Chiusi: elezioni amministrative; il comitato Aria pone 11 domande soprattutto sulla tutela della salute e sulla salvaguardia dell’ambiente ai tre candidati sindaco in vista delle prossime elezioni amministrative. In base alle risposte ciascuno dei membri del comitato deciderà a chi dare il voto

Undici domande ai candidati sindaco Gianluca Sonnini, Massimiliano Barbanera e Massimo Tiezzi  In vista delle prossime elezioni: le ha presentate, in un documento ,  il Comitato ARIA che vuole manifestare così le proprie istanze in merito a tutela della salute e salvaguardia dell’ambiente. “Riteniamo importante – dice un comunicato del comitato Aria – far sapere ai futuri amministratori cosa si attendono da loro, tutti quei cittadini che ogni giorno, con impegno e dedizione, si dedicano alla salvaguardia del proprio territorio. Vogliamo, per una volta, ribaltare la normale dinamica delle competizioni elettorali in cui i candidati parlano e i cittadini ascoltano. Disponibili da sempre al confronto e alla collaborazione vogliamo prendere la parola e, con le nostre esigenze e aspettative, porre una serie di istanze ai candidati a sindaco. In base alle risposte e agli impegni che saranno disposti ad assumersi ciascuno di noi – precisa il comunicato – deciderà se e a chi dare il voto”. “Per le politiche ambientali per Chiusi  Innanzitutto affermiamo il diritto a partecipare in modo diretto e democratico alla vita amministrativa della nostra comunità: perché non ci siano più riunioni semiclandestine sul modello di quella “dei quaranta” in cui Regione Toscana, Comune di Chiusi e ACEA decisero la costruzione di un carbonizzatore a Chiusi. Le scelte in materia di politiche del territorio e dell’ambiente non sono “cosa loro” ma di tutti noi e rappresentano le più importanti leve con cui si decidono i nostri destini in termini di salute umana e salvaguardia dell’ambiente. In una parola la qualità della vita di noi che ci viviamo oggi e le direttrici di sviluppo di coloro che ci vivranno anche in futuro. Partecipazione e trasparenza . Oggi esistono molteplici strumenti democratici che possono essere attivati per consentire una partecipazione attiva dei cittadini. Promulgazione del regolamento attuativo dei referendum consultivi dando finalmente attuazione ad una norma dello Statuto comunale disattesa da ormai quasi 20 anni. Istituzionalizzazione del Consiglio Comunale Aperto in modo che, prima di ogni scelta importante che riguardi l’ambiente, la qualità della vita dei cittadini, l’indirizzo urbano e produttivo e la gestione dei rifiuti, i normali cittadini, le associazioni e ogni altro soggetto rappresentativo possano esprimere il proprio parere”.

