Chiusi : il ritorno del Bronzetto del 2° secolo A.C., probabile bottino di uno scavo abusivo, e ritrovato in Friuli dal Nucleo dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale

Di Nicola d’Argenio

Presentato ufficialmente oggi e consegnato al Museo Etrusco di Chiusi il prezioso manufatto etrusco ritrovato lo scorso anno in Friuli, dal Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Udine.  Davvero palpabile la soddisfazione espressa dalle autorità presenti a cominciare dal vicesindaco di Chiusi  Chiara Lanari. Si tratta di “ Una figura maschile orante “ risalente al II sec. A.C. E’ stato recuperato lo scorso anno, con un sequestro disposto dalla dottoressa Elena Torresin, sostituto procuratore della Repubblica di Udine, intervenuta alla conferenza stampa e che ha coordinato le indagini svolte dagli uomini del Nucleo dei Carabinieri della TPC di Udine, guidati dal Maggiore Lorenzo Pella che ha illustrato come le operazioni siano partite dal costante monitoraggio dei siti web del settore. Inizialmente infatti si era pensato che l’opera facesse parte del bottino del clamoroso furto subito dal Museo Etrusco di Chiusi, nella notte tra il 28 ed il 29 aprile del 1971, come ha ricordato la dottoressa Maria Angela Turchetti attuale direttrice del museo che ha ricordato attraverso quale attento percorso di ricerca ,anche tecnico scientifica, si sia risaliti alla effettiva collocazione del reperto, illustrandone anche il carattere votivo della creazione. Presente anche il Direttore Regionale dei  Musei della Toscana, il Dottor Stefano Casciu che ha tenuto a sottolineare il ruolo fondamentale svolto dal Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. I quali pur appartenendo a  tutti gli effetti, all’ Arma, come tutti gli altri Nuclei Speciali dei Carabinieri, sono comunque parte integrante del Ministero dei Beni Artistici e Culturali. Il lavoro dei militari è stato sottolineato con soddisfazione anche dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Siena, il Colonnello Nicola Ferrucci. L’opera probabilmente riportata alla luce in passato da uno scavo abusivo, si trova ora collocata al posto d’onore nel Museo Etrusco di Chiusi, in attesa di essere ammirata dai tanti visitatori che ogni anno vi si recano.