Pd: Nicola Zingaretti segretario ; intervista con Juri Bettollini, “ora Zingaretti la prima persona che deve coinvolgere si chiama Matteo Renzi. Nicola saprà essere inclusivo e saprà coinvolgere tutti cercando di costruire, forse per la prima volta, una casa in cui la parola unità non sia soltanto un valore proclamato ma attuato è concretizzato”. 

di Leonardo Mattioli

E’ soddisfatto, di più. Juri Bettollini, sindaco di Chiusi, è raggiante per il successo che ha ottenuto Nicola Zingaretti diventato segretario del Pd dopo  il passaggio per le primarie che hanno portato a votare  circa un milione  e 800 mila elettori. Il primo cittadino di Chiusi  è da sempre un uomo molto pragmatico, probabilmente per il lavoro che ha sempre svolto (quello concreto di geometra) prima di lasciarlo per dedicarsi al suo impegno politico. Lavora dalla mattina alla sera, riceve e sente tutti  quelli che gli vogliono parlare e affronta in prima persona i problemi grazie anche alla squadra che  si è costruito intorno. Oltre ai tre membri della giunta (tutti con compiti impegnativi) anche tutti i consiglieri comunali di maggioranza hanno deleghe operative. Attraverso loro il sindaco sa sempre quello che succede e non si risparmia mai (la moglie Francesca gli rimprovera spesso di lavorare anche la domenica ma lui, comunque, appena, può sta con le due adorate figliolette). Insomma un sindaco presente e anche molto “grintoso” che in pochi mesi è passato dall’essere un “turborenziano” come il suo predecessore Stefano Scaramelli  a diventare un convinto sostenitore di Nicola Zingaretti tanto che sul territorio è già considerato uno dei leader del nuovo segretario del Pd. Qualcuno glielo ha rimproverato perché non ha gradito questo ‘cambio di casacca’ ma Bettollini non ha dato peso  a queste critiche e ha tirato diritto anche perché è convinto che solo con Zingaretti  si può ritrovare l’unità del partito e rilanciarlo per poter pensare di tornare, un giorno ,alla guida del paese. Lo incontro mentre nelle  prime ore del mattino è al bar per un caffè prima di impegnarsi in un’altra giornata “lunga”. Tra l’altro da poco è anche vicepresidente della provincia di Siena.

D.Nicola Zingaretti ha vinto , con le primarie, due volte. La prima con il suo successo personale riscuotendo oltre il 65% delle preferenze quando i sondaggi lo davano sotto il 50%; la seconda portando alle urne circa un milione e 800 mila elettori quando si temeva di arrivare appena a un milione.Come spieghi questo doppio successo?

R.Un successo della Democrazia. Le Italiane e gli Italiani hanno dimostrato di credere ancora nella partecipazione attiva; questo voto ha sdoganato definitivamente la necessità di tornare a fare politica tra le persone e per le persone, abbandonando le piattaforme virtuali. Pensi che il capo del movimento 5 stelle è stato eletto con 35 mila click su un blog. Ieri 1 milione e 800 mila persone si è invece recata ad un seggio per scegliere il proprio leader. Questo è un segnale enorme che dobbiamo raccogliere. I candidati’in corsa’ sono stati corretti ed il popolo ha voluto partecipare. La vittoria di Nicola Zingaretti è stata bella e netta. Mi ha fatto piacere che sia stata riconosciuta da tutti. Le persone avevano bisogno di tornare a credere ed appassionarsi ad una nuova proposta politica. Quando i dirigenti del Pd vanno in difficoltà per fortuna c’è il nostro popolo pronto a darci una mano. Davvero una bella domenica.

