Chiusi: segretario provinciale Pd Andrea Valenti, “ho piena fiducia nel gruppo dirigente del Partito Democratico di Chiusi, che non ha aperto alcuna crisi ma intrapreso un percorso naturale e necessario. Far esprimere gli iscritti è un atto di democrazia dovuta, e sono certo che la avranno esercitata in piena coscienza. Il fatto che io non apprezzi Bettollini e che Bettollini non apprezzi me, vero o non vero, non c’entra niente. La politica non si fa con i risentimenti, figuriamoci con i sentimenti.”

Il segretario provinciale del Pd di Siena Andrea Valenti ha scritto, tra l’alto, su fb.

“ Si parla di una guerra nel PD. A me sembra esagerato, ma anche se fosse, per fare una guerra bisogna essere come minimo in due.  Se tutto nasce dal mio post su Facebook del 2 agosto, ma dubito che un post sia sufficiente a scatenare una guerra, di quel post vanno analizzati gli antefatti e le conseguenze.  Quello che ho scritto il 2 agosto è la reazione ad un articolo che riporta una dichiarazione di Bettollini. Titolo: Valenti ha fallito, ora è sfiduciato.   Si parla, naturalmente, di elezioni regionali. Mi si accusa di voler rifare i DS e si usano termini sprezzanti verso la lista che il PD ha candidato alle Regionali, composta da “5 anonimi e un consigliere uscente”. Insomma, sarei sfiduciato. Opinione legittima, ma alla quale non posso non rispondere. Dopo di me, fra l’altro, hanno parlato i fatti, cioè gli elettori. Due degli anonimi, nello specifico anonime cioè, sono state elette consigliere regionali. Non sono anonime, hanno un nome e cognome, Anna Paris ed Elena Rosignoli, l’ uscente è oggi Assessore alla Sanità.  Il Partito Democratico esprime oggi in Regione Toscana due consigliere e un assessore. Non credo sia mai successo prima.  Questo potrà non essere merito mio, non sono così presuntuoso, ma evidentemente quella lista non era proprio una lista di raccattati.  Dopo il mio post, Bettollini esce dal PD. Almeno che non si vogliano interpretare in modo fantasioso le parole che a me sembrano inequivocabili “Lascio il PD”. Non mi sospendo, prendo una pausa di riflessione, mi metto a sedere da una parte. Lascio. Ha un solo significato. Correttamente, Bettollini mi ha anche comunicato la sua indicazione per scritto. Quindi, sinceramente, questo balletto sul fatto che sia ancora iscritto, non lo sia, la validità delle tessere e tutto il resto mi sembra un ragionare di niente.  Un Partito è tante cose. E’ impegno, passione, militanza. Una cosa sicuramente non è. Non è un autobus dal quale si sale e si scende. Le porte sono sempre aperte, in entrata e in uscita, ma alcuni requisiti minimi vanno rispettati. Il primo, sembra anche banale dirlo, è votarlo.  Bettollini, in un post pubblico, ha invitato alle ultime regionali a votare il solo candidato Eugenio Giani e a non dare il voto di lista al PD. E’ una scelta legittima, ma incompatibile con l’ appartenenza al PD. Probabilmente, ma questa è una mia congettura, non pensava ad un risultato così importante per il PD Senese, una così vasta rappresentanza amministrativa in Regione, tenendosi le mani libere per poi eventualmente rivendicare una debacle che, nei fatti non c’è stata. Succede a tutti di sbagliare previsione, a me per primo. Chiusi sta vivendo una situazione complicata, come tutto il nostro paese. Ma non è aperta nessuna crisi, è aperto un confronto politico sul futuro amministrativo della città. Una pandemia che tutti stiamo soffrendo, benchè coincida con una scadenza amministrativa, non giustificherebbe la mancanza di una riflessione che un Partito ha il dovere di compiere, essendo tra le sue funzioni. E se si apre un confronto politico, immancabilmente ci sono posizioni che confliggono. La difficoltà sta nel trovare una sintesi, ma la politica è prevalentemente questo. Una cosa sicuramente emerge con forza alla consultazione di sabato: la necessità di costruire un’alleanza ampia, che compatti e rafforzi il campo del centrosinistra. Ho sempre trovato riduttiva la vocazione maggioritaria del PD, oggi poi mi sembra smentita dai fatti e dagli assetti.  Ho piena fiducia nel gruppo dirigente del Partito Democratico di Chiusi, che non ha aperto alcuna crisi ma intrapreso un percorso naturale e necessario. Far esprimere gli iscritti è un atto di democrazia dovuta, e sono certo che la avranno esercitata in piena coscienza . Io di certo non ho esercitato alcun tipo di influenza sulla loro decisione, non è nei miei diritti e a dire il vero neanche nei miei poteri (ricordo, un po’ per scherzo un po’ per amore di statistica, che al congresso che mi ha eletto segretario provinciale a Chiusi, dove il congresso si svolse ben due volte, presi un misero 19%, e mi andò comunque meglio di quando, nella fase del congresso nazionale, feci due uscite per rappresentare la mozione di Andrea Orlando: un voto a Montallese e un voto a Chiusi Città). Ma una cosa la ribadisco. Il fatto che io non apprezzi Bettollini e che Bettollini non apprezzi me, vero o non vero, non c’entra niente. La politica non si fa con i risentimenti, figuriamoci con i sentimenti.”