Il personaggio del mese di aprile 2020: il giovane attore sarteanese Riccardo Laiali con una grande passione per il teatro. Ha avuto il privilegio di recitare con Elio Germano e ha come punto di riferimento Gigi Proietti, “attore, doppiatore, regista, cantante e chi più ne ha, più ne metta. Insomma, un personaggio a tutto tondo”. Deve molto ai genitori che all’età di 4 anni gli hanno fatto sperimentare quest’arte e la nonna, oltre la madre, è la donna più importante della sua vita.
Di Francesca Andruzzi
Riccardo Laiali è un giovane sarteanese con la passione per il teatro. Passione che vorrebbe trasformare nel lavoro della vita e, mentre aspetta che il suo sogno si realizzi, per non gravare sulla famiglia, si dedica a lavori saltuari, anche lontano da casa, come nel curriculum dei migliori attori, che, poi, sono diventati grandi. Ha avuto il privilegio di recitare con uno di questi grandi, Elio Germano, e, quando narra l’esperienza, parla di “stupore”, quel sentimento tipico dei giovani, che, purtroppo, si perde con l’età adulta, quando si giunge a credere, a torto, che tutto sia dovuto. Ma lui non perderà questo sentimento. Lo testimoniano le risposte alle domande di questa intervista, dove traspare il legame forte con gli affetti familiari, nonna in testa. In questa grave “emergenza” che il mondo sta vivendo, per colpa di un nemico invisibile, Riccardo nutre un altro sentimento positivo: la speranza. Ma, come lui stesso afferma, la speranza, prima di tutto, nell’unione, perché solo “insieme” ci rialzeremo.
D.: Una licenza liceale nel 2017, conseguita presso il liceo scientifico Poliziano a Montepulciano. Come scopre un matematico la passione per la recitazione?
R.: La passione per la recitazione è sicuramente nata prima dell’inizio degli studi liceali, pur essendosi acuita, nel corso del triennio, grazie ai laboratori teatrali con Carlo Pasquini. Allo stesso tempo sono, però, convinto che ci sia un forte legame tra la matematica e la recitazione: quest’ultima richiede forte emotività, ma ha contemporaneamente bisogno di “verità”, la stessa che si ricerca nella matematica.
D.: Possiamo affermare che anche i suoi genitori, hanno contribuito e contribuiranno a trasformare una passione in un lavoro? E a quale dei due deve di più?
R.: Di certo, se questo è il mio sogno più grande, lo devo in primis a loro, che già all’età di 4 anni iniziavano a farmi sperimentare quest’arte. Entrambi hanno contribuito in egual modo a farmi appassionare alla recitazione, anche se mia madre è, indubbiamente, colei che cerca di spronarmi di più tra i due.
D.: Abbiamo già detto dell’inizio amatoriale, cui hanno fatto seguito diplomi per la frequentazione di corsi per attore cinetelevisivo e, vista la sua giovane età, la strada sarà ancora lunga. Ma lei ha avuto un privilegio di non poco conto, recitare con Elio Germano, considerato il migliore attore dei nostri tempi. Ci parli di questa esperienza.
R.: Il ricordo di questa esperienza è indimenticabile e ripensandoci a tratti surreale: tramite un post su Facebook, pubblicato dalla pagina Teatro Poliziano, si ricercavano dieci persone disposte a recitare al fianco di Elio Germano. Rientrai piacevolmente tra queste privilegiati e fu un vero onore poter parlare e recitare con un attore di tale calibro. Lo stupore era palpabile.
D.: A parte Elio Germano, qual è il suo attore di riferimento?
R.: Si potrebbero scrivere migliaia di nomi per non escludere nessuno, ma posso affermare con certezza che un grande attore, nonché punto di riferimento per me, sia Gigi Proietti. Attore, doppiatore, regista, cantante e chi più ne ha, più ne metta. Insomma, un personaggio a tutto tondo. Non posso però esimermi dal citare anche altri grandi colossi della recitazione, come Mastroianni, Sordi, Gassmann, Troisi e Giannini, ai quali il mondo dello spettacolo deve molto.
D.: Preferisce il teatro, il cinema o la televisione?
R.: Il teatro è certamente il luogo ove è cresciuta la mia passione per la recitazione e, assieme ad essa, sono maturato anche io. Il piacere di calcare un palcoscenico è ineguagliabile, così come il calore e il contatto del pubblico, che ti infonde quell’inebriante appagamento per ciò che stai “donando”.Credo che sia arrivato il momento di sperimentare anche la recitazione davanti ad una telecamera, come ho già in parte avuto il piacere di fare attraverso delle apparizioni su Rai 1 e su Sky come comparsa.