  1. “LA NUOVA AMMINISTRAZIONE SI IMPEGNA A APPROVARE ENTRO 6 MESI DALL’INSEDIAMENTO IL REGOLAMENTO ATTUATIVO PER I REFERENDUM CONSULTIVI E A MODIFICARE I REGOLAMENTI DELLE COMMISSIONI CONSILIARI PERCHE’ I VERBALI DELLE RIUNIONI NON SIANO PIU’ SEGRETI? “
  2. “ LA NUOVA AMMINISTRAZIONE SI IMPEGNA A ISTITUZIONALIZZARE CONSIGLI COMUNALI APERTI PERIODICI CON LA POSSIBILITA’ DI QUESTION TIME DA PARTE DEI CITTADINI? Territorio Il consumo di suolo con il conseguente degrado del territorio e la perdita delle funzioni dei nostri ecosistemi, continua ad un ritmo non sostenibile e costituisce uno dei più importanti argomenti di intervento dei prossimi anni. La Legge regionale 65/2014 afferma tra i suoi principi cardine la riduzione del consumo di suolo. Purtroppo in questi anni i risultati raggiunti sono assolutamente insufficienti. Il nostro comune con il suo Piano Operativo prevede un consumo di suolo tra i più alti dell’intera provincia nonostante oltre il 30% del patrimonio edilizio esistente sia inutilizzato (Fonte Censimento ISTAT 2011). Un consistente contenimento, coerente anche con l’obbiettivo delle Nazioni Unite di allineamento del consumo di suolo alla crescita demografica reale entro il 2030, è la premessa per garantire una ripresa sostenibile dei nostri territori attraverso la promozione del capitale naturale e del paesaggio, la riqualificazione e la rigenerazione urbana. Per questo riteniamo indispensabile la revisione del Piano Strutturale e del Piano Operativo in modo da limitare il consumo di nuovo suolo e favorire il riuso e il recupero del patrimonio edilizio esistente. Rivedere le previsioni di nuove edificazioni, rendere obbligatorio il censimento e la rilevazione del patrimonio edilizio esistente e inutilizzato, mettere a punto politiche amministrative di incentivi/disincentivi economici e fiscali rispettivamente per il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente e per la nuova edificazione”
  3. “LA NUOVA AMMINISTRAZIONE SI IMPEGNA ALLA REVISIONE DEL PIANO STRUTTURALE E DEL PIANO OPERATIVO SECONDO LE SEGUENTI LINEE GUIDA? a) Censimento quali/quantitativo del patrimonio edilizio esistente inutilizzato b) Adeguamento delle previsioni edificatorie alla effettiva crescita demografica c) Copertura del fabbisogno di nuove abitazioni con il riutilizzo prioritario del patrimonio edilizio esistente Ambiente e salute La cessione di tutta l’area dell’ex Frigomacello al colosso industriale di ACEA ha reso ancora più critica la prospettiva di una sua riconversione coerente con le esigenze della popolazione. Tanti, troppi, i nodi critici sul tavolo. Nichel: ormai da oltre 10 anni è stata accertata la presenza anomala di nichel ma ancora nulla si sa sulle cause, la sua estensione e gli eventuali effetti sulla salute degli abitanti. Uno studio del 2014 accertò che l’inquinamento deriva da più focolai, per individuare i quali è necessaria una rete di monitoraggio che abbracci l’intera area industriale delle Biffe. Un fenomeno così esteso per un tempo così lungo ha prodotto conseguenze sulla salute degli abitanti? Riteniamo necessario che, accanto alle indagini tecniche per individuare cause e estensione, si aggiunga anche una indagine epidemiologica per accertare se e quali conseguenze ci siano state per la salute della popolazione di Chiusi Scalo. Esperienze anche italiane di indagini del genere ci sono e possono costituire dei validi esempi da seguire. Strettamente connessa alla questione del nichel, è quella delle operazioni di bonifica dell’area. Allo stato appaiono non più procrastinabili interventi di bonifica nell’area dell’ex Frigomacello, a maggior ragione se consideriamo che anche da ultimo, l’indagine del novembre 2019 eseguita da ARPAT in contraddittorio con ACEA ha rilevato il superamento, molto elevato rispetto ai valori soglia, delle concentrazioni di Ferro (+ 47%) e Manganese (+ 32%), inquinanti questi che si aggiungono a quelli derivanti da Nichel già precedentemente accertati e documentati”
