Il personaggio del mese di febbraio 2019: Andy Bellotti, il 26enne senese-poliziano sarà ospite a Sanremo. Andy è imitatore e trasformista , considerato l’erede del grande Alighiero Noschese è amico di Fiorello, di Nino Frassica , di Amadeus e di Max Tortora. Deve a questi personaggi molto della sua bravura nella tecnica di imitatore.  “ Sono emozionato – confessa in vista della sua partecipazione al Festival di Sanremo -è dire poco. Io sarò al Palafiori, ospite di “Sanremo doc”, ma anche per le strade…non mi faccia dire altro….se non che questa opportunità mi gratifica ai massimi livelli…Sanremo è una occasione unica…

Di Francesca Andruzzi

Incontriamo Andy Bellotti nella sua Montepulciano, cittadina d’adozione, perché è nato a Siena, ma qui ha deciso di vivere stabilmente, anche se, come afferma, “trascorro molto tempo tra Roma e Milano”, dove c’è “la televisione”.Quella televisione che gli ha dato ampia visibilità, anche se, potremmo dire, sotto mentite spoglie! Andy Bellotti è, infatti, un imitatore anche trasformista, poiché ogni volta che interpreta la voce di un personaggio, si traveste per rendere ancora più intensa la sua imitazione. Lo abbiamo visto al fianco di Amadeus, ospite della trasmissione “I soliti ignoti”, ma anche in numerosi altri programmi. Amico di Fiorello, di Nino Frassica e di Max Tortora, deve a questi noti personaggi molto della sua bravura nella tecnica di imitatore, ma anche una riconoscenza per un rapporto umano che gli hanno offerto, testimonianza del fatto che i veri artisti non temono di aiutare i giovani emergenti come Andy (di anni ne ha appena 26, nonostante una gavetta iniziata da quando frequentava le scuole elementari) che parteciperà al prossimo Festival di Sanremo. 

D.: Giovane, anzi giovanissimo, ma con una ricca esperienza maturata negli ambienti dello spettacolo. Ma non ha trascurato lo studio, visto il diploma e la frequentazione del corso di laurea DAMS (discipline arte musica e spettacolo) a Firenze. Oggi, dunque, una buona base di studio multidisciplinare è necessaria anche per fare spettacolo?

R.: Credo proprio di sì. La scuola forma non solo a livello di preparazione nozionistica. Forma la coscienza dell’individuo, lo aiuta nella ricerca della esatta dimensione di sé, nella scelta del lavoro che vorrà intraprendere. E poi apre la mente. Oggi non si può pensare ad alcun lavoro senza una buona preparazione di studio alle spalle, soprattutto per un artista. 

D.: Fiorello, Max Tortora, Nino Frassica. Personaggi noti e bravi con i quali ha lavorato e che la apprezzano. Con quale di essi si trova meglio?

R.: Per me più che personaggi sono persone, perché con loro –  e grazie a loro – ho instaurato un rapporto umano veramente importante. Mi vogliono bene ancor prima di apprezzarmi artisticamente e per me questa è una gran bella soddisfazione. Sono tutti bravissimi artisti, non c’è bisogno che lo dica io. Max Tortora è poi un uomo buono, nel vero senso del termine. Fiorello è alla mano, aiuta molti gli altri, anche se quando prende il caffè al bar non vorrebbe essere assalito dai fans e ha pure ragione! E’ vero che ogni artista vive perché esiste un pubblico che lo ama, però anche il pubblico dovrebbe un poco autolimitarsi a volte…. Di Frassica che le dico….Ganzo! Unico! E poi tranquillo, ha una tranquillità, una serenità d’animo che contagia. Sono con lui nella trasmissione radiofonica Jukebox Imitation su Radio2, il sabato e la domenica pomeriggio…una esperienza unica ed estremamente positiva. 

D.: Lei sembra specializzato nelle imitazioni delle cantanti. Per un uomo dovrebbe essere più difficile imitare una donna. Può spiegare il perché di questa “specializzazione”?

