Chiusi: giunto alla 9° edizione il Notiziario Flash del Museo Nazionale Etrusco che è dedicata ad Alberto Dondoli, ispettore onorario per la ex Soprintendenza Archeologica della Toscana

E’giunto  alla 9° edizione di  ArcheoChiusi News, il Notiziario Flash del Museo Nazionale Etrusco di Chiusi. Una edizione che parte del viaggio dedicato ai 49 Musei della Direzione Regionale Musei della Toscana, realizzato in collaborazione con Comune e Gruppo Archeologico “Città di Chiusi”, inserito anche nelle iniziative MiBACT #artyouready, GranVirtualTour, #paesaggioitaliano e ViaggioinItalia.Il Notiziario Flash del Museo Nazionale Etrusco di Chiusi, ideato e curato dal direttore del Museo,  ha voluto tenere compagnia a famiglie, a studiosi e appassionati, a chiunque fosse interessato, in questo lungo e triste periodo di Lockdown toccando, in estrema sintesi, i più svariati argomenti di archeologia chiusina e decuplicando, grazie a tematiche sempre nuove e diverse, il pubblico virtuale del Museo.Il Notiziario, sempre accompagnato da una versione per bambini, che ha illustrato le sale del Museo, a cura di C. Balducci, rappresenta anche un prezioso strumento di didattica a distanza, oltre che un’occasione di approfondimento e divertimento, di stimolo e preparazione alla visita, non appena, a breve, il Museo sarà riaperto. Ogni video è disponibile sulle pagine istituzionali MiBACT, e in particolare sui canali social del Museo Nazionale Etrusco di Chiusi, FB, Instagram e YouTube. Questa nona edizione, che presenta in sintesi alcuni aspetti della produzione ellenistica in pietra fetida, è dedicata ad Alberto Dondoli, ispettore onorario per la ex Soprintendenza Archeologica della Toscana, prematuramente scomparso, che ha trascorso gran parte della sua esistenza a segnalare, proteggere e valorizzare il patrimonio archeologico pientino, in stretta collaborazione con le Istituzioni preposte e con grande onestà, passione, dedizione e competenza.

In breve di seguito i contenuti di questa edizione:

Nel Febbraio 1981, a Pienza , in località Cretaiole durante lavori di sottofondazione di un casale venne alla luce e fu parzialmente distrutta dal mezzo meccanico, una piccola tomba a camera. Nonostante la perdita di gran parte del corredo, la tomba si segnala per la varietà tipologica dei cinerari, tutti in pietra fetida, per alcune peculiarità epigrafiche e per la possibilità di ricostruire, seppure parzialmente, i legami parentelari della famiglia titolare del sepolcro, la gens Caini, una gens di un certo rilievo anche al di fuori della Val d’Orcia, che ha saputo stringere rapporti con famiglie di grande prestigio delle città-stato contermini, Chiusi, Cortona e forse Perugia. La piccola tomba a camera, i cui materiali sono conservati a Pienza, ci lascia intuire l’intraprendenza e la vivacità della famiglia che, attraverso attenti legami matrimoniali, riuscì probabilmente a costruire solidi basi patrimoniali. Se questi legami non hanno portato i caini alle fortune di più note famiglie etrusche quali i Sentinate, i Petru o i Cusu, ne hanno fatto però una gens di tutto rispetto nel panorama delle piccole aristocrazie di campagna chiusine, che ha tratto dai vincoli di parentela, orgogliosamente ostentati, un motivo di espansione, affermazione sociale, ricchezza e agiatezza.