Chiusi: quattro giorni immersi nel mondo dello Slow Food in occasione dell’incontro Internazionale del Consiglio. Sono stati creati tavoli di lavoro per poter dibattere della biodiversità e dei metodi sempre più innovativi per espandere questo “stile di vita”

Di Giulia Benocci

Nella città di Porsenna si conclude oggi , domenica 16 giugno, il meeting Internazionale di “Slow Food” che ha visto  persone provenienti da tutto il mondo con in mente un’unica mission: quella della difesa della biodiversità, creando una rete sempre più ampia di collaboratori che credono fermante nell’ideale, portato avanti da oltre 30 anni dal Presidente e Fondatore di Slow Food, Carlo Petrini. I componenti del Consiglio Internazionale si sono divisi in quattro gruppi di tavoli di lavoro ed hanno dibattuto su quattro temi: la Comunicazione, i Progetti, l’Organizzazione e il Network. I quattro gruppi hanno girato a rotazione i quattro tavoli di lavoro in modo che ogni gruppo abbia avuto la possibilità di discutere di tutti i temi.“È un grande onore per la nostra città ospitare i lavori dell’Associazione internazionale ‘Slow Food’ e sono orgoglioso di avere qui con noi ‘Carlin’ Petrini – ha dichiarato il primo cittadino Juri Bettolini – . I punti cardine sono chiari: dobbiamo combattere con forza i processi di inquinamento sul territorio. Noi ripartiamo dal buono e dal giusto consapevoli che sarà una sfida e la rotta per le nuove generazioni”.Il movimento da oltre 30 anni si è diffuso in ogni parte del mondo, coinvolgendo circa 160 Paesi, affrontando i problemi legati al cibo, all’ambiente ed alla salvaguardia del nostro pianeta. In parallelo cerca di formare i ragazzi ed ampliare la rete di comunicazione per tutti gli associati del mondo. Per quanto riguarda la formazione dei ragazzi, c’è il desiderio di aprirsi alle nuove generazioni e affiancarle in modo tale che in futuro possano portare aventi ed ampliare ulteriormente il progetto. È stata creata, a questo proposito, l’unica università al mondo di Scienze Gastronomiche, riconosciuta come classe di laurea, Gli studenti provenienti da tutto il mondo collaborano, tramite il progetto “Arca”, raccolgono informazioni sulla gastronomia e i prodotti tipici del loro territorio di appartenenza, per un progetto comune. “La nostra università non è mirata solamente a formare i ragazzi allo scopo di aprire un locale o di formare esperti appassionati di gastronomia – ha affermato Valentin Hehl, uno studente svizzero dell ‘università, con sede a Pollenzo – ma è più votata al conoscere e far conoscere le biodiversità,le diverse economie legate alla gastronomia in tutto il mond, e grazie a questo cercare di capire ed anticipare i problemi che potremmo trovarci davanti in futuro”. I ragazzi vengono abituati durante gli anni di studio a pensare in maniera sinergica, ovvero attivare dei contatti sul territorio, per uno sviluppo utile e sostenibile per le comunità .“Grazie a questa università, ho avuto modo di capire come il cibo si possa connettere e possa essere valorizzato, in collegamento con il comparto turistico, educativo e sociale – ha spiegato un ex studente dell’università di Gastronomia Davide Murroni – .Noi abbiamo una grande opportunità di creare una rete tra studenti e persone della comunità Slow Food che conosciamo durante i viaggi didattici”.Il programma di questi quattro giorni è stato molto intenso, con le riunioni dei membri del Consiglio Internazionale, le visite in aziende locali associate (“acchiocciolate” in gergo), come per esempio in un’azienda di allevamento di Chianina allo stato brado o la visita in una cantina di Chiusi, “Colle S. Mustiola”. Il pranzo finale di oggi con tutti gli associati, sarà un buffet preparato dai “Cuochi dell’Alleanza Toscana Slow Food”, coordinati dalla Responsabile dei Cuochi dell’Alleanza Toscana Sud. “Sono 18 anni che sono impegnata nello Slow Food, il mio ristorante è nato nel 2001 ed insieme al referente di zona Alberto Varaldi è nato tutto –  ha sottolineato la signora Tacchi – ; dal 2009 sono diventata cuoca dell’Alleanza, e da allora sono stata sempre più coinvolta per salvaguardare quelle che sono le nostre eccellenze. Sono molto orgogliosa dei grandi passi in avanti che abbiamo fatto, perché essere un ristorante Slow Food, significa essere in contatto con tutti i produttori del cibo che utilizzo nella mia cucina”.Il Movimento è al centro della questione fondamentale della biodiversità, quindi favorire i produttori locali ed allo stesso tempo ha il dovere di adeguare la sua visione della mission per essere all’avanguardia. La perdita della diversità biologica cresce in maniera esponenziale.“Noi tutti abbiamo il dovere di difenderla” – ha ribadito Petrini- ;  quindi di conseguenza rinnovare i modi comunicativi per creare una ramificazione, sempre più fitta con tutte le persone che credono in questo obiettivo e fanno parte di Slow Food nel mondo. Le riflessioni che siamo chiamati a svolgere in questi giorni, devono essere propositive in modo tale che aiutino tutti a percorrere questo piccolo percorso che ci aspetta,  seguire la sensibilità del nostro movimento –  ha concluso il Fondatore –; le trasformazioni devono prevedere un cambio di mentalità a piccoli step. La buona regola è sempre la lentezza che ci dà il piacere di stare sempre all’interno dell’organizzazione”.