Piancastagnaio: anni fa denunciò anche a Report lo sfruttamento della manodopera straniera in numerosi laboratori di pelletteria a servizio delle grandi firme. Ora Aroldo Guidotti ci è ritornato sopra pubblicando un libro testimonianza . Lo abbiamo intervistato
Di Giuseppe Serafini
Una vicenda che ebbe sei anni fa vasta eco in tutto il paese e soprattutto tra Scandicci e Piancastagnaio dove operano numerosi laboratori di pelletteria a servizio delle grandi firme e griffe internazionali. A denunciare lo sfruttamento della manodopera straniera un artigiano di Piancastagnaio, Aroldo Guidotti , che si servì delle telecamere nascoste del programma Report , diretto allora dalla giornalista Milena Gabanelli . La vicenda provocò un vero terremoto nazionale che scosse i vertici più alti del mondo politico, sindacale e soprattutto prese di petto le grandi firme che reagirono duramente con denunce e conseguenze dirette soprattutto a Piancastagnaio dove le pelletterie lavoravano e ancora oggi lavorano in conto terzi per loro. Parliamo del grande jet set di grandi élites della moda internazionale che sull’ Amiata operano da anni . Guidotti ne uscì con le ossa rotte dalla vicenda mettendo a repentaglio anche la sua stessa famiglia. In questi giorni Aroldo Guidotti è ritornato sulla vicenda pubblicando un libro testimonianza sulla quella vicenda .Guidotti , che è anche un apprezzatissimo musicista e cantautore , spiega le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere questo libro pubblicato dalle edizioni Properzi dopo due anni di fatica.
D. Guidotti ,il suo libro “ Arresta il sistema” fa nuovamente discutere non solo a Piancastagnaio. Perché lo ha scritto?
R.”Arresta il sistema” è il mio primo libro in cui si narrano le vicende di una storia quasi irreale ed assurda che in passato non avrei pensato di dover raccontare.
D.Di cosa tratta la storia del suo libro?
R.Di un sistema consolidato e di cui ancora oggi si parla tristemente ( vedi gli ultimi fatti di cronaca accaduti a Prato che hanno portato alla luce episodi di sfruttamento e lavoro nero) che ha consentito e consente a grandi aziende di moda di poter ricavare guadagni sempre più rilevanti dovuti alla vendita delle loro borse , sfruttando la manodopera straniera per fabbricarle con lavorazione spesso al nero e facendo cottimo con orari impossibili ed evadendo tributi allo stato italiano.
D.Non ha pensato alle conseguenze ?
R.Prima o poi qualcuno lo doveva fare. Nei due anni trascorsi a Scandicci con la mia azienda “ Mondo Libero” avevo capito di essere arrivato al capolinea con il mio lavoro. Anche perché mi rendevo sempre più conto che dentro questo ingranaggio c’ erano tutti, anche quelle autorità che avrebbero dovuto tutelare la sicurezza sul lavoro ,gli operai e le aziende regolari italiane. Tutti erano al corrente di quanto accadeva e magari preferivano l ‘omertà. Io no ..per questo decisi di denunciarlo pubblicamente a Report.
D . Guidotti…cosa ci ha guadagnato alla fine?
R.Niente.. se avessi voluto accettare questo sistema di sfruttamento di manodopera straniera , probabilmente avrei avuto grandi successi professionali da permettermi una sistemazione anche economica per me è per la mia famiglia.
D.Lei si è sentito abbandonato anche dalla comunità di Piancastagnaio e soprattutto dagli artigiani pellettieri pianesi?
R. Si. Fortemente abbandonato ed escluso da quel mondo che era la mia vita.
D.L ‘ amore per il suo mestiere non l’ ha abbandonato però?
R.Quello no, infatti attualmente faccio parte del team di insegnanti presso il corso professionale di pelletteria a Piancastagnaio .