Città della Pieve : Fase 2; sindaco Fausto Risini ,”non si possono chiedere solo sacrifici, servono più certezze. Non comprendo perchè , ad esempio, non si sia prevista la riapertura delle attività che riescono a garantire gli standard igienico-sanitari previsti”

Dal sindaco di Città della Pieve Fausto Risini riceviamo e pubblichiamo
“Dall’inizio di questa emergenza nazionale ho garantito, come è doveroso che sia, la mia piena collaborazione, fiducia e solidarietà al Governo. Non ho espresso posizioni personali se non quello di auspicare maggiori aiuti e fondi per rispondere concretamente alle esigenze dei miei cittadini. Ma nonostante i Decreti “Cura Italia” e “Liquidità” le difficoltà e le preoccupazioni che mi vengono poste si stanno acuendo giorno dopo giorno sempre di più.Noi Sindaci siamo qui in prima fila, il primo presidio sociale e democratico del nostro Paese e il Governo deve ascoltarci e darci risposte commisurate. I Comuni hanno bisogno di un’iniezione di liquidità immediata, lo abbiamo chiesto tramite l’Anci e auspichiamo in una rapida risposta da parte del Presidente Conte. Come abbiamo chiesto altresì un fondo per il sostegno agli affitti delle attività commerciali chiuse per Decreto e l’indispensabile sostegno alle famiglie che tornano a lavoro e che devono sapere come poter gestire al meglio i propri figli. Ai bambini, che sono i più colpiti da questa emergenza, chi ci pensa e soprattutto come?Lo dico onestamente, mi aspettavo una fase 2 diversa, con più organizzazione e strategia, non una fase 1 bis, come è stata definita giustamente da molti.A partire dal fatto che non comprendo perchè non si sia prevista la riapertura delle attività che riescono a garantire gli standard igienico-sanitari previsti.Badate bene, non parlo di un “riapriamo tutto e via” ma se un gioielliere, tanto per fare un esempio, riesce a garantire entrate contingentate, distanziamento interpersonale, dispositivi di protezione ecc. su quali basi dirgli di no? Qual è il criterio di selezione adottato?
Chi non era in grado di rispettare gli standard non riapriva, semplice.Ma la stessa opportunità, in una fase 2, va data soprattutto alle piccole e medie imprese che sono veramente in ginocchio e che senza un riassorbimento dei debiti da parte dello Stato, maturati con questo lockdown, avranno difficoltà a rialzarsi. Personalmente mi aspettavo un approccio sito-specifico per la strategia di ripartenza, che tenesse in considerazione le peculiarità delle zone che hanno praticamente azzerato i contagi, magari concedendo un minimo di discrezionalità alle Regioni.E concludo, per non dilungarmi troppo, che la normativa genera una confusione e delle contraddizioni non necessarie.
È d’obbligo, inoltre, in questo particolare momento tenere in debita considerazione anche il fattore psicologico dei cittadini che hanno bisogno di avere prospettive chiare e rassicurazioni sul proprio futuro. Non si possono solo chiedere sacrifici, diamogli anche la speranza e la certezza che lo Stato c’è e si prenderà cura di loro, di noi. Spero che il Governo accolga le nostre richieste sollecitamente e dia finalmente risposte più incisive e più strutturate”.