R.: Perché la specializzazione è il futuro, come in ogni lavoro. E poi per distinguermi, perché gli imitatori sono molti e il mondo dello spettacolo non è cosa facile! 

D.: Quale artista da lei imitato le ha fatto i complimenti e quale, invece, non l’ha presa benissimo?

R.: Gianna Nannini mi ha fatto sapere che mi faceva tanti complimenti. D’altra parte è il mio cavallo di battaglia, mi sarebbe dispiaciuto se non avesse apprezzato la mia imitazione o se l’avesse vissuta come offensiva. Per il resto posso dirle che non si è mai lamentato nessuno, almeno per il momento…. 

D.: Tra la radio e la televisione, se dovesse scegliere….?

R: Sono in imbarazzo di fronte a questa domanda. Mi verrebbe di risponderle TELEVISIONE! perché maggiormente seguita, perché mi dà la possibilità di presentare i personaggi che imito non solo nella voce, ma anche nelle sembianze…però…quanto mi piacerebbe una trasmissione radiofonica tutta mia… 

D: In famiglia sono sempre stati contenti di questa sua scelta lavorativa?

R.: Qui tocchiamo un tasto dolente. Si figuri che mio padre voleva facessi la carriera militare! Mia mamma, poi, è stata ed è la mia più feroce critica, ma anche quella sempre pronta ad aiutarmi. Devo dire che col tempo si sono rassegnati, anche se, ancora oggi, ogni tanto mi guardano e mi dicono “eh…se avessi dato retta a noi… 

D.: Lei è molto giovane e non è sposato, ma cosa pensa del matrimonio?

R.: Sul matrimonio in generale…mamma mia, che argomento delicato. Io credo nel matrimonio fondato sull’amore, ma vedo molte persone determinarsi a questa scelta per motivi di interesse o comunque di convenienza economica. Non si può sposare un uomo o una donna perché ricchi o magari perché insieme si dividono le spese, che sono tante, del vivere quotidiano. Magari questi matrimoni durano più di quelli d’amore, ma per me sarebbe una prigione! Del mio futuro matrimonio…che dirle…sono ancora giovane, meglio ritardare ancora un poco e poi col mio lavoro…dove la trovo una santa disposta a seguirmi in giro per l’Italia? Io sono un uomo all’antica, finché non mi sarò affermato e avrò una sicurezza a livello economico… non me la sentirei di proporre sacrifici estremi alla mia compagna.

D.: E delle coppie con una differenza di età molto marcata, cosa pensa?

R.: E che penso?….penso che quando è la donna ad essere molto più grande…guardi, premesso che ognuno fa ciò che vuole, io posso solo parlare per me, che una mamma ce l’ho e mi basta! Ma questo vale anche per l’uomo molto più anziano di una donna, che so…un sessantenne con una ventenne…no, penso proprio che quando avrò sessant’anni….oddio, magari adesso la penso così perché ne ho ventisei (ride)….aggiorniamoci…le farò sapere! 

D.: Ai tanti ragazzi che alla sua stessa età ancora non hanno terminato gli studi o non si sono inseriti nel mondo del lavoro, cosa vorrebbe dire?

R.: Di fare della determinazione lo scopo della vita. Sempre a testa alta, non cedere alla stanchezza, non demoralizzarsi. Ora le dico una cosa che non ho mai detto a nessuno. Io soffro di un piccolo disturbo che, in teoria, potrebbe considerarsi ostativo per un imitatore. Eppure non mi sono arreso. Con le giuste cure, sono riuscito ad avere sempre il massimo dalla mia voce, al punto di riuscire ad imitare quella degli altri. E poi consiglierei loro di guardarsi sempre intorno e intessere amicizie vere, non solo virtuali…ah, sì, anche di non pensare al lavoro solo come fonte di guadagno monetario. Esistono altri tipi di guadagno. Mi spiego meglio. Io ho fatto e continuo a fare molti spettacoli per beneficenza. Quando mi esibisco nelle case di riposo per anziani, posso assicurarle che i sorrisi che ricevo sono il cachet più sostanzioso che un artista possa pretendere, perché i sorrisi arricchiscono il cuore e l’anima. Per quei giovani, poi, che vorrebbero entrare a far parte del mondo dello spettacolo…a loro dico di non farsi abbattere dalle invidie e dalle gelosie, che in questo settore sono presenti in gran quantità. Ultimo suggerimento, avere sempre un obiettivo. Il mio, adesso, è riuscire a partecipare ad un programma di grande successo come “Tale e Quale”, condotto dal grande Carlo Conti. 

