Chiusi: anche il sindaco Juri Bettollini ha preso il “freccia Rossa”

Anche il sindaco di Chiusi Juri Bettollini ha preso stamani  il Freccia Rossa per andare a Roma a Trenitalia per il lancio della ‘piattaforma ‘ legata all’incoming territoriale. “ Alla fine – ha commentato il sindaco prima di salire sul treno – anch’io ho preso  il “nostro” Freccia Rossa . Come era quella storia che non lo prendeva nessuno? Stamane ben 60 partenti da Chiusi sul Freccia Rossa”.“Abbiamo vinto la battaglia delle battaglie – ha dichiarato  Juri Bettollini il 9 giugno scorso quan do alla stazione chiusina si fermò il primo Freccia Rossa – ;abbiamo dimostrato che Chiusi, i territori del senese e dell’Umbria sono ancora centrali rispetto alle grandi città italiane e siamo stati premiati con un treno che percorre la traccia principale d’Italia ovvero la Milano/Napoli. Aver visto il Frecciarossa fermarsi è stato come vedere un sogno che si avvera e sono veramente contento che questo momento sia stato condiviso insieme a tantissime persone che rappresentano la forza di un territorio che crede negli investimenti, nello sviluppo e nella capacità di costruire un orizzonte per le nuove generazioni. Ringrazio veramente tutti coloro che hanno lavorato per questo obiettivo, che però non significa aver vinto la guerra, ma solo una battaglia importante. La fermata di Chiusi rappresenta, infatti, la rottura di una mentalità che vedeva l’alta velocità solo nelle grandi città, ma la vera sfida inizia adesso perché il nostro territorio deve dimostrare, con i numeri, la propria competitività per ambire ad avere un Frecciarossa fisso nelle tabelle orarie di Trenitalia. Questo treno non è né di destre né di sinistra, ma è uno strumento che risponde alle esigenze dei cittadini e di un territorio. Tutta la politica lo deve difendere perché difendere questo Frecciarossa significa difendere le speranze di futuro dei nostri ragazzi. Come amministrazione comunale – ha concluso –  saremo i guardiani di questo processo e denunceremo tutti i politici che chiedono voti, ma che si lavano le mani di fronte ad una battaglia che rappresenta i bisogni di un grande popolo.”