Il personaggio del mese di novembre 2021: l’artista chiusina Roberta Betti, con il suo Atelier nel centro storico, è come gli Etruschi; forte, elegante, saggia, colta e spirituale. Pluripremiata, dipinge con un pennello in diretta connessione con l’anima. Le sue opere infatti parlano della interiorità dell’Artista. Da dicembre 2021 a gennaio 2022, i suoi quadri saranno esposti a Abu Dhabi, in occasione di “Pace e Amore Italian Selection” nell’ambito di Expo 2021

Di Francesca Andruzzi

Chiusi, la cittadina in provincia di Siena, che al mondo evoca una delle civiltà antiche più affascinanti, quella degli Etruschi, anche perché più misteriose rispetto ad altre, ha dato i natali a Roberta Betti, una artista il cui talento potrete ammirare grazie alle fotografie riportate in questo articolo, sulla pagina social della nostra protagonista del mese, direttamente a Chiusi, nella Galleria personale situata nel centro storico e…in tutto il mondo. Perché Roberta Betti e le sue opere sono state e saranno ovunque presenti. Pluripremiata, dipinge con un pennello in diretta connessione con l’anima. E se non credete all’esistenza dell’anima, forse questa sarà l’occasione propizia, se non per cambiare idea, almeno per porvi delle domande.Roberta Betti è proprio come gli Etruschi: forte, elegante, saggia, colta e spirituale. Le sue opere parlano della interiorità dell’Artista, rendendo così, visibile, ciò che, altrimenti, sarebbe invisibile.   

 

D.: Lei nasce e, da sempre, vive a Chiusi, il Comune italiano che rappresenta nel mondo la civiltà Etrusca, intorno alla quale il mistero la fa da padrone. Una civiltà estremamente spirituale, per questo tratto solo paragonabile all’antico Egitto. La sua passione per la pittura e la sua attività artistica datano ormai un trentennio, praticamente quasi tutta la sua vita consapevole, dalla maturità ai giorni nostri. Quanto hanno inciso le sue origini, la terra che le ha dato i natali, la loro spiritualità su questa scelta artistica che, oggi, è divenuta un vero lavoro? 

R.: Credo che la svolta artistica, che ha segnato il passaggio alla pittura astratta, più matura, ovvero la serie di opere nate con la fase di “Introspezione”, possa, avere risentito delle origini legate a una terra Etrusca come Chiusi; infatti, nella critica del 2017, a cura di Andrea Baffoni, dal titolo L’energia della Fenice, egli parla della mia pittura come di un mondo sotterraneo, che emerge violento, con sferzate di colore magmatico stagliate come ferite incandescenti in un mare dilagante di notturna opacità: vortici e turbini infuocati; gorghi infernali; porte aperte sull’oscurità che, in parte, lasciano pensare al mistero celato nelle segrete cavità della terra. A ben vedere, c’è una singolare assonanza fra la pittura astratta e la millenaria storia nascosta nei meandri di Chiusi.

 

D.: Olio, acrilico e acquerello le sue tecniche di pittura. L’ultima, ha dichiarato essere più affine al suo spirito. Può spiegare perché? 

R.: Artisticamente sono nata con gli acquerelli, tecnica tanto complessa da realizzare quanto delicata nel risultato finale. Questo connubio identifica il mio modo di essere. Con l’apertura dell’Atelier, nel centro storico di Chiusi, la sperimentazione, non solo delle tecniche tradizionali e del paesaggio, mi ha aperto a realtà interiori che mi hanno guidato verso una pittura completamente nuova, non figurativa, introspettiva, realizzata con prevalente uso dell’acrilico ed in parte dell’olio.

 

D.: “Il Punto di Fuga” è il nome che ha deciso di dare alla sua galleria personale situata nel centro storico di Chiusi. Cosa c’è dietro questa denominazione? 

R.: Ciò che il nome richiama nell’immediato, a chi abbia sperimentato le tecniche artistiche o progettuali, è il senso della prospettiva nel disegno; in una accezione  più introspettiva ed intima, è un luogo di astrazione, un mondo parallelo in cui provare a creare, protetti dagli agenti esterni che interferiscono nella nostra esistenza e ricerca della serenità interiore.

 

D.: Lei ha portato le sue opere in tutto il mondo e, perciò, anche il suo Comune, Chiusi, in provincia di Siena, è arrivato, anche grazie a lei, da New York a Parigi, da Abu Dhabi a San Pietroburgo. Le sue opere risultano pubblicate da uno dei maggiori Editori italiani. L’Amministrazione comunale, in particolare l’Assessorato alla cultura, ha pensato di riservarle un premio, una onorificenza, un attestato? Artisti del suo calibro e della sua bravura dovrebbero essere chiamati anche a fornire ausilio all’opera dei pubblici amministratori, non solo a livello comunale, direi anche regionale…  

R.: Il rapporto con le Amministrazioni locali, in particolare con gli Assessorati, è sempre stato di buon livello. Più volte, in occasione di eventi promozionali del territorio, è stata citata la mia attività e il mio Atelier. Di recente, in occasione della selezione delle mie opere per Pace e Amore – Italian Selection, insieme ad altri 70 artisti scelti per l’esposizione ad Abu Dhabi, nell’ambito di Expo 2021, l’Assessorato alla cultura si è subito attivato per dare risalto nel territorio a questo importante evento di ampia portata.

