Chiusi : ‘Bag In Box’, la Rivoluzione che parte dal passato. Parola di Paolo Nenci, il primo contadino digitale in Italia

di Eliana Di Vaia

La Bag In Box è la soluzione che molti viticoltori stanno adottando in questo periodo di Lockdown in cui il commercio si è digitalizzato per trovare riposta alla domanda e alle esigenze di mercato. Si, perché se il Covid19 ha momentaneamente “fermato” il tempo, la produzione soprattutto nel settore alimentare continua senza lasciare spazio a crisi. La necessità quindi è quella di reinventarsi, magari scoprendo nuove strategie di marketing oppure utilizzando una risorsa già nota da tempo ma che , con le tecnologie di oggi, riesce a dare soluzione ad alta qualità cercando di incontrare le dei costumers.   A spiegarcelo è Paolo Nenci, il Primo Contadino Digitale in Italia, che nella sua azienda a Chiusi , ha deciso  di metterci la faccia ancora una volta in questo periodo di crisi rilanciando una vera e propria ri-evoluzione con il suo vino, considerando materiali e vantaggi che questa sacca porta con se. Difatti la Bag In Box , o anche BiB, è “un contenitore asettico che ti permette di spillare vino da un rubinetto brevettato che evita allo stesso tempo che l’aria possa entrare e finanche un mantenimento del prodotto per qualche settimana lontana da eventuali ossidazioni”, ci spiega Paolo.
Insomma una soluzione già nota ai viticoltori del passato, che trova origine nel 1965 in Australia, ma con una spinta in più: la voglia di dimostrare che anche all’interno di queste BiB si trova la qualità. Pertanto ecco la ri-evoluzione: riportare in auge una evoluzione del commercio del vino senza mai trascurarne la sanità del prodotto ed infine le note organolettiche e la piacevolezza in tavola. “La sacca è in polietilene e non contiene PET e Poliaccoppiato. Protegge il vino dalla luce, dall’aria o da altri agenti esterni che potrebbero compromettere la qualità finale del prodotto. Inoltre, è completamente riciclabile. Ho scritto e redatto per l’occasione un libro completamente GRATUITO cliccando al seguente link ->https://www.aziendaagricolanenci.com/bib-revolution”,aggiunge Paolo. Tutti elementi che vanno a defluire in un unico sistema che spinge “il produttore ad ammortizzare finanche i costi di produzione, di stoccaggio, di consegna e in termini di efficienza volumetrica incrementata del 98%, rispetto al 40% dei contenitori in vetro” specifica Paolo, sottolineando anche  come la Bag in Box effettivamente, nell’arco di questi anni, sul mercato sia stata interpretata come il mezzo per poter stoccare vino non di qualità. Diversamente in questo contesto parliamo invece di vino non solo di qualità e con tutti i controlli del caso, ma con la facilità di trasporto, di gestione e mantenimento una volta aperta la confezione. Quello che forse manca è la comunicazione visiva di un packaging non solo accattivante ma anche in grado di far comprendere il valore della BiB che per Paolo Nenci diventa “l’anello mancante :se i piccoli produttori decidessero di utilizzarle con grande vini, il consumo di vino aumenterebbe, l’ideale collettivo legato ad essere cambierebbe e soprattutto vivremmo in un mondo eco-sostenibile, laddove la sostenibilità non è solo in vigna ma continua anche con il suo confezionamento”.