  4. “LA NUOVA AMMINISTRAZIONE COMUNALE SI IMPEGNA A FARSI PARTE DILIGENTE PER L’ATTIVAZIONE DEI PROCEDIMENTI DI BONIFICA O COMUNQUE PER LA SOLLECITA PROSECUZIONE DELLE STESSE OVE INIZIATE E A REALIZZARE LE DUE CAMPAGNE DI INDAGINE TECNICA E EPIDEMIOLOGICA PER STABILIRE CAUSE, ESTENSIONE E GLI EVENTUALI DANNI ALLA SALUTE CAUSATI DELL’INQUINAMENTO DA NICHEL? Aria: E’ cosa nota a tutti quanto sia importante per la salute la qualità dell’aria che respiriamo. Così come è noto a tutti che quando si superano i limiti per l’inquinamento dell’aria si rende necessaria l’adozione di limitazioni al traffico cittadino o di altre misure contenitive e di contrasto per provare a migliorare la situazione. Nella nostra cittadina appare fondamentale adottare programmi di monitoraggio della qualità dell’aria al fine di verificare i livelli delle polveri sottili, del particolato e di altri tipi di inquinanti, con l’istallazione di appositi strumenti rilevatori. E ancora: il Biomonitoraggio atmosferico basato sull’uso degli organismi viventi come biosensori e bioaccumulatori degli inquinanti. La bioindicazione consente di rilevare gli effetti sinergici prodotti da diverse sostanze su un organismo vivente sottoposto a lunghi periodi di esposizione agli inquinanti e di monitorare ampie aree con costi relativamente bassi consentendo quindi di indagare i possibili effetti sanitari derivanti dall’interazione di sostanze diverse anche se nei limiti previsti dalla normativa. Sarebbe funzionale al monitoraggio anche la redazione di un piano di Urban greening in quanto lo studio della fisiologia delle piante permette, ad oggi, di valutare quali specie arboree possono essere utilizzate come mitigatori degli effetti conseguenti all’inquinamento atmosferico”.
  5. “LA NUOVA AMMINISTRAZIONE COMUNALE SI IMPEGNA AD ADOTTARE IN TEMPI BREVI DALL’INSEDIAMENTO PROGRAMMI DI MONITORAGGIO DELL’ARIA CON CONSEGUENTE ADOZIONE, OVE NECESSARIO, DI MISURE CONTENITIVE E DI RIDUZIONE DEGLI ELEMENTI INQUINANTI DELL’ARIA? Le Biffe: un potenziale polo interregionale dei rifiuti: la probabile riproposizione da parte di ACEA di un impianto di trattamento dei fanghi dei depuratori delle fogne di Toscana e Umbria, l’ampliamento dell’impianto di trattamento di rifiuti speciali ex Bioecologia (acquistata da ACEA), e da ultimo, l’annunciato trasferimento nell’area ex Nigi dell’impianto di trattamento di rifiuti speciali e pericolosi di Cascina Pulita oggi situato ai Quattro Poderi. Tutti elementi che, con la loro realizzazione, porterebbero alla costituzione di un mega centro di trattamento rifiuti che confligge in modo radicale con le esigenze della popolazione. Il tutto in palese violazione del principio di prossimità. Se questo è quello che vogliono i prossimi amministratori sappiano fin da ora che ci batteremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione, a cominciare dal voto, per evitare questa sciagura. E’ evidente la necessità di una sostanziale inversione di direzione che, per come stanno le cose, richiederà, prima ancora delle risorse, una volontà politica e amministrativa straordinarie per definire e poi realizzare un processo di riconversione dell’area. Nulla si sa sull’Accordo per l’Innovazione, approvato dalla Giunta Regionale Toscana con la Delibera n. 1148 del settembre 2019, che prevedeva un finanziamento a fondo perduto di circa 5 mln di € da parte di MISE e Regione Toscana a favore di ACEA e SEI Toscana (il nostro gestore della raccolta dei rifiuti), per la realizzazione, tra gli altri, di un impianto per il trattamento dei fanghi di depurazione a Chiusi. E’ ancora valido, è stato annullato oppure è stato prorogato? Nessun ulteriore insediamento di industrie insalubri di prima classe (in particolare di trattamento rifiuti) compreso quello di Cascina Pulita alle Biffe, riconversione dell’area dell’ex frigomacello con l’insediamento di attività industriali e di ricerca. Questi sono i presupposti irrinunciabili senza i quali qualunque dichiarazione di intenti risulterebbe velleitaria e priva di credibilità”

