Chianciano:  un “sogno” chiamato Grand Hotel

Una “riflessione” di Nunzio Dell’Annunziata

Passando per Piazza Italia a Chianciano si notano ponteggi e cumuli di calcinacci nel parco del Grand Hotel. Per anni siamo ormai abituati ma non rassegnati, a vederlo chiuso. E anche negli ultimi periodi nei quali l’albergo era aperto non aveva una “vita” da Grand Hotel.Senza ripercorrere la storia di questa colonna portante di quello che fu il turismo di Chianciano, vale la pena ricordare due nomi tra le innumerevoli personalità che nel corso del tempo hanno fatto la storia di questo albergo e di questo territorio, giusto per avere percezione del prestigio di questo hotel: Gian Galeazzo Ciano con Edda Mussolini e Federico Fellini. Federico Fellini diventa emblematico per il discorso sul quale vorrei porre l’attenzione proprio perché in varie occasioni, ha celebrato il Grand Hotel di Rimini. E come poteva essere altrimenti, per un artista così immaginifico e onirico non mettere nei sogni il Grand Hotel della sua città. Luogo di sogno per antonomasia il Grand Hotel. E sempre in argomento. Si può non citare Hemingway ? Quando parlando del celebre Grand Hotel Ritz di Parigi affermò: l’unico motivo valido per non andarci è non poterselo permettere. E anche questa affermazione non la faccio a caso perché certi luoghi travalicano il costo, il servizio, la realtà sociale per approdare  nel mito, nel sogno, nell’immaginario. Il Grand  Hotel è un non luogo posto subito al di là della magia del  sogno…Ora, senza sogni…non si può vivere e i sogni diventano alcune volte un auspicio: ogni città, ogni territorio votato al turismo deve avere il Grand Hotel. Non importa quanto costa una suite, non importa se mai si scenderà lungo gli scaloni  d’onore, non importa se i saloni delle feste accoglieranno tutti meno che noi. Il Grand Hotel deve essere per prima cosa un luogo in cima alle montagne dell’immaginazione deve essere lo schermo sul quale proiettare sogni di lussi e raffinatezze al netto del politicaly correct . Il Grand Hotel deve regalare a tutti la suggestione di uno spazio dove la vita scorra senza problemi, dove ogni desiderio venga esaudito da un personale elegante e perfetto che intuisca le esigenze, le più raffinate, le più astruse, di ogni cliente.Va da se che io non analizzo aspetti economici, sociologici. Non so quanto possa fare bene a Chianciano, nella sua drammatica attualità alberghiera e quindi economica. Spero  che a ristrutturazione conclusa il Grand Hotel di Chianciano regali a tutti noi (parafrasando Shakespeare) quel sogno di raffinata bellezza che è sempre stato la materia della quale gli italiani sono fatti.