Figline Valdarno: vertenza Bekaert, il presidente Giani scrive al ministro Giorgetti per chiedergli “una decisa azione nei confronti della società  affinché la multinazionale proroghi gli ammortizzatori sociali disponibili e si possano cogliere le opportunità ancora oggi esistenti per evitare la devastazione sociale che la dismissione del sito  è in procinto di provocare”

Dopo la convocazione del tavolo dell’unità di crisi sul caso Bekaert, annunciata dal consigliere delegato al lavoro e crisi aziendali Valerio Fabiani, il presidente della Regione Eugenio Giani scrive una lettera aperta al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Di seguito il testo integrale della lettera.

“Egregio Ministro,  mi rallegro che abbia già incontrato i sindacati per il caso Ilva. Purtroppo anche in Toscana abbiamo una cinquantina di vertenze aziendali, tra le quali spiccano le acciaierie di Piombino, oggi in mano al gruppo indiano Jsw Steel dell’imprenditore Sajjan Jindal, e poi il caso della Bekaert. La situazione dei lavoratori dello stabilimento Bekaert di Figline Valdarno nel territorio fiorentino, per il quale da tempo è attivo un tavolo di crisi presso il Ministero da Lei presieduto, è infatti ormai insostenibile e richiede che sia dato immediato seguito all’impegno assunto e pubblicamente annunciato dal suo Ministero, convocando una riunione decisiva del tavolo alla presenza di tutti i soggetti interessati. Per sua informazione, dopo essere subentrata a Pirelli, la multinazionale belga Bekaert nel 2018 ha improvvisamente deliberato la cessazione delle attività e la definitiva chiusura dello stabilimento di Figline, nel quale erano impiegati 350 lavori. fatti che da allora si sono succeduti nella vicenda sono a conoscenza degli uffici del Ministero, in particolare dell’ufficio Gestione Vertenze del Mise, che fino al cambio di Governo era coordinato dalla Sottosegretaria Alessia Morani. In quella sede sono state discusse con più  soggetti, di natura pubblica e privata, alcune possibili soluzioni per la reindustrializzazione del sito. Al contempo si è individuata una più ampia strategia che, mettendo in rete Figline con le acciaierie di Piombino, ricostruirebbe la filiera corta “toscana” dell’acciaio, così ripristinando l’antico rapporto commerciale tra i due siti, fondato sull’approvvigionamento della vergella.Oggi oltre 118 lavoratori sono a un passo dal licenziamento, stante la scadenza ormai imminente degli ammortizzatori sociali (8 marzo 2021) e la procedura di licenziamento collettivo unilateralmente avviata da Bekaert, sorda a ogni appello a prorogare gli ammortizzatori ancora  disponibili per legge (la cosiddetta “cassa covid”), così da poter lavorare sulla via della reindustrializzazione del sito, altrimenti preclusa. Per iniziativa del territorio toscano, dove si sono attivate le organizzazioni sindacali, la Regione Toscana e la multinazionale Laika Caravans, negli ultimi mesi si sono potuti già ricollocare 60 lavoratori Bekaert, manodopera qualificata per l’azienda leader nella costruzione di camper. Un risultato che rende orgogliosi istituzioni locali e sindacati, uniti dall’idea di trasformare le crisi in opportunità di crescita.  Signor Ministro, Le chiedo di recuperare il lavoro avviato e riprendere la regia della reindustrializzazione della fabbrica di Figline, unendo la Sua voce a quella del territorio toscano per una decisa azione nei confronti di Bekaert, affinché la multinazionale proroghi gli ammortizzatori sociali disponibili e si possano cogliere le opportunità ancora oggi esistenti per evitare la devastazione sociale che la dismissione del sito di Figline è in procinto di provocare. Certo che vorrà considerare l’importanza e l’urgenza della vicenda in oggetto, rimango in attesa di un suo cortese e celere riscontro e invio i miei più cordiali saluti”.