Chiusi: impianto Acea; l’inchiesta pubblica segna un punto a favore di comitati e cittadini 

di Massimo Montebove

Il “carbonizzatore” è stato carbonizzato. Questo, in estrema sintesi, l’esito della seconda assemblea della cosiddetta “inchiesta pubblica regionale” (nella foto il presidente della commissione d’indagine Alessandro Franchi) svoltasi a Chiusi in un Teatro Mascagni con oltre 300 presenti. Calcisticamente parlando, comitati e cittadini hanno battuto ieri sera Acea col netto punteggio di 3 a 0. I tecnici e gli esperti della multiservizi romana, infatti, non hanno praticamente convinto nessuno dei presenti con la loro presentazione del progetto “green” di riqualificazione dell’area dell’ex frigomacello e di creazione di un impianto per la produzione di biolignite. Al di là degli aspetti tecnici, sono rimasti in piedi tutti i dubbi relativi alle emissioni inquinanti e sulla stessa grandezza del complesso per la cui realizzazione è per altro necessaria una variante al piano regolatore. Il comitato A.ri.a. – Azione per il rispetto dell’ambiente, uno dei più attivi, ha fatto anche notare una serie di errori e omissioni nelle slide di Acea dalle quali non appaiono i famigerati camini, che pure esistono. E pure sulla necessaria bonifica dell’aria dove sorgerebbe l’impianto poco o nulla emergerebbe dalle carte ufficiali. Insomma, nella serata che avrebbe dovuto consacrare il progetto, Acea ha fatto una pessima figura. Tanto che sui social comitati e cittadini contrari alla struttura cantano vittoria. Il sindaco di Chiusi Juri Bettollini ha chiaramente detto che se tutti i dubbi non saranno sciolti, l’impianto non verrà fatto. Si attendono adesso le prossime riunioni dell’inchiesta pubblica e l’attesa contromossa di Acea.