Il personaggio del mese di agosto 2019: ad Abbadia di Montepulciano la Cantina Priorino ,una favola diventata realtà, quella della famiglia Valdambrini. Fiutata la crisi del settore edile, il capofamiglia Roberto investe in una impresa finalizzata alla produzione del nettare degli dei distinguendosi dagli altri vini del territorio per l’ampio spazio dato a quello bianco e per un rosso tipico delle coste toscane. Intervista  con i figli di Roberto Valdambrini, Michela,Gesy e Jacopo

Di Francesca Andruzzi

 

Abbadia di Montepulciano è un luogo magico, perché la favola sognata da una bella famiglia è divenuta realtà, che potremmo raccontare così “C’era una volta….un babbo di nome Roberto (Valdambrini) valente imprenditore edile che, grazie alla propria lungimiranza, fiuta, anni fa, l’incipiente crisi del settore in cui opera. Roberto ha tre figli, Jacopo, Gesy – entrambi geometri – e Michela, immobiliarista. Un bel giorno, babbo Roberto, che ama la buona tavola e, di conseguenza, il buon vino, decide di finanziare una impresa familiare finalizzata alla produzione del nettare degli dèi, ma che si distingua, sul bel territorio in cui vive, da tutte le altre produzioni, concedendo ampio spazio al vino bianco e ad un rosso tipico delle coste della Toscana, pur in assenza del mare. E come nel finale di ogni favola: Stretta la foglia, larga la via…dite la vostra che ho detto la mia…vale a dire, venite a gustare il risultato del sogno di questa bella famiglia della Valdichiana, presso la Cantina Priorino: Solarina, un vino bianco risultato dall’unione di Chardonnay e Pinot bianco; Fonte al Giunco, dal colore rosso rubino; Viola, Nobile di Montepulciano; Robi, così denominato in onore del capostipite; Umore e Luce, definito dagli stessi produttori la scintilla intorno alla quale è stata costruita la Cantina Priorino. Vi accoglieranno, come hanno fatto con noi, con un sorriso e tanta gentilezza – roba da pazzi, di questi tempi! – e vi offriranno il frutto del loro intenso lavoro, non senza spiegarvi tutto, ma proprio tutto, sul vino, ma anche sull’altrettanto ottimo olio. 

D.: Figli di un imprenditore edile, due geometri e una immobiliarista. Tutto questo fino al 2013. Poi cosa accade a casa Valdambrini? 

R.: (Michela) guardi, rispondo più che altro io, perché sono quella che ha sempre avuto il dono della parlantina in famiglia, quella con la faccia tosta. Mia sorella e mio fratello sono più per l’operatività; non a caso io mi occupo della parte commerciale. In realtà, per rispondere alla sua domanda, tutto inizia già nel 2010, grazie all’acume di nostro padre Roberto, che, amante della buona tavola e del buon vino, decise di investire i propri risparmi per dare a noi figli una possibilità in più, vista la crisi del settore edile che tutti ci occupava e che si affacciava alle porte. Anche per questo, uno dei nostri vini si chiama Robi, in onere del babbo, che tanto ci ha dato con il sudore della sua fronte e che, oggi, noi speriamo di ripagare, impegnandoci al massimo in questa impresa familiare, piccola, ma ugualmente impegnativa. Perché della qualità abbiamo fatto un punto d’onore. 

D.: Nella terra del vino rosso, avete osato investire anche sul bianco. Una scelta coraggiosa. Quale bilancio a distanza di sei anni? 

R.: In realtà non è stata solo questa l’idea innovativa del babbo. Lui ha investito molto sul bianco, proprio per diversificare la produzione nella patria del vino rosso, ma, anche riguardo a quest’ultimo, operò una scelta coraggiosa. Piantare viti che crescono sulla costa Toscana in una zona dell’entroterra…insomma, un pioniere! E il bilancio è positivo. Certo, siamo una piccola azienda, non possiamo competere con i mostri sacri, però questo decennio è stato veramente ricco di soddisfazioni. Il nostro vino piace molto. Ci impegniamo ogni giorno per ottenere un prodotto di qualità e farlo conoscere anche oltre i confini. 

D.: Si dice che siamo ciò che mangiamo. Se fossimo anche ciò che beviamo….chi preferisce il rosso e chi il bianco?

R.: Forse è anche una questione di appartenenza regionale. I toscani amano maggiormente il rosso, i laziali il bianco. Le donne il bianco, gli uomini il rosso, anche se non sarebbe giusto generalizzare. Tuttavia, quando preferiscono il rosso, le signore ci chiedono quello più leggero, al contrario degli uomini che amano sapori più corposi. Ma sono generalizzazioni che lasciano un poco il tempo che trovano e che trovano sempre le debite eccezioni. 

