Chiusi : la famiglia Dalbello apre una nuova sede dell’azienda “Manifattura Calzaturificio Farida” a Scandicci, nel crocevia dell’alta moda fiorentina

Di Giulia Benocci

La famiglia Dalbello dopo il grandissimo successo dell’azienda “Manifattura Calzaturificio Farida” a Chiusi, cerca di conquistare anche il territorio fiorentino, aprendo un nuovo stabile a Scandicci, crocevia importante per l’alta moda. Il tanto atteso “taglio del nastro”, dopo due anni di progettazioni ed elaborazione di strategie di marketing vincenti è arrivato dai quattro componenti della famiglia Dalbello: Franco Dalbello e Luciana Fabrizi, i fondatori, ed i figli Alessandro e Manila.Dopo il taglio la famiglia ha invitato gli ospiti a visitare la nuova struttura, all’avanguardia con macchinari per la realizzazione delle scarpe tecnologiche e di ultima generazione, dato che uno dei principi cardine dei Dalbello è di realizzare sempre prodotti di altissima qualità nel rispetto dell’ambiente. L’azienda di famiglia è nata nel 1970 e si è evoluta gradualmente grazie alla lungimiranza della coppia fondatrice Franco e Luciana Dalbello, i quali già lavoravano nell’azienda in giovane età, la moglie come impiegata e il marito come capo fabbrica modellista; l’ex titolare di “Farida” però era molto anziano e voleva chiudere l’azienda con conseguente perdita di lavoro dei dipendenti; a quel punto la coppia Dalbello decise di rilevare l’azienda mantenendo il posto di lavoro a tutti i 12 operai . “Al livello economico ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo dati da fare – ha confidato la signora Fabrizi – ma fortunatamente di lavoro ce ne era molto ed in soli 4 anni siamo riusciti a ripagare tutto e ci siamo stabiliti in una nuova struttura nella quale siamo ancora oggi a Chiusi”. Il marito Franco Dalbello ha aggiunto :“quando abbiamo creato l’azienda con mia moglie, non pensavamo di arrivare a questo punto; aprire un nuovo stabile qui a Scandicci significa avere una certezza per il futuro dato che questo è un polo importante per la moda”.Il progetto industriale per evolvere l’azienda chiusina è partito due anni fa, in tempi non sospetti, quando ancora nella cittadina di Scandicci erano disponibili strutture adatte a realizzare un laboratorio come quello di cui aveva bisogno “Farida”. Sono stati dei precursori; adesso c’è una richiesta altissima e stabili così grandi non sono più disponibili a Scandicci. L’azienda è presente sul territorio in maniera molto importante, producono per Burberry, Dior e sono in cerca di nuovi clienti in questo crocevia importante per l’alta moda. “È un momento storico importante – ha dichiarato Alessandro Dalbello – , ricreiamo un’asse importante con Firenze. Trovare un edificio come questo, a Scandicci, non è facile, abbiamo avuto un pizzico di fortuna, ma anche un po’ di coraggio dato che siamo partiti per primi”.La strategia di marketing dell’azienda prevede 3 step: il primo è stato abbassare l’età media all’interno dell’azienda da 49 a 41 anni. Il secondo allocare nella filiale fiorentina il reparto di prototipi, campionari, piccole produzioni speciali, su richiesta di stilisti di grandi firme che collaborano con l’azienda e sfilate di moda, mentre a Chiusi rimane il reparto di produzione. Il terzo step sarà ingrandire anche il locale di Chiusi, perché secondo il progetto la mossa numero 2 dovrebbe portare ad un aumento della produzione anche nella città di Porsenna. La “Manifattura Calzaturificio Farida” negli anni ha dato tanto alla città di Chiusi, adesso con molto coraggio, in un periodo in cui l’economia italiana è in un momento di stallo, ha deciso ugualmente di scommettere sul futuro ed investire su impianti all’avanguardia, costruendo un ponte di interscambio tra le due città e creando nuovi posti di lavoro: al momento nell’azienda di Chiusi ci sono 35 dipendenti, mentre in quella di Scandicci, per ora sono 5, ma nei prossimi due anni prevedono di avere oltre i 20  dipendenti.“È un’emozione e un onore essere qui, non solo per l’amicizia che mi lega con Alessandro, ma anche perché – ha commentato il sindaco Juri Bettollini – rappresenta un momento di crescita importante sia per l’azienda che per la nostra città. Il popolo di Chiusi è ambizioso, è nel nostro DNA ed è giusto che in questo momento siamo vicini alla famiglia Dalbello per auguragli di continuare così, ed avere sempre un grande successo come ora”.Il lavoro del modellista è di portare in 3D ciò che lo stilista disegna sul foglio e mettere in grado di lavorare al meglio possibile chi realizza concretamente la scarpa; “io devo lavorare in simbiosi e in contemporaneità con il modellista di Chiusi Roberto Meloni – ha fatto presente Cristiano Grazini, modellista della sede di Scandicci – dato che non siamo coordinati sul lavoro sia qui che a Chiusi, Roberto è costretto a buttare il mio modello e ricostruirlo da zero, e sarebbe una perdita di tempo”.  Dopo che è stato creato il modello tridimensionale, si passa alla lavorazione della pelle ed all’uso di macchinari altamente specializzati. “Io nel programma imposto la forma, l’altezza del tacco, il materiale ed il macchinario lavora la scarpa con precisione al millesimo – ha detto Simone Montarsi, responsabile del Laboratorio e dei Macchinai, Specializzato nel Reparto di Montaggio – ; inoltre abbiamo le macchine programmabili, in modo tale che le impostazioni che registro per un determinato modello, rimangono in memoria ed anche dopo tempo se ho bisogno di rimettere in produzione quel determinato modello, ho già i parametri impostati; quindi è un notevole vantaggio per la qualità della produzione”. L’inaugurazione a Scandicci non poteva essere degna per un’azienda di tale livello senza del buon cibo servito a buffet ed un cocktail  bar, allietati dalla musica di un dj, accompagnato da un sassofonista ed un percussionista. Si è unito ai festeggiamenti anche il primo cittadino di Scandicci Sandro Fallani: “complimenti alla famiglia Dalbello – ha detto – ;siamo in un contesto in cui i due territori possono far funzionare il nostro sistema economico e artigianale. Scandicci è il primo centro industriale Europeo per la Pelletteria. L’azienda può essere un volano di crescita per entrambi i territori, per l’occupazione e per la qualità”.