 

D.: Parliamo delle sue “opere introspettive”, come lei ama definirle. Le confesso che la Redazione tutta è rimasta incantata di fronte a tanta bellezza; dipinti che parlano alle anime, purché le anime abbiano orecchie per ascoltare. L’espressione pittorica figurativa, rispetto a quella astratta, ha sicuramente maggiori possibilità di farsi ascoltare. Eppure le sue opere astratte parlano, e addirittura una lingua internazionale. Può svelare il segreto di questa riuscita? 

R.: La pittura astratta più recente, fin dal 2013, ha avuto un punto di svolta con la creazione di un progetto di “Introspezione”, che poi dà il titolo a molte delle opere astratte, e mira ad indagare l’animo umano, la parte interiore dell’uomo e la sua mente, partendo dal suo processo evolutivo, con la serie “Evoluzione”, che in certi casi, paradossalmente, diventa distruzione, con la serie opere “Involuzione”; un facile parallelismo con quello che sta accadendo di recente a livello ambientale e sociale. Da qui, di nuovo, ricerca di salvezza, in una sorta di transizione vita-morte-rinascita, non solo fisica, ma anche spirituale, con la serie “Le Anime”. Su questo mio processo artistico, infatti, nella critica del 2017, dal titolo “L’energia della Fenice”, si parla di una pareidolìa (l’illusione che si ha, a titolo di esempio, guardando le nuvole, scorgendo in esse figure reali, quali animali, corpi umani, ecc. ndr) di forme e suggestioni inconsce, la cui chiave di lettura più efficace sembra essere il dipinto Araba Fenice, che definirei l’opera capostipite del progetto, dove, non a caso, si richiama l’animale mitologico a simboleggiare una pittura scaturita, improvvisamente, dalla semplicità di un’artista amante della natura, che, a forza di scavare nel terreno antico dei propri sentimenti, trova un mare di energia nascosta pronta ad esplodere; e che, proprio come l’infuocata Araba Fenice, emerge dalle oscure ceneri per rinascere a nuova vita.

 

D.: Non solo in tutto il mondo, anche in Italia le sue mostre hanno avuto grande successo. Lei che è nata nel cuore del Belpaese, avendolo percorso in lungo e in largo, quali differenze ha potuto rilevare nel suo pubblico in questa Nazione così estesa e, perciò, eterogenea?  

R.: Malgrado la eterogeneità del nostro popolo, quello che posso dire di aver riscontrato è, invece, una forte omogeneità di interesse, da Nord a Sud, verso un lavoro introspettivo ed astratto, che non è sempre di facile accettazione e comprensione.  

 

D.: Il Graffio dell’Anima” è una delle sue esposizioni personali di maggiore impatto emotivo. Abbiamo parlato prima della spiritualità. In questa società materialista, ipertecnologica, quanto, a suo parere, conta ancora riferirsi alla nostra parte trascendente, non da tutti creduta? 

R.: Conta, molto. L’Araba Fenice è stata l’opera simbolo della personale di Milano “Il Graffio dell’Anima”, del 2019, presso la Galleria Spazio Porpora, e, più di ogni altra opera, nella sua simmetrica sovrapposizione tra spirituale e materiale, tra Rosso e Nero, rappresenta l’importanza della parte spirituale quale elemento salvifico della nostra esistenza. “Il Graffio dell’Anima”, mostra personale curata da Francesca Callipari, testimonia il legame indissolubile sussistente tra la mia pittura e l’interiorità; impronte d’anima che si riversano sulla tela, squarci di luce che si aprono tra le tenebre più profonde, lasciando per sempre tracce di sentimenti ed emozioni. Una pittura che è espressione dei moti interiori con una forte carica energetico-spirituale.

 

D.: Come ha vissuto l’artista che è in lei questo disgraziato periodo pandemico? Molti suoi colleghi parlano di una maggiore e più intensa produzione… 

R.: Onestamente, questo periodo non è stato molto intenso in termini di produzione di opere; anche se poi, in realtà, la lunga segregazione forzata ha dato vita alla fase più recente del mio processo introspettivo, iniziato alcuni anni fa, permettendomi di creare l’ultima serie di opere dal titolo Le Anime; una di queste si trova oggi ad Abu Dhabi, per un evento nell’ambito di Expo 202. Posso dire, perciò, che, se non intenso, è stato comunque proficuo.

 

D.: Da dicembre 2021 a gennaio 2022, i suoi quadri saranno esposti a Abu Dhabi, in occasione di “Pace e Amore Italian Selection” nell’ambito di Expo 2021. A parte la soddisfazione per essere stata scelta, a parte il titolo evocativo di tutto ciò che sembra mancare a questo Pianeta, la sua idea di pace e amore…  

R.: Essere selezionata per “Pace e Amore – Italian Selection” nell’ambito di Expo 2021, evento curato dal commissario della mostra Giammarco Puntelli e da Paolo Calcari, è stata sicuramente una gradita sorpresa, ma anche una responsabilità legata al rappresentare il nostro Paese e simboleggiare, per mezzo della mie opere, un tema così importante. La mia idea di pace e amore sta in un delicato equilibrio di corpo e anima, di materiale e spirituale, di luce e oscurità, di positivo e negativo, dove nessuna alternanza dovrebbe per troppo tempo prevaricare sull’altra, in un costante processo di compensazione.

 

D.: Domanda fantastica. Premesso che la sua bravura è già fantastica… se le proponessero di insegnare tecniche di pittura ad una classe formata da alcuni dei cosiddetti “Potenti”, chi sceglierebbe? 

R.: Sarebbe fantastico poter unire i capi di stato di grandi nazioni come Usa, Cina, Europa e Russia che potrebbero, volendo, governare un equilibrio mondiale utile a tutti e iniziare a dipingere un bel paesaggio alle luci dell’alba; senza dubbio un acquerello!