Montepulciano: nella frazione della Stazione le suore del Divino Zelo smantellano il campo di calcetto
Da Marco Belloni riceviamo e pubblichiamo una lettera che ci ha inviato
“Già da tempo il cancello d’ingresso dell’asilo delle suore del Divino Zelo di Montepulciano Stazione rimane chiuso dopo l’orario scolastico e così pure il cancello d’ingresso al campo di calcetto. Insomma, le suore si sono ritirate a Montepulciano lasciando un profondo senso di malinconia e nostalgia al tempo stesso negli abitanti della frazione che in passato avevano beneficiato dell’armonia, cordialità e spiritualità che erano riuscite a infondere nei cuori le sorelline con la loro presenza attiva non solo nell’asilo ma anche in parrocchia. Molti ricordano i canti che insegnavano suor Albina, suor Milena, suor Ida, suor Anna, e così via, nonché la loro presenza al catechismo e alla messa domenicale che con il loro abito e la loro compostezza erano d’insegnamento per tutti i partecipanti. E ora? Il deserto appare agli occhi di tutti. Non si vedono più in giro tra la gente, non sono più disponibili a un confronto con quei genitori che vorrebbero far giocare i propri figli in un campetto che avevano contribuito a realizzare con fatica. Ma andiamo per ordine, alla fine degli anni ’80 le suore erano molto impegnate sia nell’asilo che in parrocchia ove era presente un gruppo di giovani, “gruppo aperto”, da dove tra l’alto usciva poi una ragazza per farsi per l’appunto suora, disponibile a far rinascere anche un’attività ricreativa in quel campetto abbandonato delle suore sito tra la chiesa e l’asilo. Sì, era proprio in uno stato di degrado avanzato, con all’ingresso un cancello di legno fatiscente e una rete metallica completamente arrugginita, erbe alte, siepi trascurate e senza una recinzione perimetrale. Le suore prospettarono, quindi, al gruppo di volontari, la possibilità di realizzare un campo di calcetto. Non è stato facile ampliare la rosa dei sostenitori, ma una volta partiti è stato possibile ottenere i pali di recinzione in legno dalla società telefonica di allora, le colonne in cemento dall’ENEL, la rete metallica plastificata con le offerte della cittadinanza e così pure i fari per l’illuminazione e i cavi interrati per il collegamento elettrico con il contatore della parrocchia, la quale nel frattempo si occupava anche della potatura delle siepi e della realizzazione di uno spogliatoio in muratura. Tutto ciò è passato anche attraverso contributi bancari, interventi della Commissione pubblici spettacoli della Prefettura di Siena e autorizzazione del Comune di Montepulciano in favore della nuova destinazione d’uso. E oggi? Le suore attuali, non ricordando tutto questo sacrificio, fatto anche nel loro interesse, vedono bene di chiudere tutto, rendendo inaccessibile un’opera costruita negli anni con l’impegno di tutti. Ma non solo, decidono di devastarla, segano i pali in legno di recinzione senza poi impermeabilizzare la cima recisa, tagliano addirittura le colonne in cemento, già bonificate di recente, che sostenevano l’illuminazione, gettando via sia i fari che le porte da gioco. Infine mostrano l’intenzione di arare il campo senza tener conto che nel sottosuolo sono posizionati i cavi della luce. Fare e disfare senza consultare coloro che in buona fede avevano collaborato alla riuscita di un’idea lusinghiera di coinvolgimento sereno dell’intera collettività”.