D.: Parliamo di donne. Quale attrice le piace di più?
R.: Anche qui potremmo parlare per ore riguardo la bravura delle grandi attrici, anche se, a volte, come spesso accade, la bravura viene collegata alla bellezza, o addirittura rimpiazzata da essa. Un’attrice che stimo molto, sia dal punto di vista della recitazione sia del canto, è Serena Autieri. È doveroso ricordare anche altre superbe attrici del calibro di Mariangela Melato, Anna Magnani, Monica Vitti, Franca Valeri, Sophia Loren, che hanno lasciato il segno nel teatro e nella cinematografia italiana e mondiale.
D.: Quando entra in scena, a chi o a cosa va il suo pensiero?
R.: Come ho accennato prima, non credo esista una sensazione simile a quella che si prova poco prima di entrare in scena; “dietro le quinte” ognuno reagisce a modo proprio. Personalmente, quando entro in scena cerco di essere già calato nel personaggio, sforzandomi affinché il mio pensiero possa essere esclusivamente quello di “muovere” nel significato di emozionare il pubblico.
D.: Quale genere teatrale ama maggiormente interpretare e perché?
R.: A dire la verità, non ho grandi preferenze per quanto riguarda i generi teatrali, e sicuramente dovrò ancora sperimentarne molti. Mi reputo una persona solare, alla quale piace ridere e far ridere. Prediligo le commedie, anche se strappare una risata non è affatto semplice; i cosiddetti “tempi comici”, in questo caso, sono fondamentali. Non nego, però, che anche i ruoli tragici mi stimolino molto.
D.: Lei ha scelto una carriera difficile e non solo per l’impegno che richiede la recitazione, ma anche perché, a livello economico, pochi riescono a trovare soddisfazione. Questo la spaventa, la impensierisce o cosa?
R.: Ammetto che, nonostante la poca esperienza, fare delle scelte comporti sempre delle conseguenze. Per questo motivo, ho iniziato a lavorare in altri ambiti, per rendermi indipendente dai miei genitori, per non far gravare completamente su di essi le spese, i rischi e le incombenze di questa mia decisione. Senza dubbio sono impensierito, ma sono ottimista e sicuro che, inseguendo ardentemente i propri sogni, si possa finalmente raggiungere il traguardo bramato.
D: Torniamo alle donne. La più importante della sua vita?
R.: Senz’altro di donne importanti, finora, ne ho conosciute molte, a partire da mia madre, le mie amiche, le fidanzate, ma una in particolare reputo più importante di tutte: mia nonna. Il rapporto che c’è tra di noi è unico, ci piace definirci Cip e Ciop. Quasi tutti i miei amici la conoscono attraverso le mie imitazioni. Anche lei contribuisce a farmi inseguire il sogno nel cassetto, mi appoggia, qualsiasi decisione io abbia intenzione di prendere. Le devo molto.
D.: Lei è giovanissimo, ma… cosa pensa dell’amore?
R.: Ritengo che l’amore sia un sentimento che vada al di là delle relazioni interpersonali: si può provare amore, ad esempio, per gli animali, ma anche per gli oggetti. Ognuno di noi è innamorato di qualcosa o di qualcuno, anche la persona più insensibile è in grado di amare, magari senza farlo trasparire. L’amore è inevitabilmente la forza che, specialmente oggi, deve guidarci per vivere serenamente. Non dobbiamo mai stancarci di amare e non ci stancheremo fin quando riusciremo a “raccontare il mondo con parole nuove”, come canta Brunori.
D.: Siamo in piena emergenza nazionale e mondiale a causa di un virus insidioso e pericoloso. Quando tutto sarà finito, cosa pensa resterà nel suo animo di giovane uomo e artista?
R.: Siamo tutti momentaneamente impotenti, ma allo stesso tempo necessari, per far sì che si possa riprendere in mano la quotidianità, il più presto possibile.
Nel mio piccolo sto cercando di sfruttare questo status di lockdown per studiare e prepararmi nel migliore dei modi, in vista dei famigerati provini che dovrò sostenere, al fine di accedere ad un’Accademia di recitazione. Mi auguro che, alla fine di tutto ciò, tutti noi potremo apprezzare in maniera migliore quello che ci circonda. Spero che l’umanità si rialzi più forte di prima. Me lo lasci dire: andrà tutto bene, insieme ce la faremo.