D.Dalle primarie del Pd e con  il nuovo segretario Zingaretti che ti aspetti che faccia ora il partito democratico per risalire la china dopo la sconfitta di un anno fa alle politiche quando scese ai minimi storici? Deve guardare con attenzione ai 5 stelle cercando di recuperare quell’elettorato o deve confrontarsi con i vertici dei grillini magari ricercando alleanze  se dovesse saltare il governo con la Lega?E Zingaretti come deve comportarsi con gli scissionisti che hanno dato vita a Leu. Riportarseli a casa o dialogare con la loro base delusa dai risultati delle urne?

R.In queste primarie sono state dette cose senza senso. Per fortuna tutti e tre i candidati avevano escluso accordi con i 5 stelle o ritorni al passato. Il popolo del centro sinistra non vuole accordi al ribasso o inciuci di palazzo. Vuole la politica. Dobbiamo tornare a fare politica. A raccontare un’alternativa di paese che riuscirà a trovare il senso di appartenenza alla sinistra. Da questo momento parte la riscossa dell’Italia che si oppone a questo governo. Senza un Pd motivato e rimotivato non poteva cominciare.

D.In casa Pd Zingaretti come deve relazionarsi con Maurizio Martina e con Roberto Giachetti? Associarli in una sorta di segreteria o mantenere le distanze? A proposito, mentre Giachetti ha riscosso più di quanto previsto dai sondaggi, Maurizio Martina è andato sotto le aspettative. Come spieghi questi risultati?

R.Secondo me, la prima persona che deve coinvolgere si chiama Matteo Renzi. Nicola saprà essere inclusivo e saprà coinvolgere tutti cercando di costruire, forse per la prima volta, una casa in cui la parola unità non sia soltanto un valore proclamato ma attuato è concretizzato. Giachetti ha fatto un 12% mentre Martina il 19. Non mi sembra nè tanto nè poco. Il popolo, la base, noi volevamo altro. Chi sta tutti i giorni in mezzo alla gente se ne era reso conto.”

D.Una domanda più “territoriale”. Cosa ti ha fatto cambiare idea nei confronti di Zingaretti?.  Fin a poco tempo fa eri uno dei leader dei renziani senesi ora sei diventato uno dei leader di Nicola Zingaretti. Due uomini con due  diverse visioni del futuro del Pd e del modo di fare politica. E’ un ritorno del vecchio Pci-Pds-Ds al vertice del Pd dopo la ‘parentesi’ centrista della ex‘Margherita’ con Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni?

R.Chi ha detto che sostenere Zingaretti significhi rinnegare Renzi? Non si rinnega mai un percorso. Le ripeto : io sono un Sindaco che sta in mezzo alla gente, che ascolta tanto. Il malessere della base era forte. C’era un grido di allarme: le persone avevano bisogno di essere ricoinvolte, avevano bisogno della parola sinistra; avevano bisogno di riprovare entusiasmo e partecipazione. A Chiusi Zingaretti vince col 70%, un grande risultato, ma in linea con la percentuale nazionale e provinciale. Forse non sono stato un visionario. Adesso però mi aspetto la capacità e sono certo che Nicola sappia dimostrare, di includere le migliori energie che il nostro Partito possiede. Dobbiamo smettere con le liti interne riconoscendoci reciprocamente i nostri meriti. Avanti per competenze e merito e non per le appartenenze e per i suffissi da attribuire ai nostri cognomi.

D.Ultima domanda. I tuoi rapporti con Stefano Scaramelli , con il quale sei stato amico per la pelle in tutti questi anni? Il tuo nuovo posizionamento politico con Zingaretti ha cambiato qualcosa nell’amicizia con il renziano Scaramelli anche se ufficialmente alle primarie non ha appoggiato nessuno?

R.Il mio rapporto con Stefano? Sempre stato ottimo. Stefano in questo congresso non si é espresso. Rispetto la sua scelta. Ce lo siamo detti. Le amicizie quando sono vere non hanno mai nulla da temere. Per me non è cambiato niente e sono certo che anche per lui è così. Abbiamo preso un caffè insieme anche questa mattina.