D.: Anche prima di questa avventura, eravate tutti imprenditori o liberi professionisti. Lavorare insieme ha cambiato i rapporti familiari?

R.: (sorridono) Noi eravamo molto uniti anche prima. Forse, possiamo dire che discutiamo di più, anche con più enfasi, rispetto ai battibecchi tra estranei. Sarà forse perché, poi, è più facile perdonarsi? Comunque siamo molto legati e anche sinergici. Ci completiamo a vicenda. Anche le nostre differenze di età, non solo di genere, aiutano la complementarietà, fondamentale elemento di coesione sul lavoro. 

D.: Eravate già in precedenza, nei rispettivi lavori, abituati ad una tassazione sui redditi, di cui si parla molto in ambito imprenditoriale. Anche voi pensate sia eccessiva?

R.: Sicuramente lo è, come negarlo? Ma le tasse vanno pagate, anche quando sono alte o addirittura eccessive, altrimenti diventa un serpente che si morde la coda. Speriamo, piuttosto, che si comprenda circa la necessità di tagliare spese inutili. Anche se la tassazione è alta, ma il cittadino ha i servizi che occorrono, chi si lamenterebbe più? 

D.: Quanto conta l’esportazione del vostro prodotto nell’economia aziendale? E cosa dovrebbe fare in più L’Europa, ma anche l’Italia, per la conservazione di questa produzione di eccellenza? 

R: L’esportazione riveste indubbia importanza. Oggi grazie a internet i confini sono scomparsi, è  molto più semplice farsi conoscere in tutto il mondo. Noi siamo piccoli – non ci stanchiamo di dirlo – facciamo capolino tra quei vini già famosi in tutto il mondo e molto richiesti. Forse sarebbe necessario un aiuto in più alle piccole imprese come la nostra e anche una maggiore tutela.

D.Quale tra i vostri vini considerate come principe e quale il re?

R.: Il ‘RE’ è sicuramente Umore e Luce e il ‘PRINCIPE’ il Nobile. Dovrebbe essere forse il contrario, ma a casa nostra…ci piace così!   

D.: Se domani riceveste una offerta cospicua da un investitore straniero, diciamo… così cospicua da consentire a voi e alle prossime tre generazioni di vivere di rendita, cedereste la vostra attività?

R.: Ma chi non ci farebbe un pensierino! Aspetti…tre generazioni addirittura? Una vera tentazione! Però, sa che le diciamo? Io, Gesy, senza fare niente non saprei stare, sicuramente mi annoierei. Io, Michela, idem. Jacopo, manco a parlarne. Ma si immagina, gente come noi, da sempre abituata a lavorare, con un padre lavoratore come il nostro, che ci ha dato non solo il benessere, ma anche i valori che vogliamo trasmettere ai nostri figli…No, non possiamo accettare. Vogliamo lasciare, almeno alle tre generazioni future, denaro vivo, quello che è frutto del lavoro onesto, di una impresa che speriamo duri negli anni, e non denaro morto. 

D.: Siete tre fratelli. Cosa vi differenzia e cosa vi unisce, oltre alla passione per il vino…naturalmente! 

R.: All’unisono le diciamo che non esistono tre fratelli più diversi di noi! Michela: portata per le relazioni con il prossimo. Gesy: più timida, ma estremamente incline alla organizzazione e alla manualità. Jacopo: preciso fino allo sfinimento (degli altri!) cura personalmente ogni dettaglio e non gli sfugge niente. Siamo tre corpi, ma con un’anima sola, ecco cosa ci unisce. 

D.: L’uso di ogni piacere deve essere equilibrato e ciò vale maggiormente per il consumo di alcool. Come pensate possano educarsi al buon bere le nuove generazioni? 

R.: Soprattutto con la conoscenza. I giovani, troppo spesso, consumano superalcolici e ignorano il vino. E’ per questo che nel corso dei nostri numerosi eventi, da Roma a Milano fino a Firenze, non ci limitiamo ad offrire calici. Spieghiamo a chi berrà il frutto del nostro lavoro, il lavoro stesso, come si arriva a quel nettare, quanto fatica c’è dietro. Le assicuriamo che le persone apprezzano maggiormente. Stesso discorso per coloro i quali vengono presso la nostra azienda per una degustazione. Facciamo un tour insieme; qui si fa tutto a mano, vendemmia compresa. 

D: Domanda fantastica: Si parla tanto di vita su altri pianeti. Sbarcano gli extraterrestri proprio nel terreno della Cantina Priorino. Come vi comportate?

R.: Offriamo loro immediatamente un bicchiere di vino e prepariamo delle confezioni che possano portare a casa…

D: …e se fossero astemi? 

R: Cambierebbero idea!