Dick Mallaby l’inglese di Asciano, l’agente speciale che viaggiò con il Re e Badoglio

di Nicola d’Argenio

La storia che  sto per raccontare, giaceva in un cassetto della  mia memoria da circa quattro anni, aspettando solo l’occasione giusta per poter essere narrata. Era il 23 settembre 2016, quando nella cittadina di Asciano,  a pochi chilometri da Siena,  credendo di partecipare semplicemente alla presentazione del libro di un vecchio amico, mi trovai dinanzi invece, ad un testo che aveva praticamente riscritto una parte importante della storia del nostro paese.  Quel giorno Asciano rendeva ufficialmente omaggio ad un suo illustre concittadino adottivo, del quale gli abitanti ne  ignoravano il ruolo determinante nella fine del secondo conflitto mondiale. I pochi anziani che lo ricordavano infatti, avevano soltanto memoria di una specie di monellaccio che da ragazzino si era reso protagonista di numerose scorribande  sempre piuttosto temerarie .Il 23 settembre 2016 il comune di Asciano consegnò a Caroline, Elisabeth e Richard Mallaby una medaglia d’oro per onorare la memoria del loro padre Dick, un inglese che visse lungamente nel paese toscano e dove, dopo la morte, tutt’ora riposa, accanto alla moglie Christine.  I Mallaby erano giunti ad Asciano dallo Sri Lanka negli anni 20 del secolo scorso, quando Dick era ancora un bambino e a seguito di un lascito ereditario che li aveva resi proprietari di case e terreni. Il giovane Mallaby si formò in Toscana, infatti frequentò il Collegio Tolomei, prestigiosa istituzione scolastica Senese. Il riconoscimento del comune di Asciano agli eredi Mallaby, venne riportato anche dalla stampa britannica, con articoli  del Times, del Daily Mail e del Telegraph. La stessa ambasciata del Regno Unito, inviò il suo addetto militare alla cerimonia.Dick Mallaby, era stato un agente del SOE (Special Operations Executive), il corpo più speciale dell’esercito britannico, incaricato di svolgere tutte le attività vietate dalle convenzioni belliche e per questo riservatissimo e imbarazzante.Il fatto che questo corpo fosse stato voluto e concepito personalmente da Winston Churchill, non ha impedito che gli inglesi ne ammettessero l’esistenza soltanto a partire dagli  anni ottanta del secolo scorso. Se la straordinaria vicenda di Dick Mallaby è venuta alla luce, lo si deve esclusivamente all’opera minuziosa di ricerca, quasi certosina, messa in atto per anni in tutto il mondo, da Gian Luca Barneschi, autore del libro “L’inglese che viaggiò con il re e Badoglio – Le missioni dell’agente speciale Dick Mallaby”, pubblicato tre anni prima dell’evento del 2016.  Partendo da un minuscolo dettaglio riportato dalle cronache dell’epoca, attraverso una lunga ricerca negli archivi di mezzo mondo ed infine attingendo direttamente al preziosissimo archivio privato della stessa famiglia Mallaby, Barneschi è riuscito a ricostruire una vicenda determinante per le sorti del nostro paese, arricchendola con dettagli assolutamente inediti che pongono gli eventi storici del settembre 1943, sotto una nuova luce. Mallaby infatti, apparve misteriosamente a bordo della corvetta “Baionetta” che portò in gran segreto la Famiglia Reale, Pietro Badoglio e i vertici militari da Roma a Brindisi, nel settembre del 1943. Non a caso l’agente britannico, era imbarcato sul natante come telegrafista.Il misterioso protagonita di questa storia che parlava un italiano perfetto, ma con uno smaccato accento senese, divenne infatti l’esclusivo trait d’union fra gli italiani ormai sconfitti e gli alleati, nell’ambito delle delicatissime trattative per la resa del settembre 1943.Nel febbraio del 1945, Mallaby inoltre, compì un autentico miracolo, riuscendo a convincere il capo delle S.S. in Italia, Karl Wolff , a intraprendere le trattative segrete per quella che sarebbe divenuta la famosa “resa degli ottocentomila”. Quella operazione rese per il nostro paese, per quanto si possa fare fatica a crederlo, meno drammatiche e distruttive, le conseguenze della ritirata dell’esercito tedesco dal nostro territorio nazionale. L’assoluta segretezza sulle operazioni dell’Agente Mallaby, fu fortemente voluta ed imposta dal Comandante in Capo delle Forze Alleate, il generale Dwight Eisenhower in persona. Dopo la guerra Mallaby lavorò per la Nato. Tra i tanti singolari episodi che hanno carattrerizzato la sua esistenza, uno riguarda la sua prematura scomparsa avvenuta a Verona il primo Aprile del 1981, a soli 61 anni.  Ai suoi funerali  partecipò l’allora comandante della base militare Nato di Verona, il Generale James Lee Dozier. Dozier pochi mesi dopo, balzò alla ribalta delle cronache, perché venne rapito dalle Brigate Rosse e liberato 41 giorni, dopo grazie ad un blitz dei N.O.C.S.A questo punto però, se volete saperne di più, l’unica possibilità che avete, è leggere “L’inglese che viaggiò con il re e Badoglio – Le missioni dell’agente speciale Dick Mallaby” scritto da Gian Luca Barneschi: un saggio storico avvincente quanto una Spy Story, pubblicato da LEG Edizioni e ormai giunto alla quarta ristampa. Il libro è stato tradotto anche in inglese e pubblicato nel Regno Unito lo scorso anno, con il titolo “An Englishman Abroad: SOE agent Dick Mallaby’s Italian missions, 1943-45”.In conclusione da sottolineare alcuni aspetti umani di questa vicenda, il fortissimo e commovente legame che gli eredi di Mallaby conservano con il nostro paese e la città di Asciano e l’intenso rapporto affettivo che hanno instaurato con Gian Luca Barneschi, autore di questo splendido libro su loro padre. Un personaggio straordinario che senza la preziosa opera di questo autore, sarebbe probabilmente rimasto, sconosciuto. Su Gian Luca Barneschi ci sarebbe molto da di dire, classe 1960, è un brillante ed affermato avvocato romano (ma di origini chianine), specializzato in vertenze che riguardano il settore radio televisivo, in cui vanta un’esperienza ultra trentennale. Appassionato di storia ferroviaria e modellista. Autentico musicofilo, suona con passione la batteria.Barneschi è fortemente legato al nostro territorio e trascorre gran parte dei suoi momenti di relax, nella sua casa in campagna, al confine tra Umbria e Toscana.  Al suo attivo vanta anche un‘altra eccellente pubblicazione, “Balvano 1944 Indagine su un disastro rimosso”, sulla più grande sciagura ferroviaria mai avvenuta nel nostro paese.