Chiusi: è nata la Comunità per la valorizzazione di una pianta antica, l’olivo di “Minuta di Chiusi”. A tenerlo a battesimo i massimi dirigenti dello Slow Food e il sindaco Juri Bettollini

 

Di Leonardo Mattioli

Per il momento sono 25 soci , ma presto se ne aggiungeranno altri, e riguarderanno tutta la filiera legata alla valorizzazione di una pianta, anzi un albero, che fino a pochi anni fa neanche si pensava che esistesse ancora. Si tratta dell’olivo dalle origini antichissime, autoctono al 100 %,e che è stato chiamato “Minuta di Chiusi”. Proprio per valorizzarlo a Chiusi è nata una comunità Slow Food, quella appunto di 25 soci iniziali, presieduta da Federico Massoli. Per “battezzare” la nascita di questa nuova comunità a Chiusi sono venuti i rappresentanti regionali e nazionali dello Slow Food come Gianrico Fabbri e Francesca Baldereschi che ne hanno lodato e apprezzato l’avvio soprattutto perché ne fanno parte tuttui i soggetti della filiera che va dai rappresentanti dei vivai e dei frantoi fino a quelli dei produttori e de ristoratori. L’obiettivo è quello di rilanciare questa , ora ancora sconosciuta o comunque poco conosciuta, varietà di olivo antica, che non teme il gelo, che cresce in scarpate, ma che offre un frutto piccolo e rotondo con una resa bassissima, l’olio che se ne ricava è eccezionale ricco di polifenoli con caratteristiche organolettiche uniche. Tutti insieme questi quasi “ pionieri” stanno cercando di far conoscere questa varietà autoctona del territorio intorno al Lago di Chiusi..La salvaguardia del  clone, il recuperare di alcuni oliveti abbandonati e l’amore per il territorio, sono i punti forti per sensibilizzare  gli agricoltori a tornare ad amare questa pianta antica. Chi ci ha creduto subito, fin da tre anni fa quando Chiusi ospitò il Consiglio Nazionale dello Slow Fodd, fu proprio il sindaco Juri Bettollini che oggi, insieme al vice sindaco Chiara Lanari, non è voluto mandare all’appuntamento di presentazione della “comunità” nonostante i suoi impegni.”Non ho voluto mancare a questo evento- ha detto il primo cittadino – proprio perché fa parte di un progetto al quale io ho subito creduto: rappresenta una sfida che tante persone vogliono portare avanti  per sottolineare la specificità del territorio, per ‘raccontare’ Chiusi e le sue diversità.Una specificità da valorizzare in termini di identità e di cultura con lo scopo di portare benefici a tutti a cominciare dal turismo che ne può nascere. L’importante è la filosofia che sta dietro il progetto per coinvolgere anche le scuole e tutelare al massimo l’ambiente. Nasce quindi una comunità e non un consorzio; la comunità prende il meglio di tutti per metterlo a servizio di un progetto che – ha concluso- porterà benefici a tutto il territorio, al di là delle coloriture politiche che non ci sono e non ci devono essere”.