Le proposte dell’Associazione di rappresentanza di ingegneri  e architetti liberi professionisti in una Lettera al Governo.  Inarsind al ministro Cartabia: garantire maggiore pluralità.“Cogliere l’occasione della riforma, necessaria dopo le recenti sentenze del Tar Lazio, delle modalità di elezione dei Consigli degli ordini professionali”

“Garantire maggiore pluralità”. E’ una necessità, ma è anche l’obiettivo che si potrebbe raggiungere, vista la necessità di riformare, a seguito delle recenti sentenze del Tar del Lazio, le modalità di elezione dei Consigli provinciali degli ordini professionali. Su questo tema di estrema delicatezza interviene con vigore propositivo l’Inarsind, l’Associazione di rappresentanza di ingegneri e architetti liberi professionisti, con una lettera fatta pervenire alla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, estesa anche ai Consigli degli Ordini professionali.“Riteniamo –  recita la lettera –   per quel che riguarda Architetti e Ingegneri, che il Decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 169, sulle modalità di elezioni dei consigli provinciali, necessiti di una profonda e totale revisione. Pur convinti che nel migliore dei mondi possibili “Consiglio” è parola evocativa di un luogo, di un gruppo, ma anche, di un comportamento che nulla avrebbe a che fare con maggioranze e minoranze, verifichiamo che nella realtà così non è. E spesso questa divisione determina il totale silenzio, se non l’assenza, delle seconde”.“Auspichiamo pertanto che – prosegue la lettera – unitamente a quanto sollecitato dai pronunciamenti del TAR Lazio, l’occasione sia colta per introdurre modalità che possano garantire maggiore pluralità di opinioni in seno ai consigli eletti. La candidatura singola, oggi prevista, in realtà si trasforma in ferree candidature riunite in liste non solo sfacciatamente ufficiali, ma per le quali si reclama l’adesione incondizionata e senza eccezioni da parte dell’elettore”.   “Una possibile soluzione – suggerisce Inarsind al Governo –  potrebbe essere rappresentata dalla permanenza della candidatura singola accoppiata alla possibilità di esprimere un numero di preferenze inferiore al plenum del consiglio (7/10 ad esempio); oppure ammettere la presentazione di liste, pur senza consentire a quella vincitrice un numero di rappresentanti in consiglio pari al suo plenum. Anche per i Consigli Nazionali riteniamo sia ormai il tempo di procedere all’elezione in maniera diretta da parte degli iscritti e non più da parte dei Consigli Provinciali, specie considerando che il voto potrebbe essere espresso in modalità telematica”.  “Confidiamo – concludono i vertici di Inarsind in forma propositiva –  che le nostre considerazioni possano trovare la Vostra attenzione ed entro breve tempo attuazione le modifiche invocate, per le quali ci rendiamo sin d’ora disponibili per i necessari approfondimenti”.  Dal punto di vista della cronaca dei fatti che hanno portato Inarsind alla predisposizione di questa proposta al Ministro, tutto nasce, come spiega nel suo incipit la Lettera, dal fatto che  “solo di pochi giorni fa la sentenza della Prima Sezione del TAR Lazio che ha accolto il ricorso proposto dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma contro il Ministero della Giustizia ed il Consiglio Nazionale degli Ingegneri per l’annullamento del Regolamento recante “procedura di elezione con modalità telematica da remoto dei consigli territoriali degli ordini degli ingegneri”. La recente sentenza segue quella dello stesso TAR Lazio del 22 aprile 2021, n. 4706 che aveva annullato il regolamento elettorale per l’elezione dei Consiglio degli Ordini dei commercialisti, esperti contabili e collegi dei revisori per omissione della medesima previsione circa la parità di genere”. Da qui l’iniziativa Inarsind.