Chiusi: sempre distanti le posizioni tra Acea Ambiente e comitati di cittadini “ Aria” e “Il Riccio” sul progetto della società di realizzare un impianto di trasformazione di rifiuti in loc. Le Biffe. Anche nella terza sessione della commissione d’indagine regionale le parti hanno ribadito ciascuna la propria posizione con un tifo da stadio dalla platea. Ora spetta al presidente della Commissione tirare le conclusioni e presentare una relazione l’11 gennaio.Non sarà un compito facile per Alessandro Franchi

Di Leonardo Mattioli

A Chiusi in pochi vorrebbero essere ora nei panni di Alessandro Franchi, l’esperto indicato dalla Regione Toscana come presidente della commissione di indagine sul progetto di far realizzare nella cittadina etrusca, nella zona industriale Le Biffe, un impianto di trattamento dei rifiuti che dai detrattori è chiamato “Carbonizzatore”. Un impianto che ha visto soprattutto negli ultimi mesi scatenarsi i vari comitati di cittadini contrari fino a raggiungere il vertice della Regione che ha appunto istituito questa commissione per capire meglio di che si tratta. Il timore dei comitati infatti è che questo impianto vada a toccare la salute degli abitanti e impatti negativamente sull’ambiente. Dalla terza sessione di audizioni promossa dalla commissione, svoltasi ieri per oltre cinque ore, non sono emersi elementi tali da far immaginare anche lontanamente un avvicinamento delle posizioni e ora tocca al presidente Alessandro Franchi, che è un esperto e un chimico, tirare le conclusioni e redigere una relazione finale da presentare l’11 gennaio quando termineranno i lavori di questo organismo formato anche dai commissari Cristiano Casucci ( per i comitati “Aria” e “Il Riccio”) e Sandra Vitolo (Acea).Franchi infatti ha un compito ingrato e difficile: le argomentazioni esposte dalle parti sono state parecchie e tutte, soprattutto quelle dei comitati, convincenti e non solo perché ieri la platea dove si è svolta la sessione di audizioni era palesemente ostile ad Acea  e orientata contro la realizzazione dell’impianto. Ma soprattutto  perché le argomentazioni portate da Acea non sembrano aver risposto esaurientemente ai timori e alle paure della popolazione, non solo di Chiusi ma anche dei paesi vicini, preoccupata per le eventuali ricadute negative sull’ambiente e sulla salute.I timori e le paure sono rimasti e si possono sintetizzare nei cinque punti indicati in maniera sintetica da uno dei leader del comitato “Aria”, Romano Romanini : è un impianto chimico sperimentale; non si sa cosa vi entra e cosa ne esce; la carbonizzazione idrotermale non è economia circolare;la biolignite è un rifiuto; sono stati ignorati i danni per la salute e l’ambiente (“un aspetto questo – ha anche detto – che l’inchiesta pubblica non ha trattato”). Insomma una schiaffo sonoro alle rassicurazioni fornite dai tecnici di Acea  alle tante domande emerse nelle prime sessioni di lavoro da parte dei comitati e dei cittadini. E si che in apertura di lavoro è stato letto un messaggio del presidente di Acea  Ambiente “dispiaciuto per il clima che si è creato” e comunque volto a confermare la “volontà di creare una struttura per l’economia circolare”. Nello stesso messaggio era stato sottolineato che l’impianto è “improntato al massimo rigore,senza sversamenti di sorta. Un impianto non sperimentale ma innovativo”. Messaggio che concludeva ribadendo la disponibilità ad ascoltare tutti per apportare miglioramenti  anche da parte dei comuni limitrofi che, in effetti, non sono mai stati coinvolti, come ha denunciato più volte il primo cittadino di Cetona, Roberto Cottini. Un messaggio quindi di ampia disponibilità al confronto ma al quale non sarebbe seguito un analogo atteggiamento  da parte dei tecnici di Acea nel rispondere ai tanti quesiti posti dai comitati se molti, dalla platea, hanno urlato più volte che si trattava sempre delle solite e già note informazioni, come quelle sui presunti camini dell’impianto (uno, due o tre?), sui camion in entrata e in uscita, sulle manifestazioni di interesse da parte di società per acquistare il prodotto trasformato, sulla cosiddetta biolignite, sui controlli, sulla sicurezza delle emissioni  etc.. Una assemblea che ha visto meno partecipanti rispetto alla volta precedente (duecento persone) ma non meno agguerrite e meno motivate. Una platea sicuramente ostile al progetto di Acea e che si è fatta più volta sentire, con urla, applausi, qualche fischio, battute ironiche. In prima fila a seguire il dibattito in religioso silenzio  il sindaco di Chiusi Juri Bettollini , con lui il capogruppo di maggioranza Simone Agostinelli e l’assessore Andrea Micheletti. Di altri sindaci questa volta era presente solo Agnese Carletti di San Casciano dei Bagni, gli altri comuni erano rappresentati da Damiano Rocchi di Chianciano e da Emiliano Migliorucci di Montepulciano. Folta invece la rappresentanza delle diverse opposizioni da Gianfranco Maccarone di FdI a Francesca Capuccini della Lega, da Mattia Savelli sempre di FdI a Piero Andreini di una lista civica, da Nicola Bettollini, segretario del Partito Comunista della Valdichiana a Bruna Cippitelli del M5S di Chiusi.