delle tre torri, appunto di Celle sul Rigo, di Radicofani e di Sarteano. Dicevamo che questa mostra è uno spettacolo nello spettacolo: in effetti per visitarla bisogna arrampicarsi su alte scale molto ripide, del tipo di quelle che si usano nei sottomarini dove lo spazio è angusto. E qui è lo stesso. Senza corrimani sarebbe quasi impossibile non solo salire ma anche, poi, ridiscendere. Ad ogni piano sono esposte le opere di Laura che ti occhieggiano tra giochi di luce particolari. Poi, se il fiato, non manca, c’è la possibilità di salire in cima alla torre campanaria dove, da un terrazzino messo in sicurezza, si può ammirare uno spettacolo a 360 gradi della Val di Paglia, di Radicofani, del Monte Amiata, dei calanchi, dei tetti del piccolo borgo, delle piccole vallate strette tra i monti che appaiono in lontananza. Insomma un vero spettacolo che lascia sbalorditi dopo quella “fatica”, si fa per dire, della scalata fino in cima. Una ‘ferrata’ in tutti i sensi. D’altronde per salire fino al terrazzino sopra le quattro campane e il vecchio ed enorme meccanismo dell’orologio della torre, non ci sarebbero stati altri mezzi. Una torre, restaurata nel 2010, che faceva parte della fortificazione strategica della cittadella risalente al 1400-500 il cui nucleo abitato sarebbe comunque anteriore al 900. Una fortificazione, quella del Castrum Cellis, a suo tempo molto ambita per la sua posizione strategica e che fu sempre contesa tra i senesi e gli orvietani. Una fortificazione che era parte integrante della proprietà della nobile famiglia senese dei Salimbeni