Il libro del mese di ottobre 2024: ‘L’educazione delle farfalle’ di Donato Carrisi, Ed. Mondadori Retail Spa

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Di Francesca Andruzzi

Riprendiamo, dopo la pausa estiva, la ricerca di almeno un messaggio in questo bel romanzo di Donato Carrisi. Il genere non consente anticipazioni di una trama che l’Autore, come al solito sapientemente, riesce a tessere fino ad un finale che lascia il lettore in compagnia di mille domande sulla maternità.La protagonista è una bellissima e ricchissima donna in carriera che scopre di essere incinta oltre il termine consentito dalla legge per una interruzione di gravidanza. Decide così di mettere al mondo quella che si rivelerà una bambina, con la ferma intenzione di dare in adozione il frutto di una passione estiva. Ma, come sosteneva una grande Santa, Dio ride degli uomini che fanno progetti…Maternità è dunque la parola chiava di questo mese, in un periodo in cui l’aborto viene preteso come un diritto e se ne chiede, da più parti, l’inserimento addirittura nella Costituzione; la candidata alle elezioni USA lo propone come cavallo di battaglia per la propria campagna elettorale. Di contro, si levano voci per l’abrogazione, a casa nostra, della legge n. 194 del 1978, soprattutto da parte della comunità religiosa cattolica che considera, sempre e comunque, l’aborto come un omicidio. Non entriamo nel merito di una questione tanto spinosa e, come nostro costume, nel rispetto delle opinioni di tutti, non prendiamo posizione. Almeno, non la esprimiamo. Vogliamo solo invitare a riflettere, anche in seguito alla lettura de L’educazione delle farfalle; a riflettere su un aspetto della vita così miracoloso, come è il concepimento e la formazione di un essere vivente all’interno di un altro essere vivente. Nel bellissimo romanzo La Storia, di Elsa Morante, la protagonista, Ida, sceglie di mettere al mondo un figlio (il piccolo Useppe) che rappresenta addirittura un caso limite: la maternità determinata da uno stupro. Un caso che, spesso, riesce a unire in un comune sentire anche le contrapposte fazioni. Eppure Ida decide di mettere al mondo il piccolo Useppe e impazzirà di dolore quando, prematuramente, egli morirà. L’argomento è certamente delicato; prima della legge del 1978 che ha consentito l’interruzione volontaria di gravidanza, ma solo a determinate condizioni, la piaga dell’aborto clandestino era una triste realtà che, però, la normativa non è riuscita a debellare del tutto, soprattutto negli ambienti della prostituzione. I dati ufficiali dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) documentano, in questi ultimi anni, una diminuzione del ricorso all’aborto legale da parte delle donne italiane e un aumento del numero dei medici che scelgono la cosiddetta obiezione di coscienza. Eppure l’argomento è tornato di attualità, con il solito scontro tra chi è a favore incondizionatamente e chi, altrettanto incondizionatamente, è contrario. Il libro di Carrisi conduce, comunque, a una riflessione che va oltre. Il pericolo di una esistenza negata non sussiste solo nei nove mesi di gravidanza. I bambini, anche venuti al mondo, sono sempre e comunque in pericolo. Mai come oggi, infatti, dilaga l’odioso fenomeno della scomparsa di minori, rapiti per loschi e infami traffici. Ma, ci ricorda Carrisi, anche chi crede di fare loro del bene può rappresentare un pericolo per questi piccoli.Quando si tratta di bambini, allora, sarebbe meglio riflettere e poi riflettere e poi ancora riflettere. Finché non sarà la coscienza a parlare.