La scatola dei ricordi: il racconto della domenica di Patrizia Patrizi

La mamma e l’attore famoso

Ero un’adolescente, quando il mio paese, Cetona, diventò la meta favorita per tanti attori famosi del mondo del cinema e non solo. Era il periodo in cui molti contadini lasciavano le campagne per venire in paese e i poderi venivano comprati “dalla gente di fuori”, ristrutturati e resi il buon ritiro per le vacanze o i fine settimana, a volte anche per viverci più mesi, specialmente d’estate. Il mio paese è in posizione strategica ottimale, a pochi chilometri dal casello A1, e la sua bellezza medievale con la campagna verdeggiante intorno, lo rendono una località molto affascinante.La grande piazza centrale è luogo d’incontro e di passeggio al sole e andare al bar per un caffè seduti al tavolo fuori, è proprio piacevole. Lì, a quei tempi, tutti vedevano tutti, il forestiero si notava subito.  All’inizio, noi paesani, eravamo curiosi e in giro non si parlava d’altro. Ricordo che non c’era giorno che qualcuno dicesse:“Oh, hai visto chi c’è oggi? C’è quell’attore di quel film… c’è quell’attrice che ha fatto…c’è il regista di…” Poi si aggiungeva: “ mi sa che ha comprato il podere di…”. Insomma avevamo un bel da fare. Poi con il tempo facemmo l’abitudine alla loro presenza, li conoscevamo tutti, sapevamo tutto e non rimase di che parlare. La mamma usciva tutte le mattine per andare a fare la spesa. La spesa era un’abitudine quotidiana che spezzava per un’ora e più, la noiosa routine delle faccende di casa.  Forse, era anche un’occasione per parlare con le altre donne; in ogni caso il giro della spesa consisteva in tre tappe: il negozio degli alimentari, della frutta e verdura, la macelleria. Rigorosamente in quest’ordine, poiché rispetto alla nostra abitazione, il nuovo negozio di alimentari era in fondo al marciapiede della piazza- la vecchia bottega, in cima alla salita della strada che portava al Comune, aveva chiuso- mentre il negozio di frutta e verdura, della cugina della mamma, era all’inizio del marciapiede e il macellaio era sotto casa.Rispettando il giro, il peso delle cibarie nella borsa della spesa non gravava a lungo sulle braccia. Dalla “lattaia”, che si trovava a metà del marciapiede di fronte, invece si andava nel pomeriggio a comprare il latte fresco che arrivava direttamente dagli allevamenti nostrani di mucche, occasione anche questa, per uscire da casa e servizio al quale mi prestavo molto spesso, volentieri. Di solito stavo fuori un’oretta, un po’ perché dalla lattaia c’era sempre gente che, ovviamente, chiacchierava dei fatti del paese, un po’ perché mi fermavo a guardare gli amici che giocavano sotto il loggiato, posto davanti al marciapiede. Ricordo che era fine giugno. Una mattina non c’era elettricità in casa; quando ciò accadeva, quasi simultaneamente le donne del vicinato, compresa la mamma, si affacciavano alla finestra, si chiamavano per nome e si chiedevano: “ ce l’hai la luce te?”. Se la risposta era no, significava che l’Enel stava facendo qualche lavoro alla cabina. Era già da due ore che mancava l’energia elettrica e la mamma era un po’ nervosa. Doveva accendere il forno per cuocere l’arrosto e se “la corrente” non fosse tornata tra meno di un’ora, avrebbe dovuto cambiare programma. Allora decise di andare intanto a fare la spesa. Siccome era già tardi, andò dalla fruttivendola soltanto. Lo capii perché nel frattempo che era scesa, la luce era tornata ed io volevo avvisarla. Mi recai agli alimentari ma non c’era. Mentre rifacevo la strada all’indietro, vidi, in piazza, mie due care amiche che mi chiesero se avevo incontrato quel bellissimo attore alto che aveva fatto anche film western…lo avevano intravisto poco prima e non lo trovavano piu…erano tutte agitate! Risposi di no e ripresi a cercare la mamma. La trovai nel negozio di frutta e verdura; entrai nel momento in cui lei stava picchiettando con le dita della mano destra la spalla di un uomo alto vestito tutto in jeans che stava pagando la frutta che aveva acquistato. Anche se era di spalle, io ebbi un’illuminazione…! ma non feci in tempo ad avvisare la mamma dell’errore, che la sentii dire: “Senta lei, io sarei alquanto nervosa che non rimandate la luce stamani! devo cuocere l’arrosto!”. Lui si girò e con un sorriso smagliante, le rispose: “ ora vado a cercare i colleghi e gli dico di sbrigarsi, però poi lei mi invita a pranzo!” . La mamma rimase sorpresa per un attimo, lo squadrò da cima a fondo, poi rivolgendosi alla sua cugina, disse: “che figura! L’avevo scambiato per un operaio dell’Enel!… era tutto in jeans!”.Mi sarei nascosta sotto il banco della frutta se non fosse stato che la visione di Giuliano Gemma mi avesse fatto rimanere a bocca aperta e con le gambe bloccate!