Chianciano: Paolo Piccinelli (capogruppo lista civica di centrosinistra), “ a marzo presenteremo un programma attualizzato, chiaro e approfondito, sulle scelte che riteniamo non più rimandabili. Saranno cittadini e operatori, qualora ne condividano la visione, a chiedere all’Amministrazione di spostare la barra del timone, cambiando la rotta, oppure, abbandonare la nave”.

Paolo Piccinelli, capogruppo della lista civica di centrosinistra che è minoranza a Chianciano, ha scritto:

“Che Chianciano non si possa risollevare in poco tempo è cosa nota, ma che dopo cinque anni di questa Amministrazione si navighi ancora a vista, senza seguire una strada ispirata da una visione, è qualcosa di talmente irresponsabile da far pensare che a qualcuno, faccia comodo così. Ma a chi? A chi può far comodo che un paese si impoverisca e che i suoi immobili perdano valore costantemente, o ancora che i suoi cittadini, scelgano (o siano costretti) di andare a lavorare altrove? Davvero non si capisce.Certo è anche difficile, pensare che gli amministratori abbiano così tanta paura di mettersi in gioco, esponendo un’idea di rilancio, da nascondersi dietro azioni poco significative, che danno giusto l’idea – a pochi – che qualcosa si stia facendo. O nascondendosi addirittura, dietro ai titoli della città intelligente. Dopo cinque anni, d’intelligente c’è rimasto davvero solo il titolo. Tuttavia, non possiamo permetterci di buttare anche i prossimi cinque anni, perché il paese, inteso come sistema economico, non potrebbe sopportarlo e allora abbiamo fatto una scelta che sicuramente ha poco di politico e che a molti, sembrerà una scelta tatticamente stupida. Abbiamo deciso di ripartire dal nostro programma, approfondendo le varie tematiche e trattando gli argomenti, rispetto alle ipotesi risolutive, senza l’assillo del consenso, senza cioè il rischio, di ledere i rapporti con qualsivoglia associazione di categoria o gruppo di cittadini.
Intorno al mese di marzo, presenteremo un programma attualizzato, chiaro e approfondito, sulle scelte che riteniamo non più rimandabili. Saranno cittadini e operatori, qualora ne condividano la visione, a chiedere all’Amministrazione di spostare la barra del timone, cambiando la rotta, oppure, abbandonare la nave. I puristi della politica diranno che il nostro è un comportamento atipico, rispetto ai canoni ordinari, ma il rischio di non poter sfruttare tra cinque anni, quelle ultime potenzialità ancora spendibili, ci fa pensare che questa è l’unica scelta da fare come gruppo, sperando, che nel 2024 varrà ancora la pena, di combattere una nuova “battaglia politica” per un paese ancora vivo.”