Gaiole in Chianti: il 20 giugno convegno sull’olivicoltura bio di qualità in Toscana” gestione agronomica e difesa”
L’olivo è uno degli elementi simbolo del paesaggio agrario chiantigiano e della Toscana, l’olio un prodotto prezioso: ne sappiamo abbastanza? e il biologico è solo una filosofia, anzi una fede? No, il BIO può essere un modello imprenditoriale ecosostenibile e competitivo capace di dare prodotti salubri tutelando il territorio. Con il convegno in programma giovedì 20 giugno, dalle 14 alle 17 e 30, a Gaiole in Chianti, nelle Ex Cantine Ricasoli, dal titolo “Olivicoltura bio di qualità, gestione agronomica e difesa”, il Biodistretto del Chianti, in collaborazione con il Comune di Gaiole in Chianti, vuol dare il proprio contributo, nella convinzione che bio di qualità e gestione agroecologica rappresentino la strada maestra per un’olivicoltura economicamente sostenibile e di successo, capace di fornire un prodotto salubre tutelando paesaggio e territorio. Parleremo di opportunità concrete e introdurremo elementi di discussione in un convegno tecnico aperto a tutti. “Confrontarsi sui nuovi scenari legati al biologico per l’olivicoltura gaiolese – commenta il sindaco Michele Pescini – è un passaggio fondamentale per valorizzare il prodotto e il territorio. A Gaiole in Chianti in questi anni abbiamo portato avanti politiche volte a coniugare lo sviluppo con la sostenibilità ambientale, la tutela del paesaggio agricolo e la qualità della vita. E’ quindi un percorso in perfetta sintonia con tutti i nostri asset di sviluppo e un’esperienza assolutamente interessante anche dal punto di vista del turismo enogastronomico. Gaiole in Chianti è stata tra i primi firmatari e tra i più convinti sostenitori del nuovo biodistretto nato dalla fusione dei due precedenti e il nostro primo obiettivo è quello di diffondere più possibile il biologico, anche oltre i confini del Chianti.”Il Chianti è un territorio che ha una tradizione olivicola fortemente radicata. I dati 2018 forniti dalla Regione Toscana ci indicano una superficie olivata di circa 4.900 ettari di cui 1800 condotti con metodo biologico. Estensioni di tutto rispetto dove operano produttori professionali e tanti appassionati che coltivano con impegno oliveti a rischio di abbandono, preservando un patrimonio economico, ambientale, paesaggistico e sociale irripetibile. Fare olivicoltura biologica in un territorio collinare come il Chianti richiede più competenza, più capacità di evolvere e maggiore volontà di sperimentare per valorizzare le peculiarità territoriali e l’enorme patrimonio di biodiversità, adattando l’innovazione ai propri obiettivi di qualità.