6.”LA NUOVA AMMINISTRAZIONE SI IMPEGNA A NON CONSENTIRE ALLE BIFFE ULTERIORI INSEDIAMENTI DI INDUSTRIE INSALUBRI DI 1 °CLASSE NONCHE’ ALLA RICONVERSIONE DELL’EX AREA DEL FRIGOMACELLO PER ATTIVITA’ PRODUTTIVE E DI RICERCA CHE ESCLUDANO QUELLE RICONDUCIBILI DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE AL COMPARTO DEI RIFIUTI?”

  1. “LA NUOVA AMMINISTRAZIONE SI IMPEGNA A VERIFICARE LO STATO DI ATTUAZIONE DELL’ACCORDO PER L’INNOVAZIONE E A FAR SI CHE NESSUN IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI, (DI RICERCA, SPERIMENTALE O OPERATIVO) VENGA REALIZZATO NELL’AREA DELL’EX FRIGOMACELLO?”

8.” LA NUOVA AMMINISTRAZIONE SI IMPEGNA IN TUTTI I POSSIBILI TAVOLI IN CUI POTRÀ ESSERE EVENTUALMENTE COINVOLTA IN RELAZIONE AL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI A RICHIEDERE, COME PRECONDIZIONE NECESSARIA (MA DI PER SE NON SUFFICIENTE) L’APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI PROSSIMITÀ? PRINCIPIO NON SEGUITO PER IL CARBONIZZATORE, PER IL DEPURATORE EX BIOECOLOGIA E PER CASCINA PULITA Lago Sito di interesse comunitario (SIC) appartenente alla Rete Natura 2000, classificato dalle due Direttive europee “Uccelli” e “Habitat” rispettivamente Zona di Protezione Speciale (ZPS) e Zona Speciale di Conservazione (ZCS), e per questo sottoposto da oltre 20 anni a numerose normative nazionali e regionali di tutela, conservazione e valorizzazione del suo patrimonio naturalistico e ambientale. Regolamentato da almeno 6 “Piani” dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale (Piano di Gestione delle Acque, Piano di Gestione Rischio Alluvioni, Piano Assetto Idrogeologico, Piano Qualità delle Acque, Piano di Bilancio Idrico, Piano Riduzione Rischio Idraulico) alcuni dei quali finalizzati a contrastare l’interramento e l’inquinamento delle sue acque da coltivazioni agricole e da allevamento. Nonostante questa selva di norme non è mai stato redatto e approvato il “Piano di Gestione” con il quale definire e attuare le norme operative di tutela e salvaguardia, ricercare fondi, promuovere il coordinamento degli Enti competenti nei diversi settori (Genio Civile, ARPAT, Autorità di Bacino, Regione) ed esercitare l’azione di controllo sulla corretta attuazione delle diverse normative. Il Comune di Chiusi è uno dei pochi comuni della provincia di Siena oltre a Colle Val d’Elsa, Poggibonsi, Siena, Sinalunga e Monteriggioni a non avere aree del proprio territorio classificate “zona rurale” con la conseguenza di non poter accedere ai finanziamenti previsti dal Piano Ambientale ed Energetico della Regione per la copertura del 100% delle spese necessarie alla formazione del Piano di Gestione del lago. L’abbandono delle vasche di decantazione delle acque di piena ha fatto si che l’apporto solido giunto al lago negli ultimi 40 anni sia stato di circa 1,651 mln mc. e sul suo fondo ci sia uno strato di limi e fanghi spesso 2,5 mt. (Fonte: Relazione di Incidenza alla Valutazione Ambientale Strategica della Variante n.3 al Piano Operativo)”

  1. “LA NUOVA AMMINISTRAZIONE SI IMPEGNA A FAR CLASSIFICARE L’AREA DEL LAGO “ZONA RURALE” E COMUNQUE A DOTARSI DEL PIANO DI GESTIONE DEL SITO NATURA 2000 LAGO DI CHIUSI?”

10.” LA NUOVA AMMINISTRAZIONE SI IMPEGNA A COMPLETARE IL COLLEGAMENTO DEL CANALE DI DRENAGGIO DELLE ACQUE METEORICHE DEL VERSANTE UMBRO CON IL DEPURATORE DI PIAN DELLE TORRI E A RIPRISTINARE LE VASCHE DI DECANTAZIONE PER CONTRASTARE L’INQUINAMENTO E L’INTERRAMENTO DEL LAGO? Rifiuti La gestione dei rifiuti nel nostro ATO ha criticità strutturali che affondano le loro radici in un contratto di servizio così squilibrato che portò nel 2017 ad un’indagine della magistratura fiorentina con l’arresto per turbativa d’asta e corruzione dell’allora Direttore Generale di ATO Toscana Sud, alla sospensione dai pubblici uffici del Presidente e del Direttore Generale di Toscana SEI e al suo commissariamento da parte dell’Autorità Anticorruzione. Nonostante questi gravissimi fatti nulla è stato modificato nell’assetto contrattuale e del servizio. Siamo fermamente convinti della validità dell’economia circolare con la progressiva riduzione della produzione di rifiuti fino al loro azzeramento. Siamo altrettanto convinti che le risposte più convincenti siano quelle che privilegiano flessibilità e integrazione. Flessibilità dimensionale per la raccolta e integrazione tecnologica per il trattamento Siamo sempre in attesa delle risposte dell’attuale sindaco sui recenti aumenti della TARI e ritorneremo presto sull’argomento perché il tema della gestione dei rifiuti è particolarmente rilevante per l’ambiente e per le nostre tasche. In attesa di ciò vogliamo comunque porre sul tavolo una prima questione relativa alla raccolta differenziata che sarebbe in grado fin da subito di incidere positivamente sulla riduzione di tariffe e rifiuti: l’introduzione della raccolta differenziata puntuale e l’interpretazione della normativa Tari secondo cui “paghi per ciò che produci”.

  1. “LA NUOVA AMMINISTRAZIONE SI IMPEGNA AD ATTIVARE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA PUNTUALE CON LA TARI DIMENSIONATA SULLA QUANTITA’ DI RIFIUTI EFFETTIVAMENTE PRODOTTA E NON SU MQ E NUMEROSITA’ DEL NUCLEO FAMILiARE?”