Elezioni politiche: candidata alla Camera Lucia Tanti (Noi Moderati), “ piano nazionale per l’educazione, sgravi fiscali alle imprese che costruiscono asili aziendali e facilitazioni per chi apre asili privati domiciliari”  

“Il sistema pubblico – statale e municipale-  da solo non riesce a rispondere alle esigenze delle famiglie perché spesso è costruito più sulle esigenze sindacali di chi eroga i servizi,che di coloro i quali dei servizi hanno diritto”. Così Lucia Tanti, candidata alla Camera per la lista “Noi Moderati” , secondo cui “ oltre ad un forte investimento nel sistema pubblico, dobbiamo dare spazio al sistema privato sia sostenendo le aziende e – più in generale – i luoghi di lavoro che vogliono aprire nidi e asili aziendali, sia mettendo in condizione i tanti giovani laureati in scienze dell’educazione di poter svolgere il proprio lavoro come liberi professionisti. Quello che abbiamo studiato è un piano nazionale per l’educazione che sia sempre più vicino alle necessità delle famiglie. So, per averlo sperimentato direttamente i questi anni, che il modello unicamente pubblico non regge più perché è ancora pensato sull’Italia di trenta anni fa con un’offerta ormai incompatibile con le esigenze di una famiglia che oggi ha un’organizzazione dei tempi che regolano la vita quotidiana, profondamente diversa rispetto a come avveniva negli anni ottanta. Quello che proponiamo è un super ammortamento per le aziende – il 110% dell’investimento- per aprire nidi e asili aziendali dedicati a tutte le famiglie residenti nel territorio dove operano e, al contempo, offrire facilitazioni ai giovani laureati in scienze dell’educazione per dare vita a nidi e asili domiciliari. Solo la sinergia tra pubblico e privato potrà rendere il diritto all’educazione diffuso e personalizzato, e lo dico a ragion veduta: dal 2015 ad oggi ho assunto nel comune di Arezzo 35 educatori a tempo indeterminato, raggiunto l’obiettivo di liste di attesa “quasi a zero” con punte del 99% di soddisfazione delle domanda nella fascia dei bambini dai tre ai sei anni.Ma da soli i Comuni non ce la possono fare. Da qui il “piano nazionale” – ha concluso – per moltiplicare i centri di erogazione dei servizi: saranno poi i Comuni a controllare e a garantire percorsi di costante formazione e aggiornamento.”