D.: L’hanno definita l’erede di Alighiero Noschese. Lei è troppo giovane per ricordarlo, ma sicuramente avrà avuto modo di guardare i filmati dell’epoca e comprendere che si tratta di una bella responsabilità! Eppure, tra i personaggi che lei imita non si vedono i politici, mentre Noschese è stato un grande imitatore degli appartenenti alla classe politica dell’epoca…

R.: Non è vero, qualche politico l’ho imitato. Penso a Di Pietro, a Berlusconi, poi Prodi e Vendola. Ma è un genere un poco inflazionato e come le dicevo prima, preferisco distinguermi.

 D.: Ha dichiarato che le piacerebbe diventare il nuovo Fiorello. Progetto ambizioso, visto che Fiorello non è solo imitatore, ma può essere definito uno showman a tutto tondo….

R.: Sì, è vero, ma io sono ambizioso. E poi non so solo imitare. Canto, ballo…ho ancora tanta strada davanti a me, ma intendo percorrerla con il massimo impegno.

D.: Parliamo finalmente della sua partecipazione a Sanremo 2019. E’ emozionato? Imiterà solo personaggi famosi o le verrà chiesto di esprimersi anche in altri campi, tipo conduzione, canto, ballo?

R.: Guardi, emozionato è dire poco. Io sarò al Palafiori, ospite di “Sanremo doc”, ma anche per le strade…non mi faccia dire altro….se non che questa opportunità mi gratifica ai massimi livelli…Sanremo è una occasione unica…

 

D.: Il Festival sanremese è arrivato alla 69ma edizione. Tanti i detrattori, ma se una manifestazione canora resiste settant’anni, nonostante i talent, un motivo ci sarà. Quale, secondo lei? 

R.: Due fattori. Finché una manifestazione è in grado di fare business resisterà sempre. E poi rappresenta la tradizione, c’è un aspetto storico e per questo nostalgico. Ma Baglioni ha saputo avvicinare anche molti giovani al Festival. Un altro segreto del successo sta nella direzione artistica e nella conduzione e Baglioni ha dimostrato di sapere fare centro.

D.: In effetti, quando due anni fa arrivò la notizia di Claudio Baglioni direttore artistico del Festival canoro, molti arricciarono il naso, anche perché gli veniva affidata anche la conduzione e la gente lo aveva sentito sempre e solo cantare. Eppure Baglioni ha rappresentato una sorpresa per tutti, dimostrando che quando la dirigenza è competente e responsabile i risultati arrivano. Ma, soprattutto, ha dimostrato acume nella scelta dei suoi “sottoposti” e ha saputo concedere loro il giusto spazio. Praticamente un manager. La stessa ricetta che occorrerebbe alla nostra classe politica, senza distinzione di colore?

 

R.: Concordo sull’analisi di Claudio Baglioni e sì, è vero, se i nostri politici fossero un poco meno preoccupati di apparire singolarmente e facessero squadra, scegliendo bravi collaboratori, tutto andrebbe meglio. La paura che gli altri possano oscurarci, danneggia principalmente noi stessi. L’unione fa la forza, sempre, in ogni ambito.

D.: Domanda fantastica: ha la possibilità di trasformarsi veramente e definitivamente in uno dei personaggi che imita. Chi sceglie?

R.: Come avrà capito, non mi piace scegliere (sorride)…penso allora che vorrei dividermi dalla testa ai piedi in due metà uguali e trasformarmi in Gianna Nannini e in Cristiano Malgioglio, i miei cavalli di battaglia. Darei vita ad una…meravigliosa creatura!!!.