Piancastagnaio: avviso di garanzia a dipendente unione comuni Amiata-Val d’Orcia che invece di lavorare per l’Ente lavorava nell’officina di famiglia. Indagini in corso: l’uomo percepiva anche lo straordinario diurno e notturno

di Massimo Cherubini (da La Nazione del 25 aprile)

Invece che lavorare nei boschi di proprietà dell’Unione dei comuni dell’Amiata Val d’Orcia lavorava nell’officina di famiglia. Dopo mesi di indagini, di filmati, fotografie, un dipendente ha ricevuto l’avviso di garanzia. Che ci fosse “odore” di mancato rispetto dell’orario di lavoro lo si era capito e scritto. Dopo il blitz dei carabinieri, avvenuto lo scorso 4 aprile, negli uffici dell’Unione dei comuni a Piancastagnaio; dopo l’acquisizione di atti, l’assunzione di sommarie informazioni di tutti i dipendenti, appariva chiaro che la direzione delle indagini era volta proprio al corretto comportamento di qualche dipendente. Ipotesi  smentita, con decisione e in modo categorico, dai dirigenti dell’Unione in quanto i dipendenti di questo organismo non hanno un contratto pubblico. Vero, contratto di diritto privato, pagati con soldi pubblici. Al di là delle definizioni contrattuali e sta il fatto che uno dei dipendenti è stato raggiunto da un avviso di garanzia. Perché, qua quanto è dato sapere, per giorni, giorni, mesi si presentava alle sette del mattino, poi andava a lavorare altrove. Fatti implacabilmente documentati da atti rilevati dai carabinieri che hanno condotto, su mandato della procura della Repubblica di Grosseto,  le indagini.  Sembra, tanto per dirne una -ma di cose eclatanti ce ne sono diverse- a questo dipendente è stato corrisposto lo straordinario diurno e anche notturno. Incredibile ma questo risulta delle buste paga.Come risulta che percepiva l’indennità- cinque euro- di “disagio” per non poter consumare il pasto a mensa ma al sacco. Tradotto in pratico: alla fine del mese, di molti mesi, questo dipendente  ha guadagnato di più di chi nei boschi ci passava tutte le ore di lavoro. Le indagini, ancora coperte da riserbo, non sonno concluse. E’ ovvio -e qui si entra nelle deduzioni che nascono da certi fatti- che ora si andrà a fondo. Per capire come ha fatto questo lavoratore ad essere un dipendente quasi “fantasma”, con quali giustificativi sono stati pagati straordinari -addirittura notturni- ed altre indennità accessorie varie non dovute se è vero, come pare, che  le sue prestazioni lavorative l’era faceva, per lo più, in altra sede, senza alcuna autorizzazione, e  con altre finalità.  Se quanto emerge dalle indagini risulterà a verità c’è da esclamerei che altro che “furbetti del cartellino”. Qui il furbo sarebbe- il condizionale è d’obbligo- d’altro “rango” e con dei corresponsabili.