Montepulciano:un ricordo  di Alessio Biancucci su Angelo Sanchini, figura rilevante della politica senese per almeno 20 anni, nonché consigliere e successivamente collaboratore tecnico della Fondazione Cantiere, oltre a essere stato imprenditore anomalo e tanto altro.

Di Alessio Biancucci

Angelo Sanchini è stato un militante della coerenza. Una breve malattia l’ha sottratto alla comunità di Acquaviva di Montepulciano, dove si era stabilito con la famiglia dopo una vita autenticamente anticonformista. Di anni 68, numero simbolico per un ribelle che come lui si era trasferito a Parigi arrangiandosi da imbianchino per partecipare attivamente alle rivolte generazionali degli anni Sessanta. Laureato a Torino in Scienze Politiche, si rammaricava per essere stato escluso dalla carriera accademica a causa, diceva, di quel nepotismo che avrebbe in seguito combattuto nel corso del suo lungo impegno politico. Attivo nella sinistra extraparlamentare, aveva vissuto anche a New York negli anni in cui, avrebbe ammesso il regista Martin Scorsese, era molto pericoloso trovarsi a New York. Tra gli anni ‘90 e i primi 2000 il suo ruolo all’interno di Rifondazione Comunista lo aveva visto fronteggiare la grande crisi del termalismo di Chianciano, fino a sedere nel Consiglio della Provincia di Siena quando il palazzo del governo senese era un centro nevralgico per l’economia e la cultura di un intero territorio. Con il suo rigore, aveva rinunciato a entrare nella giunta, mantenendosi all’opposizione mentre sul piano nazionale il suo partito si alleava con il centrosinistra. Nel 2014 si era candidato a Sindaco di Montepulciano, ricordando con Mao che “l’economia deve stare al primo posto, ma la politica al posto di comando”. Imprenditore anomalo, allestiva spazi per fiere, congressi ed eventi, dalle grandi manifestazioni nazionali alle esposizioni europee dedicate al mercato del vino. Era particolarmente legato alla Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte, istituzione che lo aveva annoverato consigliere e successivamente ‘generoso collaboratore tecnico’ come ricorda sulla pagina Facebook l’organizzazione poliziana, citando una poesia del suo amato Bertolt Brecht. La sua passione per la cultura e per i movimenti giovanili lo aveva indotto a operare per la Società Polisportiva di Acquaviva e a sostenere l’esperienza del Collettivo Piranha, contribuendo fin dagli albori alla realizzazione del Live Rock Festival. La sua conoscenza profonda della filosofia politica era quella di un ragazzo del secolo scorso, volendo parafrasare un’altra figura rilevante scomparsa in questi giorni. Aveva sofferto la perdita della compagna di vita e militanza, Lucia Balducci, vivace protagonista della cosa pubblica nella Valdichiana dei primi anni Duemila. Proletario per scelta familiare, oltre che per inclinazione ideologica, era in effetti orgoglioso della sua prole, i suoi tre figli che lo salutano insieme alla sua comunità nel rito civile previsto presso i Giardini Ex Fierale di Acquaviva.