Montepulciano mobilita le sue risorse artistiche per dire “no” alla violenza.Due spettacoli, in quattro appuntamenti, per il Giorno della Memoria 2020

In linea con la sua vocazione, Montepulciano celebra il Giorno della Memoria con due spettacoli.Domenica 26 gennaio, alle 16.30, all’Auditorium Falcone (ex-Tribunale), l’Istituto di Musica “Henze” presenta “Musiciste a Birkenau”.Lunedì 27 (ovvero la giornata dedicata a livello mondiale alla commemorazione della shoah, nell’anniversario della liberazione del capo di concentramento di Auschwitz), il Piranha Social Club di Acquaviva ospiterà l’anteprima di “Voci alla memoria”; l’allestimento, nella versione integrale, sarà proposto venerdì 31 gennaio, alle 21.30, alla Sala Polivalente ex-Macelli, e sabato 1 febbraio, alle 21.30, presso la Sala parrocchiale della Chiesa di San Lorenzo, a Valiano.Nel campo di concentramento di Birkenau c’era un’orchestra, un’orchestra interamente femminile: 47 musiciste, donne obbligate a studiare e ad esibirsi anche 17 ore al giorno. La perfidia nazista costringeva queste prigioniere a suonare affinché il luogo di morte e di sterminio apparisse come un ambiente prodigo di arte e cultura. E’ intorno a questo agghiacciante fatto storico che viene costruito lo spettacolo “Musiciste a Birkenau”.Le componenti dell’orchestra dovevano eseguire melodie rassicuranti e cantabili, sia per sollazzare gli ufficiali criminali nazisti, sia per accogliere l’arrivo dei deportati che scendevano dai treni piombati, oppure per rasserenare i pazienti delle infermerie o i prigionieri che nello stesso giorno sarebbero stati giustiziati nelle camere a gas. È una vicenda forse poco nota, quella dell’orchestra del lager, ma che esprime tutta l’ignominia nazista. Le sopravvissute all’Olocausto hanno avuto bisogno di tempo per elaborare il dramma vissuto, fino a propiziare la raccolta di memorie intitolata “Ad Auschwitz c’era un’orchestra”, pubblicata nel 1976 da Fania Goldstein, in arte Fénelon, pianista, compositrice e cantante francese, coinvolta in quell’esperienza profondamente indelebile.Dalle pagine di quel libro nasce la performance “Musiciste a Birkenau”che celebra a Montepulciano il Giorno della Memoria 2020, con le letture affidate a tre giovani studentesse provenienti dai Licei Poliziani. Gli interventi musicali sono invece curati da Istituto di Musica Hans Werner Henze, in un programma che abbina temi della tradizione ebraica e brani effettivamente eseguiti dall’orchestra femminile di Birkenau.Promossa da Fidapa Bolzano, l’iniziativa è realizzata in collaborazione con Anpi – Montepulciano, Amica Donna e Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte, con il patrocinio del Comune di Montepulciano. Si tratta di un progetto ideato da Donatella Marcarino, già insegnante di materie umanistiche presso un istituto tecnico professionale,dopo aver conseguito la laurea in filosofia.Al coordinamento musicale hanno lavorato Catherine Bruni e Alessio Tiezzi. Lo spettacolo “Voci alla memoria. Dalle testimonianze dei deportati agli atti dei processi ai nazisti”è organizzato con il patrocinio del Comune di Montepulciano, dell’Unione Comuni Valdichiana Senese e del Centro Pari Opportunità, in collaborazione con il Laboratorio Teatrale di Espressione Emozionale di ARTEdaPARTE, il gruppo teatrale FUC (FormareUnaCompagnia) di Carlo Pasquini e la Compagnia Popolare del Bruscello.Nella versione integrale, lo spettacolo si compone di una serie di monologhi e dialoghi tratti dalle testimonianze vere dei deportati ebrei e dagli atti dei processi ai nazisti, accompagnati dai canti della tradizione Yiddish, in un adattamento teatrale inedito, con la direzione scenica di Ira Moering. Gli interpreti sono Chiara Protasi, Annamaria Amorosa, Marco Giannotti, Giulia Rossi, Emanuela Castiglionesi, Aurora Amirante, Federico Vulpetti, Fabio Amirante, Stefano Bernardini, M. Luisa De Curtis, Luca Amirante, Emma Bali, Damiano Belardi, Alessandra Guattari,Alessio Fanelli, Cristiana Bruni, Marco Vulpetti, Andrea Avignonesi.Il racconto è affidato a Maria, un’anziana signora che ricorda i giorni della deportazione ad Auschwitz. Grazie alla sua narrazione, la paura, le violenze e la crudeltà di quei momenti prendono corpo e voce; dai rastrellamenti all’epilogo, i fatti sono visti attraverso gli occhi innocenti di lei bambina e dei suoi compagni di prigionia. Il pianto disperato delle vittime, il freddo cinismo dei carcerieri, i suoni del terrore e della morte si fondono, nel ricordo di Maria, ai canti dolci e tristi delle donne del campo. Ripercorrendo le tappe di quel calvario, fino alle lunghe udienze dei processi ai nazisti, che sfileranno davanti al giudice senza rimorsi e senza vergogna, Maria alla fine getta uno sguardo sul presente e sul rischio sempre più alto, che quell’orrore ritorni.