Chianciano: il 25 gennaio  al Teatro Caos  va in scena il thriller “Echoes” della compagnia 369gradi acclamato a Londra e New York

Con un nuovo e appassionante appuntamento continua la ricca stagione teatrale organizzata da LST al Teatro Teatro Caos di Chianciano Terme dove sabato 25 gennaio – ore 21.15 – va in scena il thriller fantapolitico Echoes. Dopo il grande successo di esordio al Fringe Festival di Edimburgo, rinnovato al teatro Argot di Roma, al Teatro Elfo Puccini di Milano, e riscosso anche durante un tour internazionale che lo ha portato perfino al Tristan Bates Theatre di Londra e alla rassegna “In scena” di Manhattan, grazie alla preziosa direzione artistica di Manfredi Rutelli, Echoes arriva al Teatro Caos di Chianciano Terme. Nato in un paio di notti dalla penna di Lorenzo De Liberato, il testo è stato messo magistralmente in scena dalla compagnia 369gradi con due ottimi attori: Marco Quaglia e Stefano Patti che ne firma anche l’asciutta e rigorosa regia, dall’impostazione quasi cinematografica.In un futuro apocalittico, in cui la terra è divisa in grandi blocchi governativi, dove non esistono nè  la democrazia nè l’umanità come le conosciamo e le intendiamo oggi, lo sgancio di una bomba ha causato un milione di morti; il giornalista De Bois intervista l’autore della strage Echoes. I due protagonisti si contrappongono, per l’aspetto, la posizione e le argomentazioni  in un testa a testa serrato, dove le parole sono ora scagliate come pietre, ora ironiche e sottili, calibrate come colpi di fioretto, in un duello dialettico che si snoda tra i temi più scottanti ed attuali: politica ed economia internazionale, demografia, religione filosofia… La coppia di attori mantiene alta la tensione, avvincendo lo spettatore nella disputa teorica, fremendo, in ogni istante di verità taciute o rivelate. E viene da chiedersi chi dei due è veritiero? Chi di loro ha ragione e chi torto? “Quello che mi ha colpito del testo di Lorenzo De Liberato – spiega il regista Stefano Patti – è l’appassionata crudeltà con cui i due protagonisti si studiano, si attaccano, si divorano all’interno della griglia drammaturgica del “thriller”: un bunker, una crisi economica, un’intervista, uno sterminio. La ricchezza di temi come l’Amore, il Potere, l’Economia oa imporre il passaggio di testimone a De Bois: i due opposti diventano così tragicamente complementari. Il bunker, luogo affascinante e oscuro dove è ambientata la vicenda, rappresenta per me un ring, una scacchiera, un set televisivo dove avviene il massacro, principalmente dialettico. Diveniamo così spettatori di un urlo disperato dove l’unico interlocutore è una eco fredda e distaccata”.