Cortona : il Sangiovesone di Baracchi ,un rosso toscano da grandi piatti

 di Claudio Zeni

Riccardo Baracchi stupisce ancora e, dopo avere spumantizzato il vitigno più noto d’Italia, presenta adesso un innovativo Sangiovese in purezza le cui uve, appassite in pianta, conferiscono forza e un tenore alcolico di 18 gradi. Un vino destinato ad riaccendere il dibattito nel mondo dell’enologia.Si chiama Sangiovesone ed è l’ultimo arrivato in casa Baracchi. Un vino innovativo che stravolge le vesti del più noto vitigno italiano rispettandone però la sua profonda essenza. Nasce a Cortona dall’eccentrica e lungimirante mente di Riccardo Baracchi che nel 2006 iniziò a spumantizzare il Sangiovese (pratica adesso diffusa con successo in tutta la penisola) ed oggi porta a compimento il suo ultimo progetto che, ancora una volta, accenderà il dibattito nel mondo dell’enologia.Si tratta di un prodotto pensato durante l’annata 2017, caratterizzata, a Cortona, da particolari condizioni climatiche che hanno portato le uve a una rara maturazione, particolarmente favorevole.“Abbiamo deciso di raccoglierle alla fine di settembre – spiega Riccardo Baracchi – in modo che subissero un appassimento direttamente in pianta conferendo così al vino estrema forza. Una sfida, forse un azzardo, ma sono davvero orgoglioso del risultato ottenuto”. Nella cantina, posizionata all’interno del Relais&Chateaux Il Falconiere, la fermentazione è poi avvenuta in acciaio a contatto con le bucce per circa 35 giorni. Dopodiché il vino ha proseguito il suo affinamento in barrique di rovere francese per 14 mesi prima di evolvere in bottiglia per altri 8 mesi.Come consiglia la chef stellata del Falconiere Silvia Baracchi, Delegata per la Toscana di Euro – Toques Italia, il Sangiovesone si abbina bene ad un succulento piatto di cinghiale in umido o a una gustosa lepre in dolceforte.