Monte San Savino: il 5 ottobre la 37°‘Giornata salvadoriana’ per celebrare la poetica di Giulio Salvadori tra natura e spiritualità

di Claudio Zeni

Il Centro Studi e Documentazione “Giulio Salvadori”, la Parrocchia dei Santi Egidio e Savino e la diocesi di Arezzo – Cortona – Sansepolcro, con il patrocinio del Comune di Monte San Savino, propongono per sabato 5 ottobre la 37°’giornata salvadoriana’, che si aprirà con l’incontro all’Auditorium Palazzo Galletti (ore 16.30) con il saluto istituzionale e l’introduzione al tema del convegno da parte di Bruno Rossi. La conferenza “La poetica di Giulio Salvadori: natura e spiritualità “sarà tenuta daLucrezia Lombardo. Nata ad Arezzo nel 1987, dopo la maturità e la laurea in scienze filosofiche si è specializzata con vari corsi e master. Oltre ad aver ricevuto importanti premi e riconoscimenti letterari ha pubblicato articoli, saggi, raccolte poetiche e romanzi. Alla conferenza seguirà un concerto di violino e pianoforte di due sorelle: Marta Silvestrini, definita ‘giovane figlia musicale di Monte San Savino’ e Maria Silvestrini. Un connubio in questa 37°Giornata salvadoriana fra poesia e musica che come dice un cantautore “si sono sempre date la mano come due sorelle che scendono nel mondo per avvolgerlo di bellezza…”Non  a caso già nel mondo greco la parola “mousikè” racchiudeva le tre arti ispirate dalle muse: poesia, musica e danza. Se i componimenti poetici pongono l’attenzione, attraverso le parole, sugli stati d’animo, sui pensieri, le riflessioni emozioni, partendo dalla realtà di tutti i giorni, dalle piccole cose tesoro di immagini, colori, suoni, lasciando però a chi legge l’iniziativa di interpretare i versi in uno scambio diretto, la musica lo fa attraverso le note. A conclusione della 37°Giornata salvadoriana, domenica 6 ottobre, alle ore 11 nella chiesa di Sant’Agostino, sarà celebrata una messa in ricordo di Giulio Salvadori. Animo ardente, innamorato del sapere e dell’arte, Salvadori cercò dapprima la vera vocazione dell’uomo in un’arte rinnovata dalla scienza e collaborò alle principali riviste letterarie dell’epoca. Dopo un breve periodi di rinuncia alla fede, comprese che per lui l’unica fonte della verità e del bene era la parola del Vangelo. Fu poeta apprezzato e scrittore efficace; sempre pronto a offrire sostegno e impegnarsi in opere di carità, la sua vita fu oggetto di ammirazione e venerazione. La mattina del 7 ottobre 1928 morì a Roma, qui le sue spoglie riposano nella chiesa di Santa Maria in Aracoeli.