Città della Pieve: storia di una dinastia. La famiglia Bolla: dal Veneto all’Umbria  per produrre solo  vini naturali. La sapienza di ieri e la passione di sempre, pensando al futuro.

Di Monica Paglicci

 

Il  progetto è di Paolo e di Stefania Bolla: lui grande appassionato di barche a vela e con quattro generazioni di esperienza nel settore vitivinicolo alle spalle ;lei , nata nel Lazio da mamma umbra e padre toscano, con un debole per la natura, gli animali e i bei paesaggi che fotografa con gioia ed interesse. La loro è l’azienda Fontesecca che nasce nel 2004, con l’acquisto di una piccola realtà agricola ai piedi di Città della Pieve  con affaccio sulla Valdichiana ,terra di vini pregiati, bianchi e rossi, fin dall’epoca etrusca. Fontesecca è stata anche un’idea fortemente condivisa con Beatrice, la mezzana delle 3 figlie Bolla ed il suo fidanzato, Paolo. Una passione divenuta realtà. Intenzionati a produrre vini peculiari, nel rispetto massimo per il territorio, la coppia ha deciso fin da subito di portare avanti una viticoltura biologica, puntando così ad esaltare la naturale originalità dei vitigni autoctoni. Paolo e Stefania sono felici di poter passare il timone alla giovane coppia Beatrice e Paolo, da poco diventanti anche genitori di una bellissima bambina di nome Margherita. Beatrice cresce con la passione  e l’entusiasmo per questo lavoro e Paolo ,laureato in agraria, la segue con interesse portando le proprie conoscenze ed esperienze. Ha anche lasciato il suo lavoro per dedicarsi con lei a questo progetto del nuovo avvio della storica vinicola Bolla che,  insediata nella zona di Verona, venne venduta  a fine 1999 ai soci americani, IaBrown-Forman , già proprietari della Jack Daniels(Wisky) .  Ma le origini della famiglia Bolla, vanno ancora più indietro nella storia .La prima cantina risale al 1883 e fu realizzata a Soave, cittadina medioevale a sud-est di Verona, da Abele Bolla, proprietario della locanda “Al Gambero”. Il suo spirito pionieristico e la sua ferrea volontà determinarono la nascita della prima azienda vinicola di famiglia. In quasi mezzo secolo di attività, la famiglia Bolla arrivò ad esportare i vini del veronese in decine di mercati già nell’immediato dopo guerra. Il 13 aprile 1953, in occasione dell’ottantesimo compleanno di Alberto Bolla, i figli e i nipoti sorpresero il nonno imbottigliando il suo vino preferito con un’etichetta speciale: Amarone Bolla Riserva del Nonno, annata 1950. Proprio da questa felice intuizione iniziò la fortuna dell’Amarone, attuale icona dell’eccellenza della Valpolicella: i primi a commercializzarlo furono proprio i fratelli Bolla.“Orgoglio del passato, passione per il futuro”: questo il motto della famiglia Bolla, che ben riassume il rispetto per la tradizione e la spinta all’innovazione, requisiti indispensabili per poter mantenere la qualità nel tempo, in linea con le esigenze del consumatore. Nel frattempo, anche il mondo del cinema contribuì al successo dei vini Bolla negli anni della Dolce Vita.La Famiglia di Paolo e Stefania si trasferisce in Umbria nel 2001 per scelta di vita. Per Stefania è un ritorno alle origini anche se mantiene ancora un grande affetto per la bellissima Verona che considera terra di adozione. Paolo invece è molto interessato ad iniziare il progetto per la produzione di vini naturali. Durante l’estate del 2001 si trasferiscono con le loro tre bambine a Monteleone d’Orvieto nella casa materna; acquistano poi le vecchie scuole di Piandisette nella campagna  toscana di Cetona  e l’azienda agricola di Fontesecca  sotto Città della Pieve. Fontesecca, che, per scelta di Stefania e Paolo prende il nome dal toponimo, è adagiata su una collina con una vista mozzafiato sul Monte Cetona. Il luogo , che propone in ogni stagione paesaggi stupendi, conquista il cuore e l’animo della coppia. Parte il progetto, aggiungendo altri due ettari di vino  e la scelta di produrre vitigni autoctoni con uva biologica.  Qui si pota, si raccoglie  manualmente e si vinifica in cantina , tutto al naturale.Da tempo esiste il filone dei vini naturali. Nel Naturale si aggiungono molto pochi solfiti, niente chiarifiche dei vini, non si filtra sterile, non si utilizzano lieviti né altri additivi enologici.Tutto ciò da vita ad un processo naturale che rispetta l’annata, i vitigni, la biodiversità. Si rispetta l’espressione dei vitigni stessi.C’è la ricerca di riuscire a vinificare con una coerenza a 360 gradi, il più possibile.  Si producono circa 20/25 mila bottiglie l’anno. Beatrice vede  la crescita e l’evoluzione del progetto nel futuro, aggiungendo alla vigna,  la produzione di olio e chissà magari anche la produzione di miele.Da poco sono terminati i lavori all’Agriturismo Fontesecca, due appartamenti con cucina ed una vista sulla natura che la circonda per 360 gradi.