Colle Val d’Elsa: Giorno della Memoria; a Colle la famiglia Grunwald e l’atto di coraggio dei collegiani

Nell’ambito delle iniziative promosse dall’Amministrazione Comunale per la Giornata della Memoria il Comune di Colle di Val d’Elsa ha accolto la famiglia Grünwald per ricordare la generosità di alcuni cittadini colligiani che con il proprio coraggio hanno permesso loro di poter essere ancora tra noi.  Un racconto di altruismo, giustizia e coraggio accaduto nel nostro territorio durante la persecuzione nazifascista. È la storia che è stata raccontata alla Scuola Primaria “Cuore Immacolato di Maria,  Ancelle” di Colle, in occasione del Giorno della Memoria, alla presenza dell’Amministrazione Comunale, del Presidente dell’Associazione Auser “Dirio Ciani” Paolo Ciani, dell’ANPI, di Sara Grünwald e di suo cugino Marcello Di Segni, discendenti di una famiglia ebrea di cinque persone che trovarono rifugio e salvezza prima a Colle, presso le Ancelle, poi nella Fattoria di Sensano ed infine in un piccolo borgo del Comune Casolese, Gallena. Con loro le promotrici e sostenitrici dell’evento, la docente Anna Guerranti, figlia del Dirigente Scolastico colligiano Ilio Guerranti, suo fratello Luca, dirigente del Liceo  Volta e Sandra Calamassi figlia di Santina ed Egidio, anch’essi coraggiosi protagonisti di questa storia. “La nostra famiglia- racconta Marcello Di Segni ai presenti- era composta dalla mia bisnonna, che aveva allora ottant’anni, dai miei nonni e dai nostri genitori. A novembre di quell’anno vennero a sapere che i tedeschi stavano cercando tutti gli ebrei per poi portarli nei campi di concentramento. Mia madre conosceva una fattoria a Sensano, vicino a Colle di Val d’Elsa, dove era stata per dare delle lezioni al figlio dei proprietari. Pensò di andare lì, nella speranza che qualcuno li avrebbe ospitati ed aiutati- Ad aprire i cancelli del luogo nella notte furono Santina e suo marito Egidio, i fattori, genitori di Sandra Calamassi. Protagonisti fondamentali furono anche Ilio Guerranti, Don Ostelio Pacini, direttore del seminario e la madre superiora, Suor Isabella, che accolse le donne nel convento delle Ancelle e il vescovo di Colle. Purtroppo allora ci fu anche una “spiata”- prosegue Di Segni – allora i nostri familiari fuggirono a Gallena, nel Comune di Casole d’Elsa, dove rimasero nascosti.Tutte queste persone, da Suor Isabella, che prima nascose e poi aiutò con il suo coraggioso silenzio i nostri cari, a Ilio Guerranti, a Don Ostelio Pacini hanno fatto in modo, con la loro scelta di stare dalla parte del bene, che oggi siamo qui. La nostra storia sarebbe potuta finire in maniera totalmente differente”.  “Ci auguriamo che non si verifichino più tempi così bui come quelli di ottant’anni fa, ma, in forma diversa potrebbero ripresentarsi. Fin da piccola sono cresciuta sentendo parlare da mio padre di due figure molto importanti-  ha detto Sara Grünwald -io le ho conosciute, Ilio Guerranti e Don Ostelio Pacini. Mio padre ha mantenuto con loro un rapporto costante, finché ha potuto. Nel ‘94, per onorarli entrambi, fece piantare due alberi nella Foresta della Pace a Gerusalemme”.“L’olocausto di milioni di ebrei e l’eliminazione di tutti coloro che venivano considerati “diversi”, omosessuali, disabili, zingari è stata tra le pagine più buie della storia-  ha ribadito l’Assessora alle Politiche Sociali Enza Errico -ed è fondamentale ricordare, per il ruolo che deve avere la memoria: diventare un impegno rivolto al presente e al futuro. Mantenere viva la memoria rappresenta il miglior modo per far sì che non si ripetano le tragedie che hanno segnato la storia della nostra città, dell’Europa e del Mondo”.