Il Museo della Cattedrale di Chiusi riapre dopo il lungo periodo di lockdown con un programma espositivo che mette in relazione il patrimonio artistico esposto in permanenza con artisti contemporanei

 

Il Museo della Cattedrale di Chiusi riapre dopo il lungo periodo di lockdown con un programma espositivo che mette in relazione il patrimonio artistico esposto in permanenza con artisti contemporanei. Voluta dal Consiglio Direttivo del Museo, l’iniziativa intende vitalizzare l’importante centro espositivo e con esso l’intera comunità della cittadina toscana.  Il programma espositivo inizia il 20 giugno con una piccola mostra dedicata al fondatore stesso del Museo Onedo Meacci, un omaggio a una figura di uomo di fede e amante dell’ arte e della storia di Chiusi rimasto ben presente nella memoria di tutti i cittadini. Poi  è con la mostra “Tempo e Mistero” dell’artista Gianfranco Gobbini che il programma entra nel vivo.   L’inaugurazione è il 28 giugno e comprende circa venticinque dipinti esposti all’interno del museo, creando un dialogo con le opere esistenti alternando i dipinti astratti con la tradizione figurativa. Curata dal critico d’arte Andrea Baffoni che da tempo segue il lavoro di Gobbini in Italia e all’estero, l’esposizione genera uno stimolante dialogo tra il colore vitale dell’artista e i reperti d’epoca romana o i mosaici e manufatti paleocristiani. Una commistione mai tentata prima nel museo di Chiusi dove il linguaggio contemporaneo si confronta con l’antico. Suggestivo, ad esempio, il dialogo tra la pittura di Gobbini e i ventidue corali olivetani, vero fiore all’occhiello del museo e suo nucleo originario. Altre stimolanti contaminazioni si potranno vedere nella Sala del Quattrocento nella diretta relazione con le opere di matrice medievale.  Un continuum ricco di sorprese capace di abbattere i confini del tempo in virtù dello spirito creativo. Un viaggio senza barriere fino all’immersione nel mistero dell’Invisibile, anche grazie al collegamento del museo con il famoso Labirinto di Porsenna, luogo affascinante e leggendario capace di far scoprire i misteri della città sotterranea.  Gobbini non è nuovo al rapporto con la storia, anche per questo il Museo ha optato per la sua opera, avendo già esposto con successo nel 2019 nel prestigioso museo Casa Natale di Giotto a Vicchio nel Mugello, ma in questo caso le opere esposte presentano un percorso eclettico e suggestivo del tutto nuovo e originale anche per lui poiché selezionate e vagliate da una rigorosa riflessione sulla capacità di dialogare con l’antico: “talvolta stridente, altre straordinariamente affine”, sottolinea il curatore, “quando l’arte contemporanea incontra la sua origine storica è sempre una forte emozione poiché ci consente di viaggiare nel tempo, alimentando in noi la voglia di comprendere il mistero della creatività, le cui barriere appaiono annullarsi in una straordinaria forza di rinascita”.