Chiusi: più di 300 persone alla presentazione del libro di Matteo Renzi che ha confermato la candidatura alle regionali di Stefano Scaramelli definendolo una “punta di diamante” con la possibilità di farlo entrare in giunta per rafforzare il territorio
Di Leonardo Mattioli
Non ha avuto alcun tentennamento il leader di “Italia Viva” Matteo Renzi quando ieri, dopo aver presentato il suo ultimo libro a oltre 300 persone nel giardino di un albergo di Chiusi (“Il Pino”), ha risposto a una domanda di un giornalista:”Stefano Scaramelli sarà sicuramente candidato alle prossime regionali del 20-21 settembre. E’ la nostra punta di diamante. Se vinceremo come credo contro la candidata del centrodestra Susanna Ceccardi, Scaramelli avrà sicuramente una posizione importante in Giunta per rafforzare il territorio. Ma dobbiamo lavorare casa per casa di qui alle elezioni e dobbiamo arrivarci con pacatezza, passo dopo passo girando tutta la Toscana anche se la candidata Ceccardi è la più assurda che ci potessero mentre contro, noi dobbiamo lavorare e arrivare alle elezioni con tranquillità”. Ad ascoltarlo , spesso divertite dalle battute e dal suo modo di fare da politico che sa calcare la scena, oltre 300 persone che hanno esaurito subito le 100 copie del suo libro “La mossa del Cavallo” (”troppo poche, non me l’aspettavo” ha poi commentato il rivenditore che le aveva portate)e che, terminato l’intervento del leader di “Italia Viva” si sono accalcate intorno a lui per farsi autografare il libro e per farsi un selfie. Insieme alle tante persone e alla famiglia di Stefano Scaramelli (uscita da qualche settimana da una quarantena a causa del Coronavirus)presente in prima fila, anche i responsabili provinciali del partito Pamela Fatighenti e Riccardo Burresi oltre all’assessore di Sarteano Francesca Tosti , alla consigliera comunale di Montepulciano Eleonora Contucci e a parecchi coordinatori dei circoli comunali del partito del senatore di Rignano. Assenti invece i rappresentanti del comune di Chiusi , come è stato fatto notare da alcuni partecipanti all’ iniziativa con Renzi. Ma nessuna polemica. Renzi non ne ha fatto cenno come non lo ha fatto Scaramelli che ha introdotto il leader di Italia Viva anticipando un tema sviluppato poi dallo stesso Renzi, cioè che le elezioni regionali in Ttoscana sono “un test importante per la politica nazionale”. Infatti poi lo stesso Renzi ha fatto presente che le elezioni toscane rappresentano un voto importante per l’Italia e corposo, ovviamente insieme alle altre regioni che votano, perché sono le ultime prima del voto nazionale del 2023, quindi fino a fine legislatura. Restando al tema delle elezioni regionali, Renzi, rispondendo poi ai giornalisti, ha confermato che la candidatura del renziano Ivan Scalfarotto a governatore della Puglia (supportato anche da “Azione” di Carlo Calenda e da “più Europa” della Bonino) è contro due “populismi”: quello del centrodestra che schiera Raffaele Fitto e quello di Michele Emiliano. Poi Renzi, tra una battuta e l’altra, ha fatto la storia della sua ascesa a Premier precisando che “ ora sono solo un senatore e non porto rancore. Per me il “potere” è un verbo per fare qualcosa a favore della comunità”. Quanto al titolo del libro (“che ho scritto io e non mi sono fatto scrivere da altri come fanno molti politici”) Renzi ha spiegato che “La mossa del cavallo vuol dire invitare tutti a darsi una scossa, a lavorare”. Quindi ha ripercorso la strada che lo ha portato a proporre al Pd di fare un governo con il M5S (“turandomi il naso come diceva Indro Montanelli”): “Salvini è un avversario con una idea della società che crea odio sociale e che io non condivido. Larga parte del Pd l’anno scorso era convinto che dopo la decisione di Salvini di far saltare il governo con i grillini si potesse vincere andando alle elezioni ma io non ci ho mai creduto : ecco perché mi sono speso presso il Pd per fare l’accordo con il M5S. Proprio per evitare che Salvini andasse al potere”. Dopo alcuni riferimenti poco lusinghieri nei confronti dell’attuale ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che conosce da tempo (“gli abbiamo spiegato più volte la differenza tra giustizialismo e garantismo”) Renzi ha valutato positivamente gli “Stati generali portati avanti dal Premier Conte definendoli un momento di ascolto importante” aggiungendo però che ora occorre “passare dalle parole ai fatti” :”a Conte ho detto apriamo i cantieri e facciamo ripartire un po’ tutto. I soldi ci sono ma i burocrati li tengono bloccati. Nelle banche ci sono altri 23 miliardi di risparmi, facciamoli impiegare nello sviluppo e non pieghiamoci alla sinistra radicale che vorrebbe fare una patrimoniale. Io sono nettamente contrario. Insomma il paese va fatto ripartire anche perché il 25% degli italiani in questo periodo di Coronaviorus non ha avuto né stipendi né pensioni. Sono i ‘non garantiti’. Io ho suggerito al ministro Teresa Bellanova di pagare con il contributo di 400 milioni la quota statale dei contributi in agricoltura. E quando la Bellanova ha pianto di fronte a tutti per la gioia di aver raggiunto il risultato la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni l’ha attaccata: ma è la giovane Meloni che dovrebbe vergognarsi per come fa politica”. Infine Renzi, dopo aver invitato tutti i presenti a leggersi il libro che contiene molti suggerimenti per rilanciare il paese (tra l’altro quella di far entrare nei Cda delle aziende i rappresentanti dei lavoratori che ricalca una proposta della Cisl di Pierre Carniti degli anni ’70-’80), ha chiuso, sempre molto applaudito, sottolineando come “io stia ripartendo da zero: potevo restare nel Pd e qualcosa sarebbe successo e forse avrei avuto anche un ruolo ma il mio obiettivo è un altro: quello di dare una speranza non solo ai giovani ma anche a quelli che hanno i capelli bianchi e il mio libro lo spiega”.