Crolla parziale Via Cassia sul fiume Paglia : Lega , “istituzioni responsabili; si passa da una calamità all’altra”.
Dalla Lega Amiata e Riccardo Galligani (segr. Lega Valdelsa) riceviamo e pubblichiamo
“Qui sull’Amiata siamo passati in sei mesi dallo stato di calamità per l’alluvione del 26 luglio ad Abbadia San Salvatore, allo stato di emergenza del 20 dicembre per la frana sulla Cassia. Ma non è solo colpa del clima; la responsabilità dell’uomo è evidente e l’incuria della politica, che utilizza questo territorio solo per approfittare delle risorse facendo troppo poco per prevenire e programmare, salvo poi intervenire solo a posteriori, è lampante e genera aggravi di costi per la collettività, che paga sempre il conto dell’inefficienza.La montagna è già zona svantaggiata e meriterebbe maggiore attenzione. Le istituzioni, anche locali, che intervengono ormai solo con l’erogazione di finanziamenti speciali o emergenziali a distanza di anni dagli eventi, sono in parte artefici della situazione attuale. L’unica consolazione è che nessuno ha perso la vita in queste calamità. Strade disastrate, collegamenti impossibili, trasporti al collasso, servizi ridotti al minimo, turismo e commercio in crisi profonda. Forse l’abbandono programmato dell’Amiata potrebbe anche fare comodo a chi vorrebbe sfruttarne le risorse senza avere il pensiero di convincere la popolazione o di avere le legittime proteste di fronte ai cancelli, ma noi montanari siamo gente dura a morire! Noi non vogliamo aiuti, vogliamo solo essere liberi di autodeterminare il nostro presente ed il nostro futuro”. Ad intervenire con un post su Facebook è anche Riccardo Galligani, segretario della Lega Valdelsa, che ieri assieme al responsabile territoriale della Lega Amiata Andrea Pinzuti ha visitato la zona colpita. “Già lungo il tragitto che da Siena ci porta alle pendici del Monte Amiata si trovano svariati restringimenti di carreggiata a causa di movimenti franosi che sono lì da anni senza che nessuno intervenga per ripristinare la sicurezza stradale e la corretta viabilità. Quanto sta accadendo da qualche anno a questa parte in quella zona mette in evidenza che non c’è una corretta attenzione da parte delle istituzioni regionali e provinciali. Vorrei ricordare che pochi metri prima della frana c’è il famoso viadotto che è ancora chiuso in attesa di sistemazione e che ci sono voluti ben 3 anni prima che fosse aperto il ponte provvisorio a fianco. La frana è ampia ed è un miracolo che non sia passato nessuno in quel momento. Poteva essere veramente una tragedia. Nel caso specifico gli addetti ai lavori del Consorzio di Bonifica ci hanno detto che hanno più volte segnalato il rischio. Una prima volta nel 2005, una nel 2009 e l’ultima un paio di mesi fa, tanto che alla fine anche su pressione di Anas una corsia era stata chiusa. Erano, dice, in attesa del nulla osta dal genio civile per poter entrare nell’alveo del torrente con gli escavatori. Purtroppo la natura non attende la burocrazia e la fortuna è che non passava nessuno di lì al momento del crollo, altrimenti avremmo pianto qualche morto.Questo è un territorio bellissimo, pieno di risorse e con enormi potenzialità turistiche inespresse, ma fragile dal punto di vista idrogeologico e soprattutto non tenuto in giusta considerazione dalla politica regionale, se non per sfruttare le risorse del sottosuolo.Qui si potrebbe fare tanto per incentivare il turismo e ci sarebbe da dare lavoro a centinaia di persone per anni e anni solo nella prevenzione a questi tipi di rischio, invece i giovani sono costretti ad emigrare per lavorare.Questi territori e la gente che li abita meritano rispetto”.