Chianciano: in un decennio le presenze alberghiere sono calate di oltre il 37%.  La Federalberghi , “c’è un problema di promozione all’estero”

Di Giulia Benocci

Tra il 2007 e il 2017  Chianciano ha registrato un calo di presenze alberghiere di oltre il 37%. Queste cifre sono state fornite dall’Associazione Albergatori di Chianciano Terme, durante una conferenza stampa , dove sono stati comunicati i dati dello studio sulla criticità della situazione dei flussi turistici nella cittadina termale sulla base di una ricerca svolta da Stefania Berardi della società “Incipit Consulting” che ha preso in esame qieò decennio . La Berardi , per condurre la ricerca, ha consultato e confrontato i dati dell’ISTAT e dell’archivio dell’Ufficio Turistico di Siena, che tiene nota dei vari movimenti.“Gli arrivi ci dicono il grado di attrattività della destinazione – ha spiegato la Berardi – ; nel decennio, di cui  ho analizzato il flusso, i dati registrati degli arrivi sono stati più statici, abbiamo avuto un calo delle presenze alberghiere di circa il 37 %”. Lo studio ha messo in luce la situazione critica, che sta vivendo la città rispetto al resto della provincia di Siena, nella visibilità del mercato internazionale come ha sottolineato il Presidente dell’Associazione Albergatori Daniele Barbetti : “la scarsa internazionalizzazione significa  che la destinazione non è nota sul mercato, c’è un grande problema di promozione, rispetto ai territori vicino a noi più conosciuti”. Dai dati è emersa anche una disarmonica distribuzione del flusso turistico durante l’anno: il turismo nazionale si concentra soprattutto nei periodi estivi  di luglio, agosto e settembre, periodo più adatto a fare le cure termali per cui la cittadina è nota. “ Il turismo termale, per noi, è l’elemento di sopravvivenza della destinazione- ha precisato Barbetti -; senza il 25%-35% di presenze dovute  alle terme, noi al momento non avremmo possibilità di andare avanti. È il prodotto nel quale dovremmo investire ulteriormente  per ripartire”.Nell’analisi della Berardi, la cittadina è stata confrontata con altre mete dedite all’attività termale, tra cui Montecatini Terme, Abano Terme e Salsomaggiore. È emerso dai dati che il 70% dell’afflusso di Montecatini per esempio è rappresentato da turismo estero, grazie soprattutto all’uso intensivo di tour operator; mentre la concentrazione estera a Chianciano Terme è soprattutto nei mesi invernali e per brevi periodi. Quindi a fronte di una stabilità degli arrivi le presenze rimangono stabili con alta rotazione di turisti e poca fidelizzazione. La criticità è dovuta dal tasso di occupazione lordo mensile delle strutture alberghiere che nel 2017 ha segnato una diminuzione del 21% rispetto alla media nazionale delle località termali.“Il nostro è un work in progress” – ha concluso  il Presidente dell’Associazione Albergatori – ;dobbiamo iniziare a ragionare in maniera più approfondita. L’analisi ci può aiutare per migliorare le strategie da adottare per il rilancio della nostra